Sophia che si rilassa, che gioca a carte, che fuma, che mette i piedi in alto per riposare, che brinda a tremendous riprese con i suoi registi: Vittorio De Sica, Alessandro Blasetti, gli attori primo su tutti Marcello Mastroianni. È una Loren insolita quella che esce dalla mostra Mondo Loren, con una selezione di immagini dell’Archivio fotografico della Cineteca Nazionale- Centro Sperimentale di Cinematografia al pageant Molise Cinema a cura di Antonella Felicioni, con le musiche di Davide Cavuti. All’interno di un omaggio che MoliseCinema (8-13 agosto a Casacalenda) fa alla diva programmando anche uno dei suoi movie cult Una giornata particolare di Ettore Scola, presentato dalla figlia del regista Silvia Scola.
Sophia Loren tra mambo, rumba e standing ovation – videotributo
Abbiamo scelto alcuni di questi scatti che raccontano il dietro le quinte di alcuni dei moltissimi movie che hanno reso straordinaria la carriera di questa grande attrice. E attraverso le parole della stessa attrice tratte dalla sua autobiografia Ieri, oggi, domani, sembra un po’ di tornare su quei set così lontani.

Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti, 1954 (Foto di Francesco Alessi)
‘Peccato che sia una canaglia’ di Alessandro Blasetti, 1954
Quel movie fu un’thought di Suso Cecchi D’Amico che si period innamorata di una storia tratta da Racconti romani di Moravia e l’aveva proposta a Blasetti. Per il ruolo di protagonista aveva proposto Sophia che fino advert allora aveva fatto più che altro ruoli da comprimaria. Ricorda l’attrice: “In Peccato che sia una canaglia, io e Marcello ci incontrammo per la prima volta in uno splendido bianco e nero e ci innamorammo subito l’uno dell’altra. Cinematograficamente s’intende. […] Più grande di me di dieci anni e molto più disinvolto, Marcello arrivava sul set deliziosamente impreparato. In compenso io mi applicavo come una scolaretta, per paura di sbagliare e di fare brutte determine. […] Sicuramente, molto del merito va a Blasetti, che con noi ci sapeva fare: ci prendeva dal verso giusto, ci considerava, ci stimava e ci voleva bene”.

La bella mugnaia di Mario Camerini, 1955 (Foto di Pierluigi Praturlon)
‘La bella mugnaia’ di Mario Camerini, 1955
Dopo questa “prima volta” con l’amico Marcello l’anno successivo i due sono di nuovo sul set assieme in una commedia di Mario Camerini La bella mugnaia, ambientata durante l’occupazione spagnola nel sud d’Italia. Mastroianni per l’attrice non è stato solo uno straordinario compagno di set ma un amico vero. Come racconta nella sua autobiografia: “La rincorsa del sole non sarebbe stata così intensa e ricca di soddisfazione senza Marcello. Il suo sguardo dolce, il suo sorriso buono mi ha sempre accompagnato, dandomi sicurezza, gioia e mille altre emozioni”. Insieme hanno girato dodici movie, il primo nel 1954, l’ultimo period Prêt-à-Porter di Robert Altman nel 1994. Ospite di Enzo Biagi una volta Mastroianni dichiarò: “La donna con cui ho avuto la storia più lunga è Sophia… La nostra vicenda dura dal 1954”.

Madame Sans-Gêne di Christian-Jaque, 1961 (Foto di Pierluigi Praturlon)
Madame Sans-Gêne di Christian-Jaque, 1961
Gli anni Sessanta sono il periodo in cui Sophia Loren diventa una vera diva internazionale. Come scrive “Sofia diventa Sophia”. Divisa tra Italia e Hollywood, per tutto il decennio interpreta movie di successo con le più grandi star, diretta da registi quali Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi, Mario Camerini, Charlie Chaplin, Sidney Lumet, George Cukor, Michael Curtiz, Anthony Mann e André Cayatte; in particolare con De Sica, con il quale ha girato otto movie, spesso con Mastroianni. Fa movie a Hollywood ma anche con i francesi come Christian-Jaque, regista di pochade all’attivo, quasi tutte con Fernandel. In questa commedia in costume Loren è la lavandaia Catherine, durante i moti rivoluzionari dell’agosto 1792 a Parigi. “Dopo aver interpretato Jimena a fianco di Charlton Heston nel Cid, una specie di “superwestern” in costume, fui Madame Sans Gêne, una lavandaia rivoluzionaria diventata duchessa” ricorda l’attrice.

La Riffa (Boccaccio ’70) ep. di Vittorio De Sica, 1962 (Foto di Pierluigi Praturlon)
‘La Riffa’ (‘Boccaccio ’70’) ep. di Vittorio De Sica, 1962
L’altro legame indissolubile, forte e saldo fu quello con Vittorio De Sica. Dell’episodio “desichiano” di Boccaccio ‘70 Loren scrive: “De Sica mise a frutto tutta la sua ironia – lieve e delicata anche quando è a un passo dal grottesco – per inscenare una lotteria clandestina durante una ruspante fiera romagnola. Il premio finale sono proprio io, Zoe, la regina del tiro a segno”. L’attrice racconta che il Boccaccio ‘70 ebbe molto successo tanto che si pensava a un Boccaccio ‘71 internazionale con Charlie Chaplin e Jacques Tati ma poi non se ne fece niente.

I sequestrati di Altona di Vittorio De Sica, 1962 (Foto di Pierluigi Praturlon)
‘I sequestrati di Altona’ di Vittorio De Sica, 1962
Il 1962 è l’anno dell’Oscar per La ciociara. Loren per il ruolo di Cesira vince anche la Palma d’oro a Cannes, il BAFTA, il David di Donatello e il Nastro d’argento. Poi tornò sotto la guida di De Sica nel drammatico I sequestrati di Altona. Di cui racconta: “L’opera partenza period niente di meno che di Jean-Paul Sartre e con noi c’erano ben tre premi Oscar: gli attori Fredric March e Maximilian Schell e lo sceneggiatore Abby Mann, sostenuto da Zavattini. Io recitavo la parte di una sofisticata attrice brechtiana del Berliner Ensemble alle prese con un cognato nazista e il suo cupo passato. Period un ruolo lontano dalla mie corde, in un movie non del tutto risolto nonostante l’eccellenza dei nomi coinvolti. Restava comunque una bellissima storia e noi attori cercammo di interpretarla al meglio. I critici invece si accanirono, forse rimasero semplicemente un po’ spiazzati. Cose che capitano”.

Anna (ep. di Ieri oggi domani) di Vittorio De Sica, 1963 (Foto di Pierluigi Praturlon)
‘Ieri oggi domani’ di Vittorio De Sica, 1963
Dopo l’esperienza “brechtiana” arriva una delle commedie rimaste nell’immaginario popolare, quello dello strip-tease: Ieri, oggi, domani è un movie advert episodi ma questa volta la regia è unica, De Sica, e i protagonisti sempre loro: Sophia Loren e Marcello Mastroianni impegnati in tre storie tra cui quella famosa della prostituta dal cuore d’oro Mara. “Vittorio, ma io uno spogliarello non l’ho mai visto, nun saccio proprio comme se fa”. “Sofi’, non preoccuparti, ho chiamato un professore”. Davanti alle mie resistenze, Vittorio non mollò. “Vedrai, Sofì, vedrai prepariamo una scena così horny che ridurrà Marcellino in cenere!”. E in cenere si è ridotto il pubblico italiano di allora e di sempre tanto che quella sequenza rimane lo spogliarello più iconico della storia cinema con buona tempo di Nove settimane e mezzo.

Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica, 1963 (Foto di Pierluigi Praturlon)
Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica, 1963
Questo è un altro dei successi del trio Loren – Mastroianni – De Sica. Candidato al premio Oscar, vari David di Donatello e Nastri d’argento è l’adattamento per il cinema della Filumena Martorano di Eduardo De Filippo. “Fu uno dei miei movie più importanti – ricorda Loren – Mi offrì un bellissimo ruolo, a tutto tondo, che abbracciava venticinque anni di vita napoletana sofferti a uno a uno da una donna intelligente e appassionata, tesa a lottare con ogni mezzo per la sua dignità e per quella dei suoi bambini. Insomma un ruolo in cui qualunque attrice italiana avrebbe voluto cimentarsi”.