“Cerco di aprirti la mente, Neo, ma posso solo indicarti la soglia, sei tu quello che la deve attraversare”. È una delle frasi con cui Morpheus (Laurence Fishburne) guida il ‘prescelto’ Thomas ‘Neo’ Anderson (Keanu Reeves) nella “tana del Bianconiglio”, ovvero alla scoperta del mondo reale nascosto da una realtà apparente creata dalle macchine che hanno ridotto l’umanità a una fonte di energia. Un universo tra ricerca di sé e rivolta, esplorato da Matrix, il capolavoro di Lana e Lilly Wachowski (che allora non avevano fatto il loro percorso di transizione e si firmavano ancora come Larry e Andy Wachowski) uscito negli Usa 25 anni fa, il 31 marzo 1999.
Platone, Cartesio e il buddismo
Rifiutato da Cannes, il movie è diventato subito cult e successo globale (oltre 463 milioni di dollari incassati nel mondo e quattro Oscar vinti per montaggio, sonoro, montaggio sonoro e effetti speciali) con il suo combine di fantascienza, motion, arti marziali, filosofia e religione, da Platone a Cartesio, da Putnam a Baudrillard, fino al buddismo, in particolare per ciò che concerne la teoria della conoscenza e il rapporto dell’uomo con l’illusorietà.
Nella tana del Bianconiglio
Un viaggio tra libero arbitrio (con la scelta tra la pillola blu e quella rossa, per decidere tra verità o rimanere “nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio”), con richiami sempre più attuali, tra IA e metaverso – temi presi molto seriamente da alcune autorevoli ricerche scientifiche – che ha avuto molteplici fonti d’ispirazione, tra i quali anche anime come Ghost within the shell, i mondi futuri di Philip Ok. Dick e il cinema di John Woo.
I tre sequel
Il movie, sostenuto da un ottimo forged che comprendeva oltre a Reeves e Fishburne, Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving, Gloria Foster e Joe Pantoliano, è diventato il primo capitolo di una saga con Matrix Reloaded e Matrix Revolutions (entrambi del 2003) cui si è aggiunto nel 2021 Matrix Resurrections firmato solo da Lana Wachowski.
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La ricerca e le domande
Un viaggio, quello di Matrix, costruito su come le persone siano “alla ricerca dei significati più profondi della vita da sempre. Non sono mai state contente di ciò che già hanno. L’evoluzione si basa su questa ricerca, sulle domande che hanno o meno una risposta – aveva spiegato Lana Wachowski nel 1999. Anche i nostri personaggi sono alla ricerca di risposte”.
Un’allegoria trans
Lilly Wachowski invece ha precisato in una recente intervista a Them una sua frase di qualche anno fa, sul fatto che Matrix sia un’allegoria trans: “Non abbiamo iniziato a lavorarci dicendoci ‘dai, scriviamo un’allegoria trans’, ma dal voler scrivere un movie d’azione – ha detto -. Poi nei fatti è in quella chiave, perché viene da due donne trans che allora ancora non si erano dichiarate e perché esplora il concetto di trasformazione e la ricerca di identità”.
Il forged dei protagonisti
Un’armonia di elementi che ha avuto alla base una preparazione lunga (si è iniziato a pensare al movie nel 1994) e complessa a cominciare dalla ricerca dei protagonisti: Prima di arrivare a Keanu Reeves per Neo si period pensato a Will Smith (che ha detto no per girare Wild Wild West), ma anche, fra gli altri, a Johnny Depp, Ewan McGregor, Brad Pitt, Nicolas Cage, Val Kilmer (che ha poi rifiutato anche il ruolo di Morpheus, per girare A prima vista), David Duchovny. Allo stesso modo per l’hacker Trinity, prima di ingaggiare Carrie-Anne Moss la parte period stata offerta, fra le altre, a Sandra Bullock, Madonna, Michelle Yeoh, Janet Jackson e Gillian Anderson.
Tanti simboli e temi
Keanu Reeves in un’intervista sul sito dei Golden Globes, ha raccontato che quando ha letto la sceneggiatura period “rimasto colpito dalla trama, dalle idee e dal modo in cui la storia è stata raccontata, dal linguaggio, dai dialoghi. Ho pensato – ha aggiunto – che fosse davvero fantastico. È un movie sulle domande, sul risveglio, sulla coscienza, sull’amore, sul sostegno, sulla fede, sull’evoluzione, sul rapporto dell’uomo con le macchine, sul cinema Kung Fu. In senso contemporaneo, presenta le tradizionali determine mitiche classiche dell’eroe, del saggio, dei guerrieri, delle information, della profezia, dell’oracolo”.