Parigi – “Io parlo ma non vi sento: dove siete?”. Il breve monologo dell’attrice Judith Godrèche è stato il momento più forte della cerimonia dei César, il premi del cinema francese, ancora una volta all’insegna del movimento MeToo. Nelle ultime settimane Godrèche ha denunciato per abusi e violenze il regista Benoit Jacquot con cui aveva avuto una relazione quando lei aveva solo 14 anni, e lui venticinque di più. L’attrice ha anche accusato Jacques Doillon, noto autore della Nouvelle Imprecise.
Dal palco dell’Olympia, Godrèche ha quindi invitato il mondo del cinema a una “rivoluzione” per abbandonare l’omertà e un sistema di potere che impedisce la parità tra generi e tollera abusi. Da quando ha cominciato a raccontare la sua storia di “ragazzina abusata”, confidandosi con il quotidiano Le Monde, l’attrice ha ricevuto più di duemila testimonianze in quattro giorni sull’indirizzo e-mail creato a questo scopo. In un anno che ha visto altre icone della settima arte al centro di scandali, a cominciare dal più famoso attore francese, Gérard Depardieu, coinvolto in più process giudiziarie, un centinaio di persone hanno manifestato davanti al teatro dove si svolgeva la cerimonia dei César.
Una manifestazione organizzata dal sindacato Cgt e l’associazione 50/50 già attive nelle discussioni con enti pubblici e produzioni per aumentare la prevenzione e dare più garanzie contro violenze sessuali. “Insieme possiamo davvero contribuire a cambiare le cose e advert aprire un mondo migliore” ha detto l’attrice Anna Mouglalis, che ha accusato i registi Philippe Garrel e Doillon di averla aggredita sessualmente. A proposito degli abusi sessuali, in particolare su minorenni da parte di uomini più anziani e potenti, la ministra della Cultura Rachida Dati ha parlato di una “cecità collettiva che dura da anni” nel mondo del cinema. “La libertà creativa è totale, ma qui non stiamo parlando di arte, stiamo parlando di pedocriminalità”.
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La protagonista indiscussa di questi César è la regista Justine Triet, che trionfa con Anatomia di una caduta: sei premi, tra cui miglior regia e miglior movie. Un ulteriore slancio in vista degli Oscar per i quali Triet ha cinque nomination. “Vorrei dedicare questo César a tutte le donne – ha detto la regista, 45 anni – a quelle che hanno successo e a quelle che falliscono, a quelle che sono state ferite e che si liberano parlando, e a quelle che non possono farlo”.
Altrettanto simbolicamente, l’Académie ha assegnato il primo premio della serata, il César per la migliore attrice non protagonista, advert Adèle Exarchopoulos, per Je verrai toujours vos visages di Jeanne Herry, in cui interpreta una vittima di incesto. Raphaël Quenard (nominato anche per Yannick di Quentin Dupieux) ha invece ottenuto il César come miglior attore rivelazione per la commedia Chien de la casse diretta da Jean-Baptiste Durand che ha vinto anche nella categoria migliore opera prima. Il César per il miglior attore è andato advert Arieh Worthalter per Le procès Goldman di Cédric Kahn, storia del processo a Pierre Goldman, attivista di estrema sinistra sospettato di aver ucciso due farmacisti durante una rapina.
L’altro movie favorito per questi César period Le Règne Animal di Thomas Cailley: con dodici nomination, alla fantastic conquista cinque premi, tra cui quello per la miglior colonna sonora firmata da Andrea Laszlo De Simone. È la prima volta che un italiano ottiene questo riconoscimento. In passato Ennio Morricone period stato più volte candidato, senza mai vincere. “Sono partito poco più di un anno fa da una bellissima sceneggiatura e sono qui grazie advert un movie importante, e grazie alla musica… la musica è il mio mezzo di trasporto preferito” ha commentato il compositore e cantautore. La favola distopica di Cailley, distribuita in Italia da I Surprise Photos, è stata Oltralpe uno dei successi di pubblico e di critica dell’ultimo anno.