Bellaria Movie Pageant, lo storico evento torna in streaming con MYmovies

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Il futuro è un mare antico” – così recita il declare della 42esima edizione del Bellaria Movie Pageant (dall’8 al 12 maggio nell’omonima cittadina in provincia di Rimini), per un continuo sporgersi verso quello che verrà con un occhio e un cuore a quello che c’è stato prima. Da qui sono ripartiti la direttrice artistica Daniela Persico e la direzione organizzativa di Approdi per riposizionare il BFF nello spazio che gli spetta, cioè al crocevia tra passato e futuro, certo, ma anche tra panorama nazionale e internazionale, industria e rete, canone e libertà formale.

Il tutto contornato da un lavoro che dalle comunità locali arriva a quelle virtuali con la partnership di MYmovies ONE, grazie alla presenza sulla piattaforma di tutti i movie della storica sezione Gabbiano. E se la giuria del pageant che decreterà il Miglior Movie e il Miglior Movie per l’innovazione della stessa sezione è composta dal regista Alessandro Comodin, dalla programmer Carla Vulpiani e dal produttore Roberto Cavallini, chi deciderà il vincitore on-line saranno gli spettatori di MYmovies ONE: il movie più votato dal pubblico riceverà infatti un premio del valore di 1.000 euro.

Ma quali sono i titoli in competizione? 8 opere, dai 17’ ai 75’ minuti, temi sociali, presenze visive, archeologie industriali e interrogazioni di immagini – c’è di tutto, senza limitazioni di genere, formato o durata.Si suole partire dall’urgenza, e quindi da Tune of All Ends di Giovanni C. Lorusso, incisione in bianco e nero del grumo di dolore degli Alhaddad, famiglia palestinese che dal 2011 vive nel campo profughi libanese di Shatila e che nel 2020, a causa dell’esplosione nel porto di Beirut, vede spezzata anche la vita della piccola Houda. Uno sguardo verso il passato che svanisce e il futuro che si deve formare è anche al centro di La effective che hai fatto, auto-fiction della regista Giuliana Crociata e della sua ricerca per immagini attorno alla morte della madre, avvenuta quando la donna adulta aveva cinquant’anni e la donna ancora in divenire diciannove.

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Il flusso dei ricordi che infestano i luoghi abita Il re fanciullo, documentario-meditazione di Alessandra Lancellotti che si mette al centro del Castello di Rivara, alle porte di Torino, per evocarne il suo genius loci, Franz Paludetto, anti- e contro- gallerista morto appena un anno fa, pellegrino dell’arte stabilitosi nel maniero/palazzo (assieme advert Aldo Mondino) nel lontano 1983. E se il Castello di Rivara è diventato un’ancora a cui tutto legare, cosa succede quando un museo archeologico si svuota e chi lo abita e lo vive – le opere d’arte – devono andare altrove? Di chi è il punto di vista che troneggia in quelle sale? Le cime di Asclepio di Filippo Ticozzi si chiede e ci chiede questo.

Si esce fuori per le nostre città con gli ultimi lavori di Giuseppe Spina/Giulia Mazzone e di Marta Anatra: Impressio In Urbe #3 – Brescia è la terza tappa del viaggio che il duo fondatore di Nomadica ha ideato in collaborazione con varie Accademie di Belle Arti della penisola, ulteriore momento di flânerie sulla e dentro la superficie urbana delle nostre metropoli dopo i capitoli su Bologna e Siracusa; Horkos, invece, è l’espansione di un precedente lavoro di Anatra, Progresso Renaissance, sempre ambientato nello scheletro industriale di Portovesme, Sardegna, sempre alle presa con la memoria di chi lo attraversa o lo ha attraversato, perché l’industria muore ma le persone no.

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Torna a Bellaria anche Luca Ferri, tra i soggetti-oggetti più interessanti dell’outsider cinema italiano, qui presente con Ludendo Docet, altro meccanismo di ripresa e visione tutto da assorbire: il critico e curatore Domenico Monetti va a Bergamo, si siede davanti a due chili di ostriche e due bottiglie di vino, risponde a trenta domande di cui period all’oscuro – tutto qua, o è solo l’inizio?

Mycelia di Alessandra Stefani, invece, si tuffa nel reenactment dei miti legati alla natura con la storia-ossessione del cercatore di funghi Alberto e una simil-ninfa dal nome eponimo, per un racconto ctonio che parte dagli Appennini e va giù giù in fondo.Questi i movie da vedere, rivedere e votare su MYmovies ONE, a cui si aggiungono i dodici corti della sezione “3 minuti a tema fisso”, quest’anno declinati sotto l’etichetta No Planet B e indirizzati a sbrogliare il rapporto tra esseri umani e cambiamento climatico. Tra ecospettatori ed ecoterroristi, cianotipia e intelligenza artificiale, uno sguardo sulla catastrofe che ci attende e come scongiurarla. Forse.

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