Il sole che sorge su un cielo rosso, la musica che cresce e i versi cantati in lingua zulu, poi gli animali della Savana che si svegliano e corrono verso la Rupe dei Re. Se ancora oggi, dopo trent’anni, questo incipit risulta maestoso, per chi lo vide nel 1994, al buio della sala cinematografica, fu dirompente. Già da quei primi minuti period chiaro che Il re leone stava proponendo qualcosa di mai visto prima nel cinema d’animazione, accompagnando gli spettatori verso un’esperienza nuova ed emozionante.
Ispirato all’Amleto di Shakespeare, Il re leone seguiva la storia di Simba, un cucciolo di leone, figlio di un re e destinato a diventare re a sua volta. La sua vita, privilegiata e già tracciata, cambia completamente rotta quando lo zio Scar, che punta segretamente al trono, determine di uccidere il fratello e far ricadere la colpa sul nipotino. Simba a quel punto inizia una vita diversa, ma felice grazie agli amici Pumbaa e Timon che gli insegnano il motto dell’hakuna matata e della vita senza preoccupazioni. Ma è possibile voltare le spalle al proprio passato?
Uscito nelle sale statunitensi il 15 giugno 1994, arrivò nel pieno di quel periodo conosciuto come ‘Rinascimento Disney’ e contribuì a confermare che lo studio stava vivendo un momento di altissima creatività e talento. Period iniziato tutto nel 1989 con La sirenetta, al quale seguirono altri due enormi successi di pubblico e critica, La bella e la bestia e Aladdin. In questo situation, Il re leone – già dalla sua lavorazione – sembrava un rischio, un movie molto diverso non solo da questi ultimi tre lungometraggi, ma anche da ciò che lo studio aveva realizzato negli ultimi cinquant’anni.
La novità maggiore riguardava la musica: mai prima di allora una popstar aveva firmato le canzoni di un movie Disney. Come paroliere venne scelto Tim Rice che, dopo la prematura scomparsa di Howard Ashman, aveva lavorato ai testi mancanti delle canzoni di Aladdin e fu proprio lui a proporre ai produttori di coinvolgere nel progetto Elton John con cui aveva lavorato nel 1982 per il brano Authorized Boys. “Quando sei famoso e sei invecchiato – raccontava Elton John a Famcrawler nel 2011 – le persone hanno paura di chiederti di fare qualcosa. Dicono: ‘Oh, no non lo farà’. È proprio ciò che è successo quando Tim Rice mi chiamò nel 1993 per fare Il re leone. Mi disse: ‘La Disney ha detto che non accetterai mai. Ma tu sei un mio amico e io gli ho detto che invece lo farai’. E io gli risposi: ‘Tim, ho lavorato con te in passato. Ti voglio bene. Ovviamente lo farò’”. Una collaborazione nata quasi per caso che cambiò il corso della carriera di Elton John e rese Il re leone uno dei musical di maggior successo nella storia del cinema prima e del teatro poi. ?Agli Oscar 1995 il movie si aggiudicò il premio per la miglior colonna sonora, composta da Hans Zimmer, e quello per Miglior canzone (la statuetta andò a Can you are feeling the love tonight, ma ben tre dei cinque brani candidati nella categoria erano scritti da Elton John e Tom Rice per Il re leone). Due anni dopo, nel luglio 1997, debuttò l’omonimo adattamento teatrale, vincitore di sei Tony Award, e tutt’ora in scena in alcuni dei più importanti teatri al mondo, su tutti il Minskoff Theatre di New York e il Lyceum Theatre di Londra.
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Anche dal punto di vista visivo, Il re leone offriva un’esperienza molto particolare. Gli autori rinunciarono non solo a realizzare degli animali antropomorfi per questo lungometraggio ma decisero di rendere l’aspetto e i movimenti degli animali il più realistici possibili. Come period accaduto soltanto per Bambi, uscito nel lontano 1942, gli animatori studiarono approfonditamente la fauna e la flora (in questo caso della Savana): alcuni di loro fecero un viaggio in Kenya, per tutti gli altri furono mostrati documentari, organizzate giornate in parchi e riserve naturali e venne portata negli studi di Burbank una famiglia di leoni perché gli animatori potessero vederla da vicino e studiare le interazioni tra il maschio, la femmina e i cuccioli.
L’attenzione meticolosa ai dettagli, oltre all’utilizzo di nuove tecnologie (la famosa scena della corsa della mandria di gnu fu uno dei primi utilizzi della pc grafica nei movie Disney), venne premiata. Il re leone fu un successo senza precedenti: incoronato come movie di maggior incasso nel 1994 in tutto il mondo, all’epoca si classificò anche come il secondo maggiore incasso di tutti i tempi, alle spalle di Jurassic Park. È tutt’ora il più grande successo in animazione tradizionale nella storia della Disney, mentre mantenne il document per il lungometraggio animato di maggior incasso (in Nord America, al di fuori del Nord America e in tutto il mondo) fino all’avvento dei movie animati in Cgi.
Niente sarebbe stato possibile senza la sceneggiatura firmata da Irene Mecchi, Jonathan Roberts e Linda Woolverton che ha alle spalle un lavoro lunghissimo, con anni di continui rimaneggiamenti del soggetto, di scene animate per poi essere gettate through e disegnate da capo per aderire ai nuovi dialoghi. Una genesi travagliata che ha dato vita a un racconto coinvolgente e commovente del passaggio all’età adulta: non solo (e anche qui, il movie Disney più vicino è Bambi) il protagonista affronta la perdita di uno dei due genitori, ma nel corso della storia impara a guardare il dolore negli occhi e advert accettarlo. “Guarda dentro te stesso, Simba, tu sei molto di più di quello che sei diventato”, cube il fantasma del re Mufasa a suo figlio, incoraggiandolo a prendere il suo posto nel mondo, a smettere di nascondersi e fingere di essere qualcun altro; mentre lo ‘sciamano’ Rafiki gli spiega che seppur doloroso, il passato insegna e da esso non si dovrebbe mai scappare.
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Il resto lo hanno fatto i personaggi iconici e immortali, nati dalle matite di animatori poi diventati leggendari, come Andreas Deja e Mark Henn: dagli spassosissimi Timon e Pumbaa al saggio Rafiki, dalla fiera Nala al fedele Zazu fino all’indimenticabile Mufasa (doppiato in originale dalla profonda voce di James Earl Jones, già prestata a Darth Vader, e in italiano da Vittorio Gassman). È proprio a lui, il padre di Simba, che sarà dedicato il nuovo movie Disney ispirato a questa pietra miliare del cinema e atteso per Natale 2024.
Nel corso degli anni gli amatissimi personaggi de Il re leone sono tornati in una lunga lista di prodotti d’intrattenimento: il sequel Il re leone II – Il regno di Simba, lo spin-off Il re leone 3 – Hakuna Matata (2004), le serie televisive animate Timon e Pumbaa e The Lion Guard, e infine l’omonimo remake fotorealistico in pc grafica del 2019 (diventato a sua volta il movie d’animazione di maggiore successo di tutti i tempi). Mufasa – Il re leone, diretto dal premio Oscar Barry Jenkins, sarà un prequel di questo remake e quindi ne replicherà lo stile fotorealistico e riconfermerà alcuni dei personaggi e dei noti doppiatori (come Beyoncé nel ruolo di Nala) già visti nel 2019.
L’originale, però, resta inarrivabile grazie all’animazione innovativa e le scelte artistic (difatti tutte replicate nel remake). In occasione di questo trentesimo compleanno non mancano i tributi in tutto il mondo: negli Stati Uniti Il re leone torna anche in sala per emozionare ancora con quell’alba maestosa e la nascita di un cucciolo che fa parte, come tutti noi, del grande “cerchio della vita”.????
