E’ Nemo, il rappresentante della Svizzera, il vincitore della 68esima edizione dell’Eurovision Music Contest ospitato quest’anno da Malmo in Svezia. Il verdetto è arrivato al termine di un lungo conteggio di voti e di una lunghissima serata di musica preceduta da casi e polemiche. Al secondo posto la Croazia. Ucraina e Israele, paesi in guerra, hanno ottenuto alla superb un ottimo risultato, chiudendo rispettivamente al terzo e al quinto posto. Fuori dal podio la Francia, sesta l’Irlanda, Angelina Mango settima per l’Italia, a seguire Armenia, Svezia e Portogallo per le prime dieci posizioni.
Chi è Nemo, il vincitore dell’Eurovision
Classe 1999, Nemo Mettler, un talento fin da bambino, è nato a Bienne, in Svizzera, è cantante, pianista, batterista e ha iniziato nel 2015 a pubblicare i primi singoli. Il successo nel 2018, con la vittoria di quattro Swiss Music Awards, nel 2021 la partecipazione all’edizione svizzera de Il cantante mascherato, la grande popolarità quando è stato scelto per rappresentare la Svizzera, con The code, all’Eurovision Music Contest. In un’intervista del novembre 2023 si è dichiarato non binario, è diventato in breve tempo un riferimento per la comunità Lgbtq+ in Europa e nel mondo. Il testo di The Code ripercorre il viaggio, complesso e doloroso, alla scoperta di sé, un percorso che gli ha permesso di riconoscersi nella sua vera identità, accettandosi senza temere giudizi e pregiudizi.
Musica e polemiche
Un’edizione agitata dai temi legati alla politica internazionale, a partire dalla vicenda di Eden Golan, la cantante di Israele, la cui presenza aveva agitato gli animi fin dalla vigilia della manifestazione: si temevano provocazioni, ci sono state proteste, una manifestazione con i colori della Palestina ha sfilato per le vie di Malmo due giorni prima della finale, un’altra protesta – proprio mentre period in corso la finale – è stata allontanata dalla polizia, tra i manifestanti anche Greta Thunberg con la kefiah al collo.
L’artista è stata accolta da “buu” e fischi dopo le sue esibizioni, a dire il vero premiate anche da grandi applausi. Al “caso Golan” si è aggiunta la squalifica, proprio a poche ore dalla finale, dell’artista olandese Joost Klein, colpevole – secondo la ricostruzione dell’indagine interna avviata dall’organizzazione – di aver minacciato in modo violento un’operatrice televisiva che lo stava riprendendo benché lui avesse ripetutamente chiesto di non farlo.
Angelina Mango, orgoglio dell’Italia
L’Italia ha tifato fortissimamente per la sua rappresentante, Angelina Mango, ma – non c’è che dire – questa di Eurovision è solo una tappa del folgorante successo che Angelina sta vivendo ormai da un paio d’anni, dall’“esplosione” con il singolo Ci pensiamo domani, poi il passaggio a Sanremo e la vittoria all’Ariston con La noia, ora l’Eurovision, con una efficiency perfetta applauditissima: a 23 anni il bottino è già consistente e lei si è già conquistata il plauso della critica e l’affetto incondizionato dei fan. Avanti così.
La finale, uno present libero e bello
Finale agguerrita e scoppiettante come d’altronde sono state anche le due serate precedenti del pageant, caratterizzate (da anni, va detto) da un temper kitsch e divertito, queer e libero, un grande spettacolo anche per gli occhi con scenografie e coreografie senza risparmio alcuno.
La serata si è aperta con la cosiddetta Flag Parade, la sfilata di tutti gli artisti, ognuno sventolante la bandiera del proprio Paese. Advert aprire le danze il Paese ospitante, la Svezia, con Marcus & Martinus e la loro Unforgettable, poi by way of by way of tutti gli altri, attesissimi dal pubblico da casa (in Italia la diretta su Rai 1, condotta e commentata da Mara Maionchi e Gabriele Corsi), alcuni già veri e propri beniamini benché sconosciuti fino a una settimana fa.
Gli appelli per la tempo
L’appello per la tempo in Ucraina di Alyona Alyona e Jerry Heil alla superb della loro Teresa & Maria e il grido “La tempo prevarrà” della portoghese Iolanda, i “buu” e i fischi, ma anche gli applausi, per la brava Eden Golan che prima di lasciare il palco ha lanciato un bacio al pubblico.
Il televoto premia i Paesi in guerra: Israele e Ucraina
Ancora una volta le classifiche hanno visto pesare e in alcuni casi riequilibrare il risultato finale grazie al televoto. La giuria popolare chiamata a esprimersi è stata favorevole soprattutto ai Paesi in guerra: la classifica del televoto vede infatti Israele al secondo posto con 323 voti e l’Ucraina terza con 307 preferenze. Prima è infine risultata la Croazia con 337.
‘Zorra’ e perizoma
E ancora, le “diavolerie” dell’irlandese Bambie Thug, la Zorra degli spagnoli Nebulossa, già iconici, l’energia degli estoni 5Minust x Puuluup con la loro canzone dal titolo impronunciabile, i finlandesi Windows95man con il performer che esce dall’uovo in perizoma shade carne, calze bianche e sandali da turista, il grande divertimento di Jako, dell’armena Ladaniva, con un’esibizione che somiglia a un musical.
L’attesa e l’omaggio agli Abba
Lunga l’attesa dei risultati, macchinoso il meccanismo, per ingannare l’attesa non poteva mancare un omaggio agli ABBA, gloria nazionale, a 50 anni dalla vittoria all’Eurovision con Waterloo: dopo una reunion dei quattro artisti in versione avatar, che hanno ricordato il 1974, tre protagonisti di passati Eurovision Music Contest, Carola, Charlotte Perrelli, Conchita Wurst hanno cantato Waterloo tra l’entusiasmo generale del pubblico.
Alla superb, dopo il consueto e interminabile scambio-conteggio dei voti, arriva il verdetto: la Svizzera, con Nemo e la sua The code, porta a casa il trofeo.