‘Un professore’ e ‘Noi siamo leggenda’, i volti di Margherita Aresti: chi è la ragazza bionda delle due serie Rai

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Il mercoledì sera è Viola e il giovedì sera Nina. Margherita Aresti, 22 anni, dalla provincia di Frosinone, è uno dei nuovi talenti della serialità televisiva. Il pubblico l’ha ritrovata biondo platino in due dei titoli di punta dell’autunno Rai. In Noi siamo leggenda è l’arrabbiata Viola, figlia di una poliziotta che usa il superpotere di un amico per svaligiare una gioielleria; in Un professore è l’introversa Nina appena arrivata a Roma nella classe del carismatico Dante Balestra (Alessandro Gassmann), l’insegnante che tutti vorremmo o avremmo voluto.

‘Noi siamo leggenda’, cinque ragazzi con cinque superpoteri alle prese con l’adolescenza

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Chi è Viola?
“Incarna la ribellione. È una ragazza determinata, pronta a tutto e anche un po’ fuori controllo. Avevo voglia di buttarmi in qualcosa di molto distante da me. Ho cercato di capire le ragioni dietro il comportamento: la sua durezza è una reazione perché in realtà è molto sensibile e fragile. Lei aveva un bellissimo rapporto con suo padre che non c’è più, cosa che lei ha vissuto come un tradimento. La madre è sempre impegnata col lavoro e non le dà molte attenzioni ed è una tipa tosta, un poliziotto, Viola ha preso da lei”.

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Poi c’è il rapporto col fratello gemello Marco
“Mi sono fatta ispirare dal rapporto con mio fratello che è di poco più grande di me, siamo quasi gemelli. Soprattutto qualche anno fa il rapporto period proprio quello conflittuale di Viola e Marco, ora va meglio tra di noi, sono molto legata a lui e a mia sorella. Nella serie si scoprirà che Viola in realtà vuole molto bene a Marco e si aiuteranno parecchio nelle prossime puntate”.

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E con Massimo, il ragazzo con il superpotere del fuoco?
“Viola è arrabbiata con il mondo intero, lotta contro il sistema quando scopre il superpotere di Massimo sogna in grande. È una manipolatrice e lui ci casca in pieno all’inizio, poi le cose cambieranno e i sentimenti si metteranno in mezzo”.
Sul set la sfida maggiore?
“Le sequenze con i superpoteri. Nella scena sul tetto in cui Viola stuzzica Massimo per farlo arrabbiare e vede cosa accade alle sue mani di fuoco ho avuto difficoltà perché sul set non avevamo nulla, abbiamo dovuto usare la nostra immaginazione. Non ho lasciato spazio per Margherita sul set eppure poi ho capito delle cose di me dopo anche perché dai personaggi si impara sempre qualcosa”.

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Viola ha 17 anni, Nina 18. Margherita 22, come è recitare qualcuno ben più giovane?
“Ho ripercorso la mia adolescenza, mi sono aiutata con la musica, tornando a casa mia, dove sono cresciuta con le mie cose. Poi a dirla tutta io mi sento un po’ un’eterna adolescente, sento che sto maturando ma quel lato più da bambina è sempre con me”.

Della Nina di ‘Un professore’ sappiamo ancora pochissimo.
“Stasera si comincerà a capire di più. È un’anima fragile, chiusa, è introversa perché si deve adattare al luogo dove è arrivata, è tutto nuovo. Ora non cerca compagnia, si basta da sola ma poi sarà più solare. Molto sarà grazie al suo professore Dante Balestra, in lui troverà un padre, vedremo come la sosterrà a prendere decisioni coraggiose che da sola non avrebbe mai preso”.

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ANNA CAMERLINGO 

In comune Viola e Nina hanno questo taglio di capelli e questo biondo platino
“Mi sono messa a piangere quando il regista Carmine Elia voleva che mi facessi bionda, io che di mio sono mora. Ora sono in una fase di stallo sto cercando di far crescere i capelli, ma ho capito che il biondo mi piace”.

Qual è il percorso che l’ha portata alla recitazione?
“Fin da piccola ho fatto un po’ di teatro. Già all’asilo. Il mio primo ricordo è una recita di Cappuccetto rosso in cui ero Cappuccetto e non avevo alcuna voglia di farlo. Period un musical, canticchiavo. Ci siamo divise la parte io e un’altra bambina, io il primo atto, lei il secondo. Quando è arrivato l’intervallo ho capito che avrei voluto farlo tutto io, che non volevo la sostituta. Poi ho fatto dieci anni di danza classica e moderna, una disciplina che mi è stata molto utile poi per la recitazione”.

La scelta di farne una professione?
“Dopo la maturità ho cercato una scuola di recitazione e ho cominciato a fare provini”.

A proposito di provini, il ricordo migliore e peggiore?
Uno dei peggiori è proprio con Carmine Elia con cui poi ho lavorato tanto prima con Sopravvissuti e ora con Noi siamo leggenda. Ero andata a fare uno dei primissimi provini per Mare fuori ma non è andato bene, non gli sono proprio piaciuta mi sa. Poi però ci siamo rifatti al provino di Sopravvissuti. È stato un momento catartico. Carmine è un regista che ti stimola moltissimo e ti fa venire fuori le cose migliori”.

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Sopravvissuti è stato il suo primo set.
“È stato un bel viaggio lungo. Sentivo la responsabilità perché il ruolo period abbastanza importante, ero la figlia del protagonista che coltivava la speranza di rivedere il padre. Period qualche anno fa ma dovevo interpretare una quindicenne”.

Quale sono le sue origini?
“Vengo da San Giorgio a Liri, un paesino in provincia di Frosinone, la mia famiglia è sempre stata molto unita ed è stata mia mamma che mi ha avvicinato al cinema, all’arte, alla musica. Aveva una grande passione e l’ha trasmessa a me e ai miei fratelli. Quando l’ho persa tutto è cambiato radicalmente, avevo 17 anni e sono cresciuta da un giorno all’altro. Ho elaborato il lutto rimboccandomi le maniche e dandomi un obiettivo forte”.

L’arrivo a Roma come è stato?
“Nonostante i suoi disagi Roma è una città bellissima e io me ne sono innamorata. Quando sono arrivata mi sentivo piccola piccola ma mi sono trovata subito bene”.

Modelli, attori e attrici preferiti?
“Mi piacciono attrice del passato come Audrey Hepburn ma anche icone di oggi come Angelina Jolie e Meryl Streep. Sul fronte maschile sono innamorata di Leonardo DiCaprio e cresciuta con Twilight con Robert Pattinson”.

Recitare cosa vuol dire per lei?
“Recitare per me significa uscire da me stessa e sentire una grande libertà. Io vorrei non farlo ma finisco sempre per giudicarmi molto, ogni cosa che faccio mi interrogo: perché l’ho fatto in questo modo? Mentre se sono dentro un personaggio mi scordo tutto. Sul set del Professore mi è capitato qualcosa di strano: giravamo la scena in cui Dante – Alessandro Gassmann – svolge una lezione tutta incentrata su di me, quando il regista ha dato lo cease ho provato un vero dispiacere. Stavo bene in quella scena, mi sentivo coccolata dal professore, allo cease è stato come un sogno che si interrompe bruscamente. Volevo tornare lì. E invece c’period la vita reale dopo lo cease”.

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