Imbronciati, richiesti e talentuosi: ecco i giovani leoni che stanno conquistando il piccolo schermo

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Giovani, carini, richiestissimi, dilaganti. E bravi, si direbbe, oppure assai promettenti: particolari nei volti, nel broncio che quasi sempre devono esibire per questioni di età e di rappresentanza della medesima. Se poi sui siti specializzati leggi «Purtroppo non si sa molto della sua vita privata» allora forse ci siamo davvero, andranno lontano. Al momento sono vicini, dentro qualunque televisore che trasmetta fiction italiane dell’ultimo periodo. Qualcuno merita già la qualifica di veteran*, oppure è già sbarcato nel cinema dei grandi, vedi la Valentina Romani che Nanni Moretti ha voluto nel suo ultimo movie nel ruolo della figlia. Per chi l’aveva conosciuta nella Porta Rossa (e con lei c’period Pierpaolo Spollon in versione ultragiovanile, mentre ormai è nel mondo adulto da un bel po’) una sorpresa d’impatto.

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Quella della vita privata misteriosa è invece Margherita Aresti, volto che impatta alla grandissima come studentessa nella seconda stagione de Il professoreGassmann filosofico in cattedra – ma attiva anche nel Noi siamo leggenda di Rai2, che è stato promosso male ma è una più che dignitosa presenza nella fiction Rai in onda. In un gruppo nel quale ormai è impossibile mandare a memoria chi ha recitato in cosa, c’è però un punto di contatto che è quello decisivo nel mettere ordine: si chiama Mare Fuori, più che una fiction un fenomeno mediatico e in qualunque landa sperduta del Paese se viene fuori che ci sono tre attori di Mare Fuori in visita si presentano a migliaia. Punto di contatto anche per la Valentina Romani di cui sopra, per Nicolas Maupas che ha una percentuale di realizzazione altissima (Mare Fuori, Un professore, Sopravvissuti, Noi siamo leggenda) oppure per Domenico Cuomo, il Cardiotrap della serie carceraria vista mare ma anche redento e borderline nel Professore, con Gassmann a lottare accanito per redenzioni ulteriori. Uno come Giacomo Giorgio – Ciro in Mare Fuori – ha già fatto un giro quasi completo, con ruoli anche negli ultimi Diabolik e in television un filotto che comprende Sopravvissuti, Doc, Per Elisa-Il caso Claps e Noi siamo leggenda: ma se nella biografia hai scritto «a 11 anni si trasferisce a Milano per studiare il metodo Stanislavskij» allora c’è della predestinazione. Senza il successo clamoroso di Mare Fuori magari l’intero fenomeno sarebbe dimensionato al ribasso, ma poi chissà: fatto sta che basta soffermarsi su una di queste serie e il campionario sbuca, è ricchissimo e rincuora anche parecchio.

Al centro di Noi siamo leggenda c’è Emanuele Di Stefano, che è il protagonista Massimo con un superpotere, mani incandescenti, di cui farebbe a meno così come farebbe a meno delle metafore sottostanti: ma Emanuele ruba l’occhio e mostra una consistenza superiore entrando a pieno titolo in questa nuova ondata targata Gen Z e che incuriosisce assai: e che se un giorno decidi di recarti finalmente al cinema dopo tante serie television rischi di ritrovare facilmente sul grande schermo. Uno su tutti, Damiano Gavino, nel Professore è il ragazzo Manuel, nell’ultimo Ozpetek (Nuovo Olimpo) è uno dei due protagonisti nell’impossibile storia d’amore tra i decenni.

L’altra chiave per inquadrare tutti è la fortuna sempre più accentuata per le serie television cosiddette Younger-Grownup, nelle quali il solid si divide tra giovani e appunto adulti, spesso genitori, spesso professori, spesso secondini: per lo spettatore il confronto è intrigante, una come Carolina Crescentini è l’interfaccia meno giovane, diciamo, in molte di queste serie, tutta una generazione di attori – da Gassmann a tanti bravi caratteristi – in questi anni è passata da una fiction alla successiva e adesso sono tutti chiocce dei giovanissimi. A occhio destinati a prendersi la scena, e piuttosto a lungo. E chissà quanti altri undicenni stanno per trasferirsi a Milano a studiare il metodo Stanislavskij.

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