Wes Anderson: “Epurare Roald Dahl? Per me neppure lo stesso autore dovrebbe modificare la sua opera”

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VENEZIA – Con il suo stile elegante e la gentilezza dello sguardo il regista culto Wes Anderson è al Lido per ricevere un premio e presentare il suo ultimo movie, un mediometraggio di 40 minuti, primo di una collezione di quattro targati Netflix tratti da altrettanti racconti di Roald Dahl. Si intitola The fantastic story of Henry Sugar e racconta di un uomo che, scoperta l’esistenza di un guru che riesce a vedere anche con gli occhi bendati, resolve di imparare a padroneggiare questa tecnica per barare al gioco d’azzardo.

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Con il premio  Cartier Glory To the Filmaker 2023

 

“Ero molto interessato a realizzare questa storia, ci abbiamo messo due settimane e mezzo di riprese e l’abbiamo immaginato come una presentazione teatrale – ha detto il regista dei Tenenbaum e di Asteroid metropolis che arriva nelle sale il 14 settembre –  non saprei dirvi esattamente cosa è: qualcosa a metà tra cinema e teatro, ma è un movie. Non ho concept di quante persone andranno al cinema per vedere qualcosa di 40 minuti ma sei hai voglia di andare anche a cena puoi fare entrambe le cose, d’altronde siamo persone impegnate”. Il corto, a cui seguiranno altri adattamenti dallo scrittore inglese – celebre per Willy Wonka, Matilda, Il Ggg e Le streghe –  The Swan, Poison e The Ratcatcher, sarà nelle sale americane il 20 settembre e sulla piattaforma il 27.

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Roald Dahl e i romanzi epurati: “Per me neppure lo stesso artista dovrebbe modificare la sua opera”

A chi gli chiede cosa pensa della polemica esplosa in Inghilterra qualche tempo fa dovuta alla decisione dell’editore di ripulire i testi dello scrittore da parole thoughtful oggi inappropriate risponde: “Sono la peggiore persona al mondo a cui porre questa domanda. Io credo che neppure Renoir abbia diritto a modificare i suoi stessi quadri, penso che gli artisti non dovrebbero modificare le proprie opere. Comprendo il motivo che c’è dietro a questa decisione ma non capisco perché si debba cambiare il libro di qualcuno che è morto e non c’è più”.

‘Asteroid metropolis’, il nuovo movie di Wes Anderson a Cannes

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Tradizionalmente il regista texano ha abituato il suo pubblico a un cinema artigianale, fatto senza effetti speciali e molto vicino alla tradizione, qui l’effetto è ancora più spiccato dal momento che gli spazi dove si svolge il racconto si susseguono come luoghi teatrali. “Nel mio cinema cerco sempre di far vedere l’illusione e mostrare come i filmmaker creano i diversi momenti cinematografici – ha detto Anderson –  per me quello che ha reso magico il cinema di Buster Keaton è il fatto che tutto succedeva davanti alla macchina da presa. I giornalieri sono praticamente dei documentari prima che iniziamo a metterci le mani e il mio modo per renderlo più realistico è farlo teatrale L’ultima cosa che voglio vedere su un set è un inexperienced display screen ma qualche volta l’abbiamo usato, anche se in generale preferisco ricreare tutto dal vero. Anche l’alieno di Asteroid Metropolis period un pupazzo”. 

A Parigi anche una passeggiata è un’avventura

Il regista vive in Francia e ama viaggiare “eppure mi sento straniero un po’ ovunque. Sono qui in Italia vorrei parlare italiano, io ci provo ma non è italiano alla effective. Per i primi vent’anni sono stato solo in Texas, avevo girato un poco l’America ma il perimetro della mia vita a livello di spazio fisico period molto piccolo. Però ero sono stato ovunque col cinema, è stato il mio modo per vedere il mondo e più vedevo movie e più ne volevo vedere. Anche far colazione può essere un’avventura e se sei in un Paese straniero ancora di più, a Parigi anche solo fare una passeggiata è un’avventura”.

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(reuters)

Hitchcock sul manifesto dei suoi movie mi ha reso un regista

Per quel che riguarda il cinema che lo ha ispirato e portato verso la carriera di regista: “Ci sono tantissimi movie ma quando ero molto giovane la Common ha fatto riuscire tutti i movie di Alfred Hitchcock L’uomo che sapeva troppo, La donna che visse due volte, La finestra sul cortile (il mio preferito in assoluto), Uccelli, Psycho, e nel riportarli in sala avevano ricreato i poster con l’immagine di quest’uomo e la scritta ‘Alfred Hitchcock ha fatto questo movie’. Fino advert allora avevo visto sulle locandine solo gli attori. Ho amato i suoi movie non solo per la suspence che riusciva a creare ma per la chiarezza di messa in scena. In quel momento ho capito che avrei voluto fare il regista”.

Sciopero: “Occorre un accordo equo”

Qualche parola anche sullo sciopero in corso a Hollywood. Lui è qui come regista, sebbene sia iscritto anche al sindacato degli sceneggiatori. “È necessario raggiungere un accordo equo affinché chiunque possa andare avanti. Le persone soffrono” ha concluso Anderson.

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