Beppe Menegatti è morto, addio al regista teatrale e marito di Carla Fracci

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Lo avevano provato duramente gli ultimi anni, a partire da quel 27 maggio 2021 quando Carla Fracci se n’period andata per sempre. Perdere la donna della sua vita, la musa artistica, la protagonista delle sue creazioni di regista e la moglie, period come “rimettere insieme dei cocci che non stanno più insieme”, diceva. Beppe Menegatti è morto a 95 anni dopo un ricovero in ospedale a Roma, dove si period trasferito da alcuni mesi da Milano, una volta smantellata la storica casa messa su con Carla, per seguire il figlio Francesco e i nipoti Giovanni e Ariele.
Una vita piena di danza e teatro, la sua, eclettico e prolifico regista, sotto i riflettori soprattutto per il connubio con la grande ètoile con cui formava una delle coppie più inossidabili, celebri e amate dello spettacolo. Sempre insieme: in scena in tante sue regie, da Medea a Turandot, e nella vita, sempre legati dal teatro dove, negli ultimi anni, poco prima della morte di Carla Fracci, li si vedeva in platea, spettatori curiosi, lei con gli eterni vestiti bianchi, lui elegante e con le sue estrose cuffiette sulla testa, gentiluomo brillante e eternamente entusiasta.
Il teatro, d’altra parte, period per lui una passione di gioventù. Fiorentino, Beppe Menegatti da ragazzo si dà da fare nel negozio di maioliche dello zio, ma appena può corre al Maggio Fiorentino. A metà degli anni Cinquanta si iscrive all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico a Roma insieme all’amico Ferruccio Soleri, il futuro Arlecchino servitore dei due padroni di Giorgio Strehler, con una borsa di studio ciascuno che Menegatti però non sfrutta perché, grazie a Franco Zeffirelli, amico del gruppo fiorentino dove c’period anche Paolo Poli, nel ‘55 viene convocato nientemeno che da Luchino Visconti come aiutante per la regia di un balletto alla Scala di Milano, Mario e il mago, da Thomas Mann e le coreografie di Léonide Massine.

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L’occasione si rivela due volte straordinaria: oltre a diventare assistente di Visconti, Menegatti alla Scala vede per la prima volta Carla Fracci. Lui la raccontava così: «Ero l’ultimo di una fila di persone che entravano. In testa Visconti, poi il coreografo Massine, quindi il compositore Mannino e la costumista Lila De Nobili che vedendo una giovane ballerina seduta per terra che si metteva i calzettoni suggerì : ‘Potrebbe essere lei la ragazza che cerchiamo per la parte di Silvestra’. Period Carla Fracci e fu allora che la notai”. Lei aveva 18 anni, lui 25. Non fu un colpo di fulmine, ma in Scala continuavano a vedersi: la Fracci period entrata nel corpo di ballo, Menegatti rinviato il balletto Mario e il mago period diventato assistente di Visconti anche per le opere, sempre alla Scala: La Sonnambula, La Traviata, La Vestale.

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(ansa)

Cresciuto poco a poco, l’amore diventò per sempre: cinquantasette anni di matrimonio dal 1964, un figlio nel 1969 e una miriade di spettacoli insieme. Perché Menegatti dopo Visconti, Eduardo De Filippo, Vittorio De Sica, aveva firmato di suo le messinscene di Play di Samuel Beckett e quella di Maria di Isac Babel, ma è con Carla Fracci che la sua carriera di regista si sviluppa, sia nella danza sia nel teatro. Insieme in The Tempest, Medea, La primavera romana della signora Stone e tanti altri; insieme quando Carla Fracci prese la various direzioni dei Corpi di Ballo; insieme in television . “Lavorare con lei non period facile, perché la confidenza reciproca di una unione famigliare porta a una esasperazione del senso critico” , dichiarava Menegatti “però la prima cosa che mi ha fatto innamorare di Carla period la profonda dedizione nei confronti del lavoro, senza mai lamentarsi, senza mai farlo pesare agli altri. Per non parlare della sua estrema generosità sia come donna che come artista”. Mentre di lui Carla Fracci diceva: “E’ stato un compagno che mi ha aiutato molto e mi ha fatto fare esperienze anche fuori dalla danza, nel teatro”.Quando lei è morta, la vita di Beppe si è fatta più ritirata, ma non aveva tagliato i ponti con il mondo del teatro dove aveva, di fatto, vissuto: pensava a un progetto sulla figura di Maria, a un altro su Thomas Beckett. Eppure ripeteva: “Senza la mia Carla non è più la stessa cosa. Mi manca come l’aria. La chic donna che mi ha lasciato ogni tanto mi appare, mi dà un po’ di consolazione, ma quel sorriso che period la mia prerogativa non tornerà più”.

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