Beppe Carletti: “Con i Nomadi abbiamo fumato un calumet con gli indiani e chiacchierato su un divano con il Dalai Lama. Ed è stato Fiorello che ha reso popolare ‘Io vagabondo’”

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E’ iniziato tutto 61 anni fa, a Novellara in provincia di Reggio Emilia. La storia dei Nomadi è ormai leggendaria: è uno dei gruppi più longevi della storia della musica rock e pop. Anche dopo la prematura scomparsa di Augusto Daolio, il cantante della band morto nel 1992, i Nomadi hanno continuato la loro attività trascinati da Beppe Carletti, memoria storica e fondatore del gruppo. Migliaia di spettatori ovunque, un enorme seguito di fedelissimi, un fenomeno unico nel panorama italiano: cambiano i tempi, ma i Nomadi sono sempre lì, a raccogliere applausi e commozione. A novembre è uscito un cofanetto antologico, E’ stato veramente bellissimo, che raccoglie brani rari, curiosità e concerti stay. Un lungo viaggio nel tempo, con Beppe Carletti, 77 anni, a fare da guida.

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È stato veramente bellissimo, il titolo del recente cofanetto, è una frase che period solito dire Augusto Daolio.

“Sì, alla nice del ogni concerto. La diceva sempre”.

C’è anche una versione di ‘Mi sono innamorato di te’ di Tenco, dove si avverte perfettamente l’intesa tra lei e Daolio: lui introduce, e appena pronuncia la parola Tenco lei parte con il brano. Ma avete mai conosciuto il cantautore genovese?

“Augusto amava molto questa canzone. La canzone period proprio nelle sue corde, la sentiva, e non ne cantava tante scritte da altri. Noi eravamo tanto in sintonia, la cantavamo spesso. Bastava un segno e partivamo, sapevo benissimo quando iniziare. D’altra parte abbiamo lavorato insieme da quando avevamo 16 anni. Augusto amava tanto il gruppo, non si è mai fatto convincere a mollare tutto per diventare un solista. Per lui il gruppo period una famiglia.Purtroppo Tenco non abbiamo fatto in tempo a conoscerlo: quando è morto noi non eravamo ancora famosi. Ma quel brano ce l’avevamo dentro”.

I Nomadi da Mattarella: “I più longevi al mondo dopo i Rolling Stones. Aspettiamo che smettano”

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Com’è stato il primo provino di Augusto? Vi siete conosciuti in una balera.

“Sì, period un locale in provincia di Rovigo, il nostro chitarrista di allora ci cube: “Posso portare un ragazzo che canta ma fa il cameriere?”. Arriva questo ragazzo magrissimo, gli chiedo: ‘Che vuoi cantare?’. E lui: ‘Faccio Be bop a lula’: il pubblico è andato fuori di testa. Da lì è partito tutto”.

Il growth dei Nomadi è arrivato nel 1966, al Cantagiro.

“Cantavamo Come potete giudicar, da quel momento è cambiato tutto. Noi eravamo abituati alle balere, dove suonavamo per ore, invece diventammo il gruppo attrazione, suonavamo 30-40 minuti perché la gente doveva ballare. Devo dire la verità: questo cambiamento non è che ci piacesse tanto. Avevamo meno spazio, eravamo abituati a cantare tante canzoni anche di altri artisti, da Gino Paoli a De Andrè. Dovemmo cambiare la scaletta, è stato quasi un sacrificio”.

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Poi è arrivato l’incontro con Guccini che vi ha portato a dire no a Mogol e Battisti: è vero che la causa della disputa fu ‘Non è Francesca’?

“Period il 1966, stavamo registrando Noi non ci saremo. Arrivarono in studio Mogol e Lucio Battisti, che ci cantò in diretta Non è Francesca. Ci piacque, abbiamo detto a Mogol che l’avremmo fatta, ma lui ci disse che avremmo dovuto suonare solo brani scritti da loro. In quei giorni stavamo provinando anche Dio è morto e scegliemmo di continuare a lavorare con Guccini. Non è Francesca ci poteva stare benissimo nel nostro repertorio, ma le canzoni di Guccini erano enormi. Siamo stati anche fortunati a poter scegliere tra autori così geniali. Quelle di Francesco erano poesie, anche se sono state thoughtful canzoni di protesta. Col tempo sono diventate canzoni nostre”.

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In quegli anni l’Emilia period una fucina di talenti: voi, l’Equipe 84 da Modena, i Corvi da Parma, lo stesso Guccini. C’è un motivo?

“Con l’avvento di Beatles e Rolling Stones sono nati tanti gruppi in Italia, e tutti ci siamo fatti tutte le ossa nelle balere. In Emilia le balere, quella febbre musicale aveva contagiato anche le piccole città . La balera per noi period una palestra: stavamo in mezzo alla gente, facevamo 4 canzoni e fermavamo e magari nell’intervallo ti mettevi a parlare con qualcuno che ti raccontava la sua storia. Ai ragazzi di oggi manca quella palestra. Perché andare in television è una cosa, ma se devi affrontare una piazza o un membership o ci sei o non ci sei”.

Com’erano i rapporti con gli altri artisti?

“Eravamo tutti attivi già da tempo, abbiamo vissuto insieme questo periodo di cambiamento, period piacevole ritrovarsi con colleghi che arrivavano al successo. Ci si incontrava la notte nei bar o nelle pizzerie aperte, ci scambiavamo esperienze, non c’period invidia. E comunque questa abitudine allo scambio di idee e all’ascolto reciproco non si è mai persa. Zucchero, per dire, l’ho conosciuto che non period nessuno, veniva a casa mia a portarmi i demo e a chiedere consigli. Per un periodo avevo un negozio di dischi: a un certo punto venne da me Ligabue, a farmi sentire le cose che aveva scritto.Gli consigliai di cantare lui stesso le sue canzoni, non period per niente convinto. C’è stato il momento di altre regioni, ma l’Emilia è sempre stata centrale. Sarà il Lambrusco…”.

#25aprile2020, La ‘Bella ciao’ dei Nomadi in videoconferenza

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In questi anni avete incontrato personaggi come Arafat e il Dalai Lama. Israele non apprezzò l’incontro con il chief palestinese…

“Abbiamo girato mezzo mondo, sempre per iniziative legate ai bambini. Siamo stati in Cambogia, in Sud Dakota abbiamo incontrato un capo indiano che ci ha fatto fumare il calumet: io non fumo, non sapevo nemmeno cosa ci fosse dentro, ma non potevamo rifiutare. Quando incontrammo Arafat la telecamera ha ripreso tutto. Quell’incontro diede molto fastidio alle autorità israeliane, all’aeroporto non ci volevano far partire,anche se la nostra period un’iniziativa umanitaria. Ci hanno tenuto bloccati 5 ore. Col Dalai Lama abbiamo chiacchierato un’oretta su un divano, sempre nei limiti della comprensione linguistica. Però ricordo benissimo una sua frase: “Se tu riesci a capire la mia religione, amerai ancora di più la tua”. Quando sono alzato mi sembrava di camminare sull’aria. Abbiamo anche incontrato Mattarella, un onore grandissimo”.

Avete cantato anche un brano scritto da Giorgio Faletti.

“Eravamo ospiti del pageant di Baglioni a Lampedusa, c’period anche anche Giorgio. Mi disse “ho questo testo, se lo volete”. Io poi me lo sono dimenticato, me l’ha ricordato anni dopo un mio amico. Ho chiesto poi il permesso alla moglie, ed è stato una bella cosa. Ho un ottimo ricordo di Giorgio”.

E’ vero che è stato Fiorello con il suo karaoke a far tornare di moda Io vagabondo?

“Negli anni 80 non la facevamo più, ma la canzone meritava. Il karaoke l’ha resa di nuovo popolare, in modo definitivo. Fiorello è un grande amico, venuto a Novellara all’iniziativa per Augusto, abbiamo fatto cose insieme, ha sempre avuto grande stima di noi”.

Lei è uno dei pochi che non si è mai stancato di riproporre le vecchie canzoni, e sempre in modo fedele all’originale.

“No, mai stancato. Dico sempre che se quelle canzoni le abbiamo incise così e hanno avuto successo, vuol dire che vanno bene così. Se le stravolgessimo, non saremmo più noi”.

Ha detto che con Augusto sapeva quando iniziava a suonare, ma non quando finiva…

“Non c’period una scaletta, facevamo una lista, la prima dell’elenco period quella ma poi si andava a braccio. Suonavamo tre ore, Augusto period instancabile. Non abbiamo mai litigato, ci siamo confrontati su tutto. Ci vedevamo tutti i giorni. Avrei voluto vivere altri 30 anni con lui”.

Le prossime date del tour:

3 aprile BERGAMO GRAN TEATRO DONIZETTI

5 aprile BRESCIA GRAN TEATRO MORATO

11 aprile PRATO POLITEAMA PRATESE

12 aprile LEGNANO (MI) TEATRO GALLERIA

4 maggio TORINO TEATRO COLOSSEO

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