Fiorella Mannoia a Sanremo 2024: “‘Mariposa’ vuol dire farfalla, il pubblico lo scoprirà sul palco”

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Tra i trenta artisti in gara alla settantaquattresima edizione del Pageant di Sanremo anche Fiorella Mannoia, alla sua sesta partecipazione: dopo Caffè nero bollente del 1981, Come si cambia del 1984, l’intramontabile Quello che le donne non dicono del 1987, Le notti di maggio del 1988 e Che sia benedetta del 2017, l’artista porterà infatti quest’anno Mariposa. “Mariposa vuol dire farfalla” ha spiegato ai microfoni di RaiPlay, “ma io manterrei riserbo fino all’esposizione perché voglio tanto che la gente la scopra sul palco”.

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Settant’anni il prossimo 4 aprile, oltre cinquant’anni di carriera, diciannove album in studio e numerosi successi che l’hanno resa una delle voci più amate della discografia italiana. Ma anche Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e Cavaliere dell’Ordine del Consiglio Mondiale del Panafricanismo, oltre che costantemente in prima linea nell’impegno umanitario: “Nella vita ho ricevuto tanto e sono una donna molto fortunata, e allora penso che restituire un po’ di questa fortuna laddove ce n’è bisogno lo sento quasi come un dovere” aveva rivelato qualche tempo fa, “dobbiamo dare anche un senso al nostro passaggio su questa terra, perciò non è soltanto prendersi gli onori e le glorie, bisogna sempre tenere uno sguardo aperto su chi queste fortune non le ha”.

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E dal palco dell’Ariston, con la sua inconfondibile voce, Mannoia libererà ora la sua Mariposa: “Io dico sempre che Sanremo è un palco stregato e che per noi cantanti è sempre una croce e delizia, perché lo amiamo e lo odiamo” aveva confessato lo scorso dicembre sul palco di Sanremo giovani presentando il titolo del suo brano, “lo odiamo nel momento in cui stiamo per salire perché il cuore ti arriva in gola e non c’è niente da fare, puoi venire qui per vent’anni di seguito ma quando valichi quell’ingresso l’emozione è sempre la stessa”. E ancora: “È il miracolo delle canzoni, ognuno le fa proprie e hanno questa prerogativa: ricordano sapori, odori, persone, amori, amori finiti, amori nati. È questa la prerogativa che nessun’altra forma d’arte ha”. E per questa sua sesta volta arriva con le idee ben chiare: “Certo, quello che ci sta intorno in questo momento porterebbe a pensare di no però io continuo a pensare che la vita è perfetta, siamo noi che la sporchiamo”. Dopotutto l’aveva già detto proprio a Sanremo nel 2017: “Per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta”.

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