Vasco Rossi e il tour 2024: “La scaletta sarà più incazzata, è un periodo storico difficile”

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La scaletta dei concerti di quest’anno “sarà diversa” da quella dell’anno scorso, “sarà più sul sociale, un po’ più incazzata, un po’ più dura, perché questo è un periodo veramente complicato, molto difficile e siamo tutti chiaramente preoccupati”. Ha evocato le paure e la preoccupazione per le guerre in corso ma soprattutto per possibili, peggiori, scenari futuri, Vasco Rossi.

“Speriamo che vada bene – ha aggiunto il rocker – e come diceva Helenio Herrera ‘sperem de no’, cioè speriamo che non succeda quello che sta per succedere”.

Il premio a Vasco

L’artista, che oggi a Gardone Riviera, nel Bresciano ha ricevuto il XV Premio del Vittoriale, che gli è stato consegnato dal presidente della omonima fondazione Giordano Bruno Guerri, ha intrattenuto una ‘chiacchierata’ a tutto tondo con il rocker, in attesa del suo tour a giugno, già tutto esaurito: 7 tremendous eventi a Milano, stadio San Siro, e gran finale a Bari, stadio San Nicola, con 4 concerti consecutivi. Un premio di cui il cantautore si cube “molto onorato”.

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Una scaletta diversa

A una domanda arrivata dal pubblico sulla scaletta dei prossimi concerti, Vasco risponde: “Quella dell’anno scorso period intima, parlava molto del rapporto uomo-donna, erano canzoni molto per le donne e quindi è piaciuta moltissimo, perché quando tu parli alle donne sono tutti contenti, anche gli uomini. Quest’anno la scaletta sarà diversa, non può essere uguale” proprio perché il momento storico è diverso, dà a intendere il ‘Komandante’. Che parlando dei concerti dal vivo cube: “Sono un momento di comunione e liberazione”.

Il vero comandante

“D’Annunzio period un comandante vero – ha detto Vasco sul palco – io sono comandante con la okay, ma in verità faccio fatica a comandare anche me stesso, però tutte le cose che ho fatto le ho fatte coinvolgendo altre persone”.

Il processo creativo

Vasco ha raccontato anche come scrive una canzone: “Devo essere in una dimensione senza tempo, prendo la chitarra, escono delle armonie e cerco di dare parole con i suoni. Descrivo una sensazione usando l’irrazionalità e non so mai che canzone uscirà”.

Le motivazioni del premio

Il presidente Giordano Bruno Guerri e il consiglio di amministrazione della Fondazione hanno deciso di assegnare il premio “al Komandante che per il suo viaggio nella vita e nella musica ha inventato la definizione di “supervissuto“, ha costruito un genere, quello del rock italiano, adattando metrica, linguaggio e temi e rompendo ogni schema, ha sempre avuto il coraggio di osare e sfidare il tempo restando fedele a se stesso. Un ribelle gentile capace di mantenere intatta la passione, di incantare generazioni, specchiarsi nelle proprie ombre e tornare alla luce usando la bussola dell’audacia”.

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