Polemica su Dargen D’Amico a Domenica In che parla di migranti. Le opposizioni: “Rai megafono del governo Meloni”

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Dopo l’appello ‘Cease al genocidio’ di Ghali dal palco dell’Ariston, che ha scatenato reazioni, applausi e attacchi, nel mirino delle polemiche è finita anche la puntata di ieri di Domenica In. Protagonista questa volta Dargen D’Amico con il suo intervento sull’immigrazione. Rispondendo alle domande dei giornalisti sul tema della sua canzone “Onda alta” è stato interrotto e congedato dalla conduttrice Mara Venier: “Questa però è una festa e non c’è tempo necessario per affrontare un tema così importante”.

E sulla scia dell’appello di Ghali durante l’ultima serata del Competition di Saremo, con l’intervento dell’ambasciatore israeliano che non ha gradito l’uscita del rapper dal palco “sfruttato per diffondere odio”, le polemiche sulla Rai continuano. Indignate le opposizioni. Il Pd ribadisce che “la libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata”, con la richiesta di dimissioni dell’advert Roberto Sergio che ieri ha espresso solidarietà “al popolo di Israele e alle comunità ebraiche”. E c’è chi ripete che la “Rai ormai è diventata il megafono del governo di Giorgia Meloni”.

Venier-Dargen D’Amico

Durante la puntata post-Sanremo di Domenica In, Mara Venier ha fermato Dargen D’Amico mentre parlava di immigrazione. “I soldi dei versamenti del lavoro dei cittadini stranieri nella case della previdenza italiana è più alto di quelli spesi per l’accoglienza”, afferma il cantante dopo aver spiegato il significato della sua canzone in competizione all’Ariston. A questo punto interviene Venier che lo interrompe: “Siamo qui per parlare di musica e divertirci. Questi sono temi importanti ma ci vuole il giusto tempo per approfondirli, non possiamo farlo in due parole”. Poi dopo aver lanciato l’ospite successiva, Clara, si avvicina ai giornalisti e, credendo che il microfono fosse chiuso, ha detto loro: “Così mettete in imbarazzo me”.

Il comunicato Rai letto da Venier

Ma non è finita qui. Nel mirino è finito anche il comunicato diramato dall’azienda, dopo le proteste dell’ambasciatore d’Israele per le parole di Ghali dal palco, e letto da Mara Venier in cui “si solidarizza unicamente con Israele, dimenticandosi di tutti quei civili che sono massacrati a Gaza. La Rai è ormai diventata il megafono del governo di Giorgia Meloni e i suoi vertici sono inevitabilmente schierati con esso”, commenta il deputato dem e segretario Pd della toscana Emiliano Fossi chiedendo anche le dimissioni dell’advert Rossi. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, invece, non è così. “I messaggi devono essere sempre equidistanti. È mancato nella prima giornata un messaggio a tutela degli ostaggi. Ieri pomeriggio c’è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio, che ha riequilibrato la situazione. Il primo giorno sembrava una scelta soltanto di una parte, la seconda è stata più equilibrata, ha portato equilibrio in una posizione che pendeva soltanto da una parte”.

Caso Ghali, l’advert Rai risponde all’ambasciatore israeliano: Mara Venier legge il suo messaggio

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Le reazioni

La gestione del delicato argomento da parte della Rai ha fatto scatenare le reazioni dei partiti di opposizione. “Quello che è successo è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma, Domenica In su Rai Uno”, attacca Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito democratico. I componenti dem della commissione di Vigilanza Rai ribadiscono che “la libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata. Ieri abbiamo assistito a una brutta pagina della Rai con l’advert che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che cube un artista sul palco e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono. La questione non è la condanna della strage del 7 ottobre, che ci vede tutti uniti, come ci vede tutti uniti a chiedere il cessate il fuoco umanitario a Gaza, ‘quanto il rispetto degli artisti e la salvaguardia del pluralismo del servizio pubblico, la distinzione e la prerogativa dei ruoli, il rispetto del codice etico, del contratto di servizio e del Tusma. Non compete all’Advert entrare sui contenuti, addirittura in prima persona, interpretando arbitrariamente dichiarazioni o efficiency artistiche e imponendo la lettura di un proprio comunicato in diretta television per informare gli italiani del proprio pensiero”.

Concetto ribadito anche dal deputato del Partito democratico, Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd: “Una pagina nera della Rai a Domenica In – scrive su X – Il servizio pubblico che teme gli artisti e la loro voce, che tenta la censura in modo scomposto, smette di essere story. Ghali e Dargen, con un messaggio di tempo, hanno mostrato tutta la debolezza di questo sistema di potere”.

Sui social la consigliera Rai, Francesca Bria, esprime “solidarietà alle 1200 vittime israeliane del 7 ottobre e alle 30mila vittime palestinesi, 70% donne e bambini. Il ruolo della television pubblica è garantire una libera informazione, completa e veritiera. E di tutelare la libertà d’espressione artistica. La Rai è di tutti i cittadini e deve tutelare con forza la piena libertà di parola e d’espressione artistica. A maggior ragione quando si tratta del più seguito evento televisivo del paese”.

Per la presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia del M5S, “il Competition di Sanremo è la massima espressione della canzone italiana e ciascun artista deve essere e sentirsi sempre pienamente libero di esprimere le proprie opinioni, nel rispetto di tutti. Così ha fatto Ghali e altri artisti. Amadeus e la Rai hanno garantito questa libertà e gliene va dato atto. Nessuna pressione esterna può limitare la libera espressione delle opinioni di ciascuno, tanto più sul servizio pubblico. La Rai ha sempre seguito e dato ampio spazio alla tragedia del 7 ottobre e ha sempre ricordato gli ostaggi israeliani nei suoi spazi informativi e di approfondimento e bene ha fatto l’amministratore delegato della Rai a esprimere solidarietà nei confronti di Israele, ma il suo ruolo a differenza di quello di un artista gli avrebbe imposto di esprimersi allo stesso modo anche nei confronti delle vittime civili palestinesi della guerra a Gaza. E questo non è avvenuto – continua Floridia – Chi riveste un ruolo istituzionale ha il dovere dell’equilibrio, mentre il suo intervento è sembrato avere l’intenzione di stigmatizzare la libera espressione delle opinioni di alcuni artisti. È chiaro che questo non è lo spirito del servizio pubblico, e che l’azienda non può prestare il fianco in questo modo advert una simile polemica su un tema tanto serio e delicato”.

Per il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli e il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, deputati di Alleanza verdi sinistra, “sarebbe opportuno a questo punto che l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, estendesse il comunicato di solidarietà anche al popolo palestinese che dopo il terribile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso, ha subito in questi mesi l’inaccettabile perdita di 28mila civili innocenti. La vita di ogni civile e di ogni bambino e bambina palestinese è preziosa e la loro morte non merita il silenzio”. E si rivolgono direttamente a Mara Venier: “Si unisca a questo appello, poiché la vita umana va onorata senza distinzioni, senza morti di serie A o di serie B e ‘Domenica In’ è trasmissione di tutti gli italiani”.

Muccino posta la bandiera di Israele sui social

La polemica sollevata dall’appello di Ghali sul palco dell’Ariston coinvolge la politica ma anche il mondo dello spettacolo. Gabriele Muccino su Instagram posta una foto della bandiera israeliana con inno di Mameli come sottofondo, che sembra ironizzare sulla posizione della Rai riguardo al conflitto in Medio Oriente. Il publish incassa il ‘mi piace’ dal profilo ufficiale dei Negramaro e Alessandro Di Battista scrive: “Bravissimo”.

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