A Hollywood, negli anni 70, lo chiamavano “Wild Invoice”. William Friedkin aveva fama di iracondo e di intrattabile, pare che sul set fosse un’iradiddio. Personaggio complesso, anche autodistruttivo. Capace di totalizzare incassi miliardari con Il braccio violento della legge (1971) e L’esorcista (1973) per poi dilapidare un patrimonio e una carriera andandosi a incartare in Il salario della paura (1977), uno dei movie maledetti della New Hollywood, una catastrofe commerciale ai livelli di I cancelli del cielo — ma anche un capolavoro, a conferma che a volte la grandezza dei registi si nasconde nei fallimenti.