Sabrina Impacciatore, stella italiana che brilla a Hollywood, racconta: “In Italia tanti colleghi mi mettevano le mani dappertutto, fuori set ne ho contati almeno quattro, e due con i professori a scuola. Confesso di aver sempre subìto in silenzio. Una volta però gli occhi mi si riempirono di lacrime e quello la smise”. Lo ha detto l’attrice al Corriere della sera in occasione dell’arrivo del suo episodio nella seconda stagione di Name my agent – Italia.
Scale back dalla nomination agli Emmy per il ruolo della resort supervisor Valentina di The White lotus, prima italiana insieme a Simona Tabasco a ottenere la candidatura, Impacciatore ha parlato del ruolo dell’intimacy coordinator: “All’inizio mi sembrava surreale e esagerato, invece benedico che ci sia. In White Lotus ho una scena saffica, mi hanno chiesto dove volevo essere toccata spiegandomi inquadratura dopo inquadratura”.
Nell’episodio della serie di Sky, Impacciatore è se stessa, alle prese con la prova di essere madrina della Mostra del cinema di Venezia, in un combine di stanchezza da jetleg, difficoltà a ritrovare le parole in italiano, dopo essere stata a lungo negli Usa, un discorso sulle donne che non prende corpo. Un racconto ispirato anche all’esperienza dell’attrice.
Basti pensare al racconto social fatto da Sabrina Impacciatore il giorno prima degli Emmy. L’attrice ha raccontato che dopo 26 ore di volo e con dieci di fuso orario e conseguente jet lag è arrivata a Los Angeles e solo allora ha potuto provare il vestito. In quel momento è stato chiaro che c’erano delle modifiche da apportare e nella notte (come testimoniato dal video) qualcuno è intervenuto are available una favola. “E come gli uccellini di Cenerentola, vola da me a salvarmi la vita un sarto messicano. E una coscia di pollo”.