Per fortuna, prima di mettersi all’opera, nessuno ha sottoposto David Benioff e D.B. Weiss a un take a look at psico-attitudinale. Diciamo che avere in curriculum la realizzazione del Trono di spade garantiva abbastanza e quindi a Netflix hanno dato carta bianca ai due: che insieme advert Alexander Woo, altro mago in questo genere di cose, si sono messi al lavoro su quella che viene definita la più grandiosa opera di fantascienza dei tempi moderni. Che è cinese, ovvero Il problema dei 3 corpi, autore Liu Cixin.
Primo risultato: in parecchi hanno scoperto l’esistenza di una fantascienza cinese, e di primo livello. Secondo, adesso c’è la serie, appunto su Netflix, e sta facendo versare fiumi di inchiostro internet. In più, da noi c’è stata anche la simpatica parentesi della pubblicità ideata da un altro che non ha passato alcun take a look at, ovvero la scritta “Siete insetti” comparsa alla stazione Termini al posto di arrivi e partenze, roba da denuncia se qualcuno ha perso il treno causa quello. E poi c’è la serie: che è grandiosa, intricata (leggasi: non si capisce niente. O quasi) magnetica. Magnetica come lo period la prima cosa che viene in mente all’appassionato di serie television, ovvero quella Westworld (Sky) che ha avvinto molti ma nella quale non ci capivano nulla nemmeno gli autori.
E però grande rispetto: gli alieni stanno per arrivare, la realtà, tra la Cina e Oxford, è un viluppo emotivo fortissimo. Come diceva quello: piantatela di chiedere cosa vuol dire, vi emoziona o no? Resta l’abilità degli autori: la sequenza iniziale – nel 1966, il linciaggio di un professore di fisica da parte delle guardie della Rivoluzione culturale – richiama certi estremismi del presente, e quindi ci stanno ricamando sopra in parecchi. Ma cos’è il problema dei 3 corpi? Anche qui, si possono trascorrere ore a studiare e documentarsi. Oppure pochi secondi, per passare a un’altra serie: ce ne sono centinaia.
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“Non so nulla di Rocco Siffredi, non ho mai visto un suo movie, ne ignoravo l’esistenza. Ma, a leggere quei messaggi aggressivi che ha inviato alla giornalista, mi sembra evidente: certe cose le scrive per vendetta uno che soffre perché ce l’ha troppo piccolo” (Martina Catuzzi) .
