Marco Bellocchio, ospite alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare il suo corto fuori concorso ‘Se posso permettermi – Capitolo II’, rievoca un aneddoto che risale al 1965, quando il suo movie I pugni in tasca, venne rifiutato dall’allora direttore del pageant, Luigi Chiarini. “La prima volta Chiarini rifiutò I pugni in tasca perché ai tempi i direttori decidevano politicamente”, racconta Bellocchio. “Aveva deciso che Luchino Visconti dovesse avere il Leone d’oro e lo ebbe per ‘Vaghe stelle dell’Orsa”. Però due anni dopo mi invitò per La Cina è vicina che fu premiato. A quei tempi la politica aveva una capacità dominatrice”.
In questa edizione, oltre a ricevere il premio Bresson, consegna tra molte risate e aneddoti Se posso permettermi Capitolo. Protagonista ancora Fausto Russo Alesi, nel movie è Fausto, che da Bobbio, anche se la madre è morta, non se ne va. Ma l’uomo è invecchiato senza pensione, così la casa la deve vendere, e dire addio alla domestica Barbara. “Fausto è un perdente – cube Bellocchio – con valori intellettuali di ricerca e studio che io condivido, come quando cube che lo Stato dovrebbe dargli uno stipendio perché tiene in vita i grandi italiani del passato, Pascoli, Leopardi, Dante studiandoli e ristudiandoli”. In tanti lo vanno a trovare: il parroco del paese; il capitano dei carabinieri che gli propone di sposare sua figlia, un uomo che vorrebbe affari coi fantasmi. fare un enterprise sui fantasmi.
Nel solid ci sono Barbara Ronchi, Rocco Papaleo, Giorgia Fasce, Filippo Timi, Pier Giorgio Bellocchio, Fabrizio Gifuni, Edoardo Leo. E’ stato realizzato durante il corso di alta formazione cinematografica “Bottega XNL – Fare Cinema” 2023 che il regista tiene a Bobbio, il piccolo paese in Val Trebbia nel piacentino natio di Bellocchio.
Da molto tempo si trasforma d’property in una città di cinema, a cui Bellocchio tiene moltissimo. “È stato casuale il mio ritorno a Bobbio. Dopo Vacanze in Val Trebbia, girato nel 1979-80 non volevo più tornare, ma con la nascita di mia figlia una autorità mi invitò a fare una masterclass e quindi dal ’95 sono tornato perché ho visto una possibilità di tornare non da nostalgico, ma con qualcosa di vitale. Quei 15 giorni ogni property mi danno un motivo vivo per tornare in quei luoghi”.E mentre si prospetta un terzo capitolo all’orizzonte, “fare questo corto è facile, difficile è la produzione di una serie come Tortora”, cube il regista, che tra poche settimana batterà il primo ciak.