Puff Daddy, dopo la perquisizione gli avvocati attaccano: “Raid in stile militare”. Coinvolto anche il premio Oscar Cuba Gooding Jr

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Gli avvocati di Sean Combs, in arte Puff Daddy, hanno accusato gli agenti federale per il blitz nelle case del rapper: secondo i legali è stata “un’imboscata in stile militare senza precedenti, basata su accuse infondate“. Lo riportano i media statunitensi. Le perquisizioni sono state seguite nell’ambito di un’indagine in corso per possibile traffico sessuale da parte dell’impresario dell’artista americano. È la quinta azione legale negli ultimi mesi contro il tycoon dell’hip-hop.

“Una caccia alle streghe”

“Questa imboscata senza precedenti non è altro che una caccia alle streghe”, ha detto uno degli avvocati Aaron Dyer. Combs è alle prese con almeno quattro trigger legali da parte di persone che sostengono di essere state abusate sessualmente da lui e lo accusano di essere un molestatore seriale. “Non è stata accertata alcuna responsabilità penale o civile per nessuna di queste accuse. Il signor Combs è innocente e continuerà a combattere ogni singolo giorno per riabilitare il suo nome”, ha detto ancora il legale, sostenendo che ci sia stata “un’eccessiva dimostrazione di forza e ostilità da parte delle autorità”.

Una causa da 30 milioni di dollari

Rodney ‘Lil Rod’ Jones, questo il nome del producer, sostiene che Combs gli abbia messo le mani addosso mentre lavorava con lui per il suo ultimo album. Secondo i documenti allegati alla causa in cui sono in gioco 30 milioni di dollari, Jones afferma di aver abitato e viaggiato con Sean Combs tra settembre 2022 e novembre 2023. L’uomo sostiene di essere stato drogato e “ricorda di essersi svegliato nudo in stato confusionale a letto con il musicista e due prostitute”.

Foto compromettenti

Allegate all’azione legale ci sono foto di feste a casa del rapper che mostrerebbero ragazze minorenni e prostitute sotto l’effetto di stupefacenti. Coinvolti nella causa sono il figlio di Combs, Justin e la sua capo employees Kristina Khorram government di Common Music e Motown. Ma non solo.

Spunta anche il nome di Cuba Gooding Jr

Nella sempre più intricata azione legale contro il re dell’hip è finito coinvolto anche Cuba Gooding Jr: l’attore premio Oscar per Jerry MaGuire è stato citato come co-imputato nella causa del producer Rodney ‘Lil Rod’ Jones.

La denuncia originale di Jones, presentata in febbraio, è stata emendata poche ore dopo che agenti della Homeland Safety hanno effettuato raid in due ville di Combs a Miami e Los Angeles.

Le accuse contro l’attore

Il producer afferma che Gooding Jr. lo molestò nel gennaio 2023 mentre entrambi si trovavano sullo yacht dell’impresario. “Combs mi aveva adescato per poi passarmi ai suoi amici”, sostiene ora Jones, affermando che “i peggiori timori erano diventati realtà” all’incontro con Gooding sulla barca.

Le molestie

L’attore, già al centro di accuse per molestie da parte di varie donne, avrebbe allungato le mani, “accarezzandolo sulle cosce vicino all’inguine, sul fondoschiena e le spalle”, con gesti che avevano provocato al producer “profondo disagio”.

Jones aveva respinto le avance ma Cuba non si period fermato fino a quando l’altro non l’aveva respinto con la forza. “Come padrone dello yacht, Combs aveva il dovere di proteggermi. Invece incitò Gooding a proseguire”, si legge nell’azione legale.

I precedenti

La nuova azione legale contro l’artista, fa seguito al patteggiamento avvenuto a novembre tra Combs e la cantante R&B Cassie (vero nome Casandra Ventura), sua ex compagna per oltre un decennio, dopo le accuse di lei di coercizione sessuale, violenze e stupro. Per l’impresario il risarcimento aveva chiuso il caso legale, ma il danno sostanziale alla sua reputazione e alla sua legacy period già emerso con il ritorno a galla di vecchie accuse di violenza: per altre tre di queste il rapper è stato portato in tribunale.

Gli anni d’oro

Negli anni Novanta, lavorando con star come Infamous B.I.G. e Mary J. Blige per la sua etichetta Dangerous Boy Information, Sean Combs è stato il motore per la commercializzazione dell’hip-hop. L’impresario è ricchissimo, con una fortuna stimata a un miliardo di dollari e guadagni annuali, secondo Forbes, di 90 milioni, ma a causa delle azioni legali si è dimesso da Revolt, la rete televisiva musicale da lui fondata nel 2013.

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