Perché Repubblica non ha censurato Ghali

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In merito a quanto pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano, la direzione di Repubblica precisa che non è stata mai fatta alcuna censura contro il cantante Ghali, gli è stato invece chiesto di rispondere a una domanda sulle polemiche seguite al suo primo intervento a Sanremo in merito al mancato riferimento al 7 ottobre e lui ha scelto di non farlo. Pubblichiamo sul nostro sito l’intervista in questione che aspetta la sua risposta su questo tema perché il dialogo fra prospettive numerous arricchisce tutti.

Di seguito il testo dell’intervista a Ghali, ancora in attesa di una risposta sul 7 ottobre.

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(ansa)

Sanremo 2024, Ghali: “Serve un fronte comune contro ogni forma di violenza. Assurdo che mentre noi qui cantiamo, ci siano bambini che muoiono”

dal nostro inviato Carlo Moretti

Prima i commenti negativi sui social, poi anche quello del presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, che ha parlato di “propaganda anti-israeliana” per la frase “per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale”. Ghali e “Casa mia” nell’occhio del ciclone, anche se nella canzone non ci sono riferimenti precisi. Ieri il rapper milanese di origini tunisine si è difeso dicendo: “È necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso”.

In molti hanno detto o scritto che ‘Casa mia’ è dedicata agli abitanti di Gaza. Ha già spiegato che il brano è stato scritto prima del 7 ottobre ma non può non aver considerato che, in questo momento storico, potesse essere interpretato in riferimento al conflitto israelo-palestinese. Un rischio che evidentemente ha accettato di correre…

“Ho iniziato a scrivere “Casa Mia” molto prima del 7 ottobre, poi alla luce di quanto accaduto alcuni passaggi si sono inevitabilmente caricati di un’attualità, di una forza e autenticità dirompenti, motivo che mi ha spinto ancora di più a portarla al Pageant”.

Tra i critici anche il presidente della comunità ebraica, Walker Meghnagi, convinto che “l’esibizione di Ghali ha ferito molti spettatori”. Cosa può rispondergli?

“Sono conscio, come ho già avuto modo di chiarire, di non avere il ruolo per dirimere una questione internazionale, quello che mi muove e guida il mio fare musica è innescare una riflessione con la speranza che il domani possa essere migliore per tutti, a cominciare dai bambini cui è rivolto il mio primo pensiero”.

Ha preso posizione per evitare che il silenzio potesse essere interpretato come un assenso, ma c’è qualcosa che cambierebbe nella sua comunicazione?

Il silenzio, di fronte a certi accadimenti, può essere preso in qualche modo come assenso. Quindi perché non utilizzare la mia voce per dare voce a chi non sempre ne ha, se questo può portare a qualcosa di buono e stimolare la riflessione e il dialogo?”.

Dargen D’Amico ha fatto un appello per il “Cessate il fuoco”: ne avete parlato? Vorrebbe anche lei lanciare un appello in questo senso?

“Non ne abbiamo parlato, ma in questo momento storico penso sia più che mai importante fare fronte comune per diffondere un messaggio di speranza e contro ogni forma di violenza. È semplicemente incredibile che mentre siamo qui a cantare ci siano le bombe sui civili, i bambini che muoiono. E io non me la sento di fare finta di niente”.

Le dichiarazioni di Ghali non sono mai state censurate da Repubblica, che ha dato conto anche del suo intervento dal palco dell’Ariston, nella serata finale del competition, pubblicandone il video sul sito. Per non dire della presenza dell’artista sulla copertina dell’ultimo numero del Venerdì di Repubblica. Quanto all’intervista, period stato chiesto di integrarla con una risposta sul 7 ottobre, richiesta fatta da uno dei nostri inviati con un messaggio whatsapp mandato all’entourage dell’artista all’1.16 di venerdì 9 febbraio, messaggio che non ha mai ricevuto risposta e nel quale si ribadiva l’intenzione del giornale a pubblicare l’intervista non appena Ghali avesse fornito una risposta, naturalmente quella che riteneva di dover dare. Quella risposta non è mai arrivata.

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