‘La meglio gioventù’ set, ricordi ed emozione: il solid si ritrova 20 anni dopo. “Una favola vissuta da un gruppo di amici”

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La meglio gioventù, vent’anni dopo. “Come avrà retto il tempo?” s’interroga Marco Tullio Giordana tra la folla del Sala Troisi a Roma. Pare benissimo a giudicare dalla folla che si è presentata per la maratona da sei ore – centinaia di ragazzi – come i protagonisti di allora: sono già lì Sonia Bergamasco con le graziosissime figlie: “Ricordo che all’anteprima a Cannes ero incinta di tre mesi, ma non lo avevo detto a nessuno”, racconta emozionata. Lì vicino c’è Alessio Boni che alla figlia di Bergamasco (oggi è ventenne) racconta: “Ho una fotina tua che mi diede tuo padre, in cui sei un batuffolo”.

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Fabrizio Gifuni arriverà più tardi, per impegni di lavoro, manca ancora il produttore Angelo Barbagallo.

Luigi Lo Cascio, i capelli tinti di nero per esigenze lavorative, è gasatissimo. Jasmine Trinca è già dentro il cinema, con la figlia Elisa, che di anni ne ha quattordici e assicura che la maratona la vedrà tutta. E poi ecco gli storici sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia, si aggiunge al gruppo Valentina Carnelutti – non mancano gli affiatatissimi membri della troupe, il direttore della fotografia Roberto Forza, il montatore Roberto Missiroli, il truccatore Enrico Iacoponi.

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Ciascuno ha un aneddoto da raccontare sul movie che attraverso i destini incrociati di due fratelli, dei loro amici, delle loro storie d’amore e di una costellazione di altri personaggi – la storia dell’Italia dal 1966, nei giorni dell’alluvione di Firenze, agli anni 2000, passando per il Maggio ’68, la legge Basaglia, gli anni di piombo, quelli del riflusso, la tremendous della prima Repubblica e la riscoperta dei sentimenti.

Il movie vinse 6 David di Donatello su 11 candidature, 7 Nastri d’Argento e 3 Globi d’oro. Al pageant di Cannes vinse il primo premio nella sua categoria Un sure regard, diventando subito un titolo comprato in oltre 30 paesi. Uscito nelle sale italiane il 22 giugno 2003 in due parti distinte di tre ore ciascuna, divenne un autentico “caso” per la distribuzione con file epocali davanti ai cinema e quando approdò su Rai1, in quattro puntate prima di Natale, registrò fino a sette milioni di spettatori, guadagnandosi poi una prima serata in reproduction (su Rai 3) tre anni dopo.

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Luigi Lo Cascio, che all’epoca aveva appena girato I cento passi, racconta come “il progetto di La meglio Gioventù period un po’ il prolungamento di quella esperienza bellissima. Penso alla fortuna di aver fatto questo movie, una serie di cose che si sono concatenate, a partire dal progetto dei fantastici quattro – Barbagallo, Petraglia, Rulli, Giordana. Marco Tullio aveva scelto di fare una cosa per la television, dopo I cento passi”.

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E poi, si cube a cosa servano i premi: “Quando festeggiammo il mio David per I cento passi – aggiunge Lo Cascio – vennero a trovarmi Alessio e Fabrizio Gifuni per festeggiare, perché avevamo fatto l’Accademia insieme, siamo molto vicini. E l’indomani Marco Tullio mi disse ‘ma che begli amici che hai, è bello vedere questa solidarietà tra attori, questa amicizia’. E questo è stato poi un elemento importante, il fatto che eravamo un gruppo. Mi fa impressione anche pensare che avevo 32 anni, e a un certo punto mi ritrovavo nella storia invecchiato e con i figli ventenni. E oggi che sono padre davvero probabilmente lo interpreterei peggio, perché avevo immaginato un padre ideale che nella realtà non sono”.

Mentre Sonia Bergamasco torna alla lavorazione del movie: “Il mio ricordo forte è a Firenze quando Marco Tullio mi ha chiesto di suonare all’aperto al pianoforte, durante l’alluvione. Mi ricordo il freddo cane che c’period e cercavo di riscaldarmi le mani, però ricordo la felicità e la facilità con cui abbiamo affrontato tutto, sempre”.
Tocca a Jasmine Trinca, a cui Alessio Boni ricorda, davanti al pubblico, che all’epoca diceva di non voler fare l’attrice ma l’archeologa “Bisogna riconoscere – cube Trinca – che Giordana ha saputo individuare una schiera di attori. Sono felice oggi di aver fatto questo movie è bello ritrovarsi tutti qui”.

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(agf)

Valentina Carnelutti ricorda il viaggio rocambolesco fatto per il provino, all’epoca aveva le bimbe piccole e le lasciò in spiaggia con un’amica sull’isola d’Elba, e all’incontro con Giordana fu interrogata “su tutta la vita e molti elementi personali sono entrati nel personaggio”.

Esperienza analoga toccata anche advert Alessio Boni. “Ricordo quando mi mandarono la sceneggiatura gigantesca, pensavo di leggerne una parte e invece lo feci tutto d’un fiato, fino alle due di notte”. E parlando con Giordana “non period un vero provino, mi chiedeva cose di me, parlai moltissimo e a un certo punto dissi che avevo fatto il poliziotto alla celere”.

Petraglia svela:“Ci eravamo convinti, poiché la Rai continuava a non mandare in onda il movie, che ci fossero problemi. A un pranzo pensammo – loro dicono lo proposi io – di farlo vedere a Thierry Frémaux. Finisce lì, poi invece passano venti giorni, Angelo mi chiama ‘organizzo un pranzo con gli attori a casa mia, la realtà è che Cannes ha preso il movie e Frémaux viene a Roma per dircelo’. Ci siamo visti tutti, Frémaux ha fatto un discorsone pieno di complimenti, alla storia, al movie, agli attori e alla tremendous disse ‘venite tutti a Cannes, perché il movie è chiamato a Un Sure Regard. E siamo entrati nella favola”.

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