Il Competition alla prova generale, promossi e bocciati

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SANREMO – Visto alla vigilia, nel giorno della prova generale, il Competition è soprattutto un palco che non ti aspetti. Molto più colorato e, soprattutto, decisamente più tecnologico di quelli realizzati per le scorse edizioni. Una meraviglia: nessuna foto, males che meno i rendering circolati finora, potevano esprimere tutto il potenziale delle scenografie disegnate per la 74esima edizione da Gaetano Castelli e da sua figlia Chiara, come il pubblico potrà scoprire stasera.

Un palco così può accoglierti ed esaltarti ma anche inghiottirti, con quei due giganteschi meccanismi che si aprono come una bocca di luci proprio al centro delle due scale laterali. Lo sanno bene Ghali e Dargen D’Amico, richiamati all’ordine per tenere le posizioni di partenza, in modo da evitare incidenti: “All’inizio del pezzo il meccanismo si abbassa, rischia di colpirti in testa, devi fare almeno un passo avanti”, ha detto l’assistente di palco a Ghali che cercava di scaricare la tensione ballando e muovendosi all’indietro. La tensione è scivolata by way of e il rapper milanese ha cantato in modo impeccabile Casa mia.

Quando è arrivato il suo turno, anche Dargen D’Amico ha scoperto le insidie nascoste tra le meraviglie del palco: “Il tuo Sanremo… finisce qui”, ha ironizzato il rapper, utilizzando le pause giuste imparate facendo il giudice a X Issue e rispondendo così al direttore di palco che gli manifestava i pericoli di quelle mandibole. Sarà forse per sfuggire a quella presa se a un certo punto Dargen è sceso dal palco facendo il giro della platea: il pezzo Onda alta ha così confermato tutte le sue potenzialità. E se quasi tutti gli artisti hanno scelto per le esibizioni abiti, per dir così, “civili”, Dargen non ha smesso la voglia di stupire advert ogni outfit presentandosi in scena con un vestito floreale sui toni del rosso.

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I colori che disegnano la scena durante le esibizioni sono il giusto controcanto visivo a quanto accade sul palco: la cresta fucsia dei La Unhappy trova un’eco nei riflessi del fondale ma non potrà aiutare il pezzo a spiccare il volo più di tanto. Il commento cromatico segue alla lettera il testo espressivo di Ghali: “Ma il prato è verde, sempre più verde, il cielo è blu, molto più blu”, e anche il palco diventa ora verde, ora blu. A proposito del Volo, i tre cantanti ingaggiano un corpo a corpo con il pubblico, scendono dalla scaletta verso la platea, migliorano dal vivo un pezzo che può avere un suo ampio pubblico pop.

I Ricchi e Poveri impegnati nel primo pezzo elettrodance della loro carriera saranno accompagnati da quattro ballerini: il pezzo è divertente e loro lo cantano al meglio. Ritmi da ballare anche per Angelina Mango, che si muove sul palco con passi di cumbia: il testo di La noia resta largamente impenetrabile ma è sufficiente la musica a metterla in una luce giusta. Bella la resa nelle show generale di Emma e di Irama, mentre Mr. Rain aggiunge altra tecnologia al palco già tecnologico di suo: prima che inizi l’omonima canzone i tecnici montano per lui in tempi document due altalene. Renga e Nek cantano da maestri il loro amore in Pazzo di te, Annalisa sfodera il suo tormentone, Sinceramente, con quel ritornello in cui cube “quando, quando, quando, quando”, una ripetizione rischia di oscurare la sequenza famosa nel mondo cantata da Tony Renis nel Sanremo del 1962.

Bene Geolier, bene i Negramaro ma su tutti spicca l’esibizione di Loredana Berté, che stavolta canta rivolgendo le parole a se stessa prima che al mondo, come di fronte allo specchio di casa sua. Una confessione della sua forza ma anche di tutte le sue debolezze: “Col cuore che ho spremuto come un dentifricio e nella testa fuochi d’artificio. Non ho bisogno di chi mi perdona, io, faccio da sola, e sono pazza di me perché mi sono odiata abbastanza. Prima ti dicono che sei pazza, poi ti fanno santa”. Aspettando che anche il Competition la porti finalmente in gloria.

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