La speranza è che per il Gladiatore Russell Crowe, questa sera gli autori del programma abbiano elaborato qualcosa di più originale rispetto al trattamento John Travolta che tra balletti ridicoli e situazioni imbarazzanti non ha fatto fare bella figura al pageant. Consola sapere che la star di Hollywood stasera suonerà con la sua band, i Gents Barbers con cui questa property sarà in tour in Italia, e sembra non vedere l’ora dal momento che ha scritto sui social: “Sanremo arriviamo!”
Non è la prima volta che la star neozelandese viene ospite all’Ariston, ha già suonato a Sanremo nel 2001, nel pageant condotto da Raffaella Carrà, sull’onda del successo del movie Il gladiatore.
A quel movie di Ridley Scott è legata non solo la sua fama globale (e un Academy Award), ma anche l’amore per l’Italia (nonostante Scott avesse ambientato a Malta la sua antica Roma) che recentemente ha avuto anche una spiegazione di sangue: nel suo dna ci sono infatti avi italiani.
Negli anni Crowe (60 anni advert aprile) è venuto più e più volte nel nostro paese sia in vacanza (twittando foto cartoline da posti iconici come il selfie al Colosseo con la scritta “ho portato i bambini a vedere l’ufficio”) che per ricevere premi, girare movie e promuoverli. Nel 2022 period stato premiato a Roma con una onorificenza al Campidoglio che aveva accettato con un discorso in perfetto italiano. “Sono al servizio di Roma”. L’attore e regista ha parlato del suo personaggio definendolo un migrante e dicendo “Massimo period un ospite, period un immigrato, period un outsider e voglio chiedere al signor sindaco di utilizzare la sua carica e la sua posizione per dimostrare questo al popolo di Roma e consentire tutto questo anche ai suoi ospiti. Non sapete da dove potrà venire il prossimo campione”.
Crowe è un grande affabulatore, due anni fa aveva tenuto incollata alle poltrone una platea di spettatori della Festa di Roma con aneddoti, dietro le quinte, consigli dedicati agli studenti di cinema. “Invecchiando hai la possibilità di insegnare quello che hai imparato e io voglio fare con voi una conversazione completamente libera sulle cose che vi potrebbero interessare – aveva detto – C’è una sola regola oggi: solo gli studenti di cinema possono fare domande, non voglio domande sulla mia colazione, voglio parlare di cinema, narrativa e recitazione”. Un incontro fiume in cui ha raccontato della sua prima volta su un set (“mi ci portò mia mamma che period un addetta al catering”), dei segreti del Gladiatore e di tutta la preparazione che ha messo per ogni personaggio.
“Ogni ruolo che ho fatto ha rappresentato una sfida, una sfida intellettuale per A good looking thoughts che mi ha fatto impazzire perché ho dovuto incarnare una malattia fisica, i tantissimi tic del personaggio che con l’aumentare della malattia ci ha portato a 16 tic molti dei quali in contemporanea. Una sfida fisica è stato Cinderella man di Darren Aronofsky un movie sulla boxe, che abbiamo girato in 70 giorni di cui 36 sotto la pioggia pure freddissima. Quando ho girato Les Miserables ero felicissimo, andare sul set per cantare e recitare le cose che amo di più e poi c’erano dei compagni di set come Hugh (Jackman, ndr), Anne (Hathaway, ndr) e Samantha (Barks, ndr) fantastici. Poi però quando l’ho visto alla première non ho detto niente, dopo la proiezione sono tornato a casa ma tutto quello su cui avevo lavorato per il mio personaggio se n’period andato in postproduzione. Comunque è stato uno dei miei set preferiti”.
