Riccardo Muti e il dono di Philip Glass: “Un’opera ispirata alla mia Napoli e a Federico II”

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Torino — Cento musicisti, dieci membri dello workers, cinque tecnici di scena, un fotografo, un medico e un addetto alla sicurezza e lui, il direttore emerito a vita Riccardo Muti: sono i numeri della tournée europea della Chicago Symphony Orchestra che dall’11 al 29 gennaio presenta 14 concerti in 11 città di sette Paesi — ovvero Austria, Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo.

Il cartello che campeggia sui tre concerti italiani non lascia speranze: è tutto esaurito, offered out, ausverkauft, complet. La prima tappa italiana è stata ieri sera all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto di Torino per un concerto anteprima di Mito Settembre Musica, in collaborazione con i Concerti del Lingotto (la serata ha contribuito al sostegno delle attività della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro): in programma la prima italiana di The triumph of the octagon di Philip Glass, la Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90, Italiana di Mendelssohn e Aus Italien, fantasia sinfonica in sol maggiore op. 16 di Richard Strauss.

Riccardo Muti: “Il ‘Va, pensiero’ come inno nazionale? Verdi avrebbe preso a calci tutti quanti”

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The triumph of the octagon di Glass ha debuttato in America nel settembre 2023. Così il maestro Muti, al termine del tour Le vie dell’amicizia, ha raccontato la genesi di questo brano: «È iniziato tutto quando, con la Chicago Symphony, abbiamo eseguito l’Undicesima sinfonia di Philip Glass. Glass è rimasto molto colpito da un’esecuzione straordinaria, dopo il concerto è venuto nel mio camerino dove ho appeso delle foto per me molto importanti: c’è il portone della casa dove sono nato in Through Cavallerizza 14 a Chiaia, a Napoli, una foto del Golfo di Napoli e una foto di Castel del Monte. A cinque anni mi hanno portato a visitarlo e io sono rimasto folgorato da quella “corona” su una collina che è alta 540 metri. È un immenso tempio in provincia di Andria, degno della costruzione delle piramidi, come concetto, come lavoro, come sforzo per costruirlo: è ottagonale perché l’otto è il simbolo dell’infinito. Ho spiegato tutto questo a Glass che period curioso di questa foto e ha deciso di scrivere un brano dedicato a me e all’orchestra ed è un omaggio a Federico II e all’Italia. È un brano nel tipico stile e nel carattere di Glass: è una pagina molto raccolta per orchestra d’archi, arpa e pochi strumenti; la porto in tournée per dimostrare l’affetto di un grande musicista per l’Italia».

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Stasera alle 20 c’è l’atteso ritorno di Muti alla Scala di Milano con Aus Italien di Richard Strauss e la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100 di Sergej Prokofiev. Il 29, sempre alle 20, l’ultimo appuntamento del tour a Roma, al Teatro dell’Opera, dove Muti è direttore onorario in un concerto in occasione del centenario della Banca del Fucino (che ha messo a disposizione del pubblico 700 biglietti gratuiti) per Il lago incantato di Ljadov, la seconda suite dall’Oiseau de feu di Stravinskij e Aus Italien di Richard Strauss. Muti tornerà a dirigere in Italia dal 21 febbraio al Regio di Torino: un nuovo allestimento di Un ballo in maschera di Verdi.

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