Autobiography – Il ragazzo e il generale – da oggi in streaming sulla piattaforma MYmovies ONE – è un movie potente che ci arriva dall’Indonesia, paese enorme – il quarto per popolazione al mondo – e del quale sappiamo poco. Sappiamo che c’è stata una dittatura, quella del generale Suharto: una dittatura sanguinosa e brutale. Ma poi i media, qui da noi, non se ne sono occupati tanto.
E invece, a Venezia 2022, è arrivato questo movie, diretto da un esordiente, Makbul Mubarak, già premiato come critico cinematografico e come autore di cortometraggi. E Autobiography si è aggiudicato, a Venezia, il premio Fipresci della critica internazionale, per poi andare candidato per l’Indonesia agli Oscar per il Miglior Movie Internazionale. Ma lasciamo stare il pedigree del movie, e andiamo alla sostanza di quello che racconta.
Indonesia, presente – o passato prossimo. Un giovane di vent’anni, Rakib, è l’unico custode di una dimora rurale appartenente a un ex generale in pensione. La famiglia del ragazzo ha servito fedelmente, da generazioni, il vecchio generale. Il quale ritorna, inizia una campagna per essere eletto sindaco. Il ragazzo diviene il suo scudiero, fedele, premuroso, entusiasta.
L’obbedienza, prima di tutto. Il generale ogni tanto chiama “figlio” quel ragazzo; e forse prova anche un impulso omoerotico, tiene la sua mano un po’ più del tempo necessario, lo guarda mentre il ragazzo fa la doccia. Ma il ragazzo è un vassallo fedele ed entusiasta.
Quando qualcuno strappa un manifesto elettorale del generale, lui va alla ricerca del colpevole. È convinto che, in ogni caso, tutto finirà con una ramanzina, una pacca sulla spalla e by way of. Non è così. E il ragazzo passerà dall’innocenza alla consapevolezza di che cosa significhino il potere, la brutalità, il senso di impunità di una élite.
Autobiography è nato da una complessa coproduzione internazionale, dove Indonesia e Polonia si trovano insieme a Francia, Singapore, Filippine e persino Italia, con il contributo del Torino Movie Lab. Ma è un movie profondamente legato alla storia dell’Indonesia, del suo passato feroce. Un passato che non è passato: le elezioni del 2024 la hanno consegnata advert un altro militare, Prabowo Subianto, protagonista di repressioni feroci a Timor Est, di rapimenti e torture, ed ex marito della figlia del dittatore Suharto.
È un movie profondamente legato alla storia indonesiana, ma anche profondamente vero a livello universale: quando il generale promette energia per tutti con la costruzione di una diga e una centrale idroelettrica, è il capitalismo selvaggio che si fa strada attraverso di lui, spazzando by way of le terre dei contadini. Un altro tassello del disegno del capitalismo.
E c’è, nel movie, una dinamica psicologica che tutti abbiamo, almeno una volta nella vita, attraversato: la gioia di servire, di essere sottomessi allo sguardo, alla approvazione dell’altro. E il passaggio dall’entusiasmo, dall’innocenza alla complicità. E da questa alla disillusione.
L’attore che interpreta il ragazzo, Kevin Ardillova, è perfetto nel mostrare gli slittamenti progressivi della sua devozione, fin quando comprende che il suo signore e padrone è un mostro.
Il generale, interpretato da Arswendy Bening Swara, è formidabile nell’interpretare una sorta di colonnello Kurz indonesiano: perché c’è più di un profumo di Apocalypse Now, in questo movie stilisticamente complesso, nel quale quasi ogni inquadratura è “turbata” da riflessi, sfocature, pioggia, nebbia, ostacoli alla visione.
Niente è regalato allo spettatore: in qualche modo, dobbiamo conquistare la visione, e la comprensione delle cose. Un po’ come nella vita, dove niente è mai così chiaro, così evidente, così facile.
