“We’re leaving collectively / However nonetheless it is farewell / And possibly we’ll come again / To earth, who can inform?”: “E’ un addio e forse torneremo, chi può dirlo?” cantavano gli Europe nel 1986 in quella The ultimate countdown passata alla storia e, a distanza di quasi quarant’anni da quel loro intramontabile successo, l’intenzione di far partire un countdown finale per salutare definitivamente il pubblico non è minimamente nelle intenzioni del gruppo.
Gruppo che, il prossimo 3 settembre, approderà infatti in Italia alla Trentino Music Enviornment, l’enviornment naturale in mezzo alle montagne di Trento. Unica tappa italiana del loro nuovo tour europeo (dopo aver registrato diversi offered out nelle più grandi venue in Cile, Brasile e Argentina e dopo una precedente tournée in Europa conclusa con due present al London Palladium nel 2023), che li vedrà impegnati fino al 2025.
Età media sessant’anni, ma solamente all’anagrafe: perché gli Europe (Joey Tempest, John Norum, John Levén, Ian Haugland, Mic Michaeli) sono ancora quegli stessi ragazzi che, negli anni 80, hanno dominato le scene rock. Nati in Svezia nel 1981, inizialmente Drive poi Europe, la popolarità arriva prima in patria con l’album di debutto nel 1983 (l’omonimo Europe) e poi nel resto del mondo l’anno successivo con Wings of tomorrow, il secondo album.
Il resto è storia: la consacrazione nel 1986 con The ultimate countdown (che ha totalizzato oltre un miliardo di visualizzazioni su Youtube) Out of this world nel 1988 e Prisoners in Paradise nel 1991. Poi lo scioglimento, la reunion e Begin from the darkish nel 2004, Secret society nel 2006, Final take a look at Eden nel 2009, Bag of bones nel 2012, Warfare of kings nel 2015 e Stroll the Earth nel 2017. E il tour che li vedrà in Italia a meno di un mese. Perché le giacche di pelle e le permanenti ai capelli saranno anche passate, ma gli Europe no. E il remaining countdown per il loro ritorno sul palco è iniziato.
“Se ci chiediamo mai come sarebbe stata la nostra vita senza The ultimate countdown? Qualche volta sì” aveva rivelato tempo fa Joey Tempest a Louder Sound, “con Wings of tomorrow sapevamo che saremmo andati lontano, ma non avremmo mai potuto sognare quello che ci ha dato quella canzone. Per un breve periodo siamo stati la band più grande al mondo. All’improvviso stavamo suonando nei competition con i Duran Duran e ho pensato: ‘Okay, staremo qui per un po’, vero?'”.
