Paolo Bonolis: “Sanremo? Oggi è una lunga puntata di ‘Domenica In’ con la gara in mezzo”

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Sessanta secondi per raccontarsi. I ragazzi del Competition di Giffoni lanciano la sfida a Paolo Bonolis, il conduttore la vince. Un gioco al quale Bonolis è stato chiamato durante la sua partecipazione alla manifestazione che si è appena inaugurata, un incontro nel quale, però, sono stati affrontati anche temi d’attualità, dal panorama dell’intrattenimento contemporaneo alla television per ragazzi, di cui Bonolis è stato tra i protagonisti per larga parte della sua carriera televisiva: “Oggi ci sono interi canali dedicati ai bambini, ma sono canali di cartoon, ininterrotti. Manca l’intermediario, manca la persona che permetta al bambino di distinguere la differenza tra realtà e fantasia. Manca un umano – cube Bonolis – che ti prende e ti accompagna. Mancano i giovani Virgilio che possano accompagnare i piccoli Dante nel mondo della fantasia”. Poi, una riflessione sul trash e la cosiddetta “television spazzatura”: “La spazzatura dipende chi la raccoglie!” ironizza il conduttore, che a Giffoni riceve il Premio Sirena, “non tutto è educativo non tutto è spazzatura, in television c’è un mare di roba. Il filtro sei sempre tu che sei in grado di valutare”, e aggiunge “la televisione può dare ma non può togliere, perché basta spegnere”.

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Non mancano considerazioni sulle edizioni più recenti del Competition di Sanremo, in particolare sull’assenza dei grandi ospiti, “tra i punti di innovazione delle edizioni nel 2005 e nel 2009”, le edizioni da lui condotte con grande successo. “I grandi ospiti non ci sono più perché credo che costino troppo. Visto che non c’è controprogrammazione, è sufficiente fare delle lunghe puntate di Domenica In con una gara canora in mezzo. Può anche darsi che sia questo il ragionamento, che è economicamente più che legittimo.” Il conduttore puntualizza l’importanza di valorizzare l’unicità della manifestazione: “Credo che un evento, l’evento della televisione italiana, vada eventizzato. E per eventizzarlo deve uscire qualcosa che altrimenti nei mesi precedenti la televisione italiana non è in grado di poterti offrire: allora diventa un evento”.

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Paolo Bonolis con Federica Felini al Competition di Sanremo 2005 

Sulle edizioni che ha condotto, quelle del 2005 e 2009, Bonolis racconta i suoi punti di innovazione: “Nel 2005 abbiamo veramente cambiato il pageant rispetto a quello che period prima, mi è stata knowledge la possibilità di poterlo cambiare”. La scenografia: “Dopo tantissimi anni l’orchestra venne portata nel golfo mistico che secondo me a livello di immagine è la cosa migliore che si possa offrire”; la regia, che permise “di lavorare ogni singola canzone in base al contenuto con un’immagine dietro che sostenesse il racconto di quella canzone”. Fino all’invenzione di quella che oggi è la serata dei duetti o cowl, “mi permisi nel 2005 di parlare con i cantanti che avrebbero partecipato alla manifestazione e dire loro ‘perché una sera, voi che siete maestri dell’arte del canto e della composizione musicale, non vi divertite a fare una fantasia su quello che vi appartiene?’. E’ nata così la serata del venerdì allora, adesso del giovedì, dove loro interpretavano la loro canzone a modo loro, in una maniera differente dall’interpretazione che avrebbero dato la gara sanremese, ed è una cosa che viene fatta ancora oggi”. E poi i grandi ospiti, portati nel 2009, per “far padrinare i giovani da grandi personaggi del mondo della musica”.

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Sulla scorsa edizione del pageant, l’ultima dell’period Amadeus, Bonolis commenta: “C’period una fotografia bellissima, una scenografia meravigliosa. Ci sono delle cose fatte bene ma secondo me anche il contenuto dovrebbe essere un po’ più sostanzioso”. E sulla mancanza di riconoscimento delle sue innovazioni, chiosa: “Se le cose ti vengono riconosciute son contento, se non accade vuol dire che è meglio non riconoscerle per chi sta raccontando. La storia è fatta non solo di affermazioni, ma anche di negazioni. E non solo di negazioni, ma anche di silenzi”.

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