In Vacanze di Natale Claudio Amendola interpreta Mario, un proletario che si trova a Cortina come un pesce fuor d’acqua. Con lui la famiglia, capitanata dal padre macellaio Mario Brega.
Cosa deve a quel movie?
“Oggi, dopo quarant’anni, posso dire: quasi tutto, nel senso che è stata una combinazione di successo, popolarità e mercato. Per me un po’ la chiave di volta per quanto riguarda il cinema. Venivo da una roba televisiva fantastica, Storia d’amore e d’amicizia, ma quel movie mi ha cambiato la vita. Sono diventato il giovane attore bello da mettere in quei ruoli”.
Come ci è arrivato?
“Credo Carlo mi abbia voluto incontrare perché probabilmente aveva visto Storia d’amore e di amicizia, o forse Lontano da dove. Però io ero Mario, quel ragazzetto là ero io. Ero nel panorama e mi ha preso”.
Il set?
“Resta il più divertente di tutta la carriera. Venti ragazzi con Carlo regista, che voleva dire orari di lavoro magnifici perché lui period il re dell’ottimizzazione degli orari. Cortina period il paese dei balocchi. Eravamo fuori stagione, avevamo tutto a nostra disposizione. Per me period un gioco e speravo che non finisse mai, tante risate che non mi rendevo conto di lavorare. Ricordo la mattina partivamo con le lenzuola dall’albergo per metterli da sfondo a fare la neve, che essendo ottobre non c’period”.
A chi period legato in particolare?
“Legai molto con Marco Urbinati, che period nella storia il mio antagonista, un ragazzo che purtroppo ha avuto una storia particolarmente triste e quindi non ha continuato a fare questo mestiere. E ho legato moltissimo con Carlo. Però gli attori importanti dell’epoca erano un altro livello cioè Christian De Sica, Jerry Calà e la Sandrelli stavano proprio in un altro albergo proprio. Ho legato moltissimo con la troupe, come mi succede ancora oggi. Ma anche molto con Cortina io non c’ero mai stato, mi ha stregato quel posto, ci torno ciclicamente. Tutti si ricordano e hanno sempre una parola buona su Vacanze di Natale”.
Lei ha fatto anche altri ruoli iconici, dopo.
“Ma quello con i Cesaroni rimane un cult. All’uscita del cinema anche di cose bellissime e importanti che ho fatto mi dicono tutti, sì, bello, ma il più bel movie che hai fatto è Vacanze di Natale”.
La battuta che citano di più?
“Non è mia, è questa “Di’ un po’, secondo te dove lo festeggia il Capodanno Toninho Cerezo? Secondo me dorme perché è un professionista”.
Che Italia period e quanto è cambiata oggi.
“Period un’Italia che non mi piaceva all’epoca, che stava perdendo valori, che avrebbe aperto la pista ai paninari e agli yuppies, quanto di più lontano da me. Però rispetto a oggi period un Paese meraviglioso, bellissimo, che sapeva divertirsi e ancora credeva nei sogni. Oggi è un paese terribile, cattivo, che non riconosco più. Con i ragazzi di Vacanze di Natale, tutti, c’period la capacità di sognare insieme”.
E oggi?
“È un Paese che non si indigna più. Dopo due giorni, probabilmente nessuno si ricorda di Filippo, Giulia, anzi di Giulia perché di Filippo ‘sti cazzi. Un Paese che non ha ereditato nulla dai padri, mollato probabilmente quella grande tradizione di Paese colto. Che insieme ai mandolini, e gli spaghetti alla amatriciana aveva grande umanità. Ora tutto questo non lo ritrovo più – Un paese incattivito, ignorante, che non calcola più meritocrazia – È un paese in cui qualcuno si permette di dire che ognuno vale uno. Quando ci sono persone nella nostra storia che ne valgono centinaia, milioni. È un Paese che non mi piace più ma che non abbandonerò”.