Che sarebbe stata una stagione spartiacque, che molte cose sarebbero cambiate nell’IPM di Napoli si sapeva, ma sono veramente tanti i colpi di scena che hanno caratterizzato la quarta stagione di Mare fuori, la fortunata serie che ha partorito un’intera nuova generazione di talenti. Ieri sera su Rai 2 è andata in onda la prima puntata della quarta stagione, ma tutti e 14 (non 12, come si credeva) gli episodi sono già su RaiPlay. La prima puntata sulla television generalista ha radunato 1.322.000 spettatori pari all’8.3% di share (primo episodio a 1.387.000 e il 7.5%, secondo episodio a 1.253.000 e il 9.6%).
Al centro la storia d’amore tormentata di Carmine e Rosa, il triangolo amoroso tra Edoardo, Carmela e Teresa, i soldi dei Ricci, i destini di tanti ragazzi ancora dietro le sbarre dell’istituto con il mare fuori: Mimmo, Kubra, Dobermann, Cucciolo e Micciarella, Pino, Cardiotrap.
Dopo il growth dei primi sei episodi, pubblicati il 1° febbraio sulla piattaforma Rai, che hanno ottenuto document di visualizzazioni già nelle prime due ore con 1.136.202 di views e oltre 422 mila ore di tempo speso (pari a +82% rispetto allo scorso anno) dalla mezzanotte del 14 febbraio – non a caso il giorno di San Valentino information la natura sempre più sentimentale della serie – è disponibile anche il finale di stagione.
Un finale di stagione che ha creato dibattito sui social per le scelte dei protagonisti, per il destino di alcuni dei personaggi più amati, per gli snodi narrativi. “Non ci misuriamo molto con il riscontro degli spettatori – aveva detto qualche giorno fa Cristiana Farina, che firma la sceneggiatura della serie con Maurizio Careddu – alle volte siamo contestati per come vanno le cose. Però noi siamo convinti che il pubblico non vada accontentato perché in quel modo non lo rispetti anche perché non rispetti la narrazione. Se Mare fuori è diventato quello che è diventato lo deve anche alla sua crudezza, la sua ferocia oltre al fatto che si deve perseguire quello che secondo noi si deve perseguire: dare una speranza certo, ma non un blissful ending per forza. Sono le scelte personali che determinano il proprio futuro, è un’opportunità vera fare di un proprio fallimento un’occasione per migliorare però c’è sempre di mezzo il libero arbitro. C’è l’thought che alla violenza si possa rispondere non con la violenza ma con la dialettica. Nel carcere si può anche fare questa scoperta”.
Tra gli effetti di Mare fuori c’è stato il battesimo di un’intera generazione di attori: Domenico Cuomo (Cardiotrap) tra i giovani rivelazione del David, Clara andata a Sanremo, Nicola Maupas uscito dalla serie ma lanciatissimo nella serialità italiana e internazionale, e poi Massimiliano Caiazzo, Matteo Paolillo (a lui si deve anche la sigla diventata tormentone). “Dà un’enorme soddisfazione, questo è l’aspetto più bello di questo lavoro – cube il produttore Roberto Sessa – E sicuramente continueremo advert averne perché abbiamo un gruppo di ragazzi straordinari, molti di questi giovani talenti sono coscienziosi, hanno una grande voglia di provarci e ce la stanno mettendo tutta – riflette il produttore – Bisogna ricordare che la maggior parte di questi ragazzi non aveva mai fatto nulla, sono esordienti assoluti e sono stati plasmati in maniera straordinaria dal regista Ivan Silvestrini che ha fatto un lavoro eccezionale che li ha portati a un livello di consapevolezza sempre in un spirito positivo di gioco e divertimento. Sono un gruppo pazzesco di amici, vivono assieme per quattro mesi all’anno… alcuni di loro sono consapevoli di essere fortunatissimi, una buona parte ha i piedi per terra, non tutti purtroppo però la vita è fatta così”. Oltre che naturalmente il consolidamento della fama del solid adulto, una volta uscita dall’IPM Carolina Crescentini sono rimasti Carmine Recano, nel ruolo di Massimo o’capitano, la nuova direttrice interpretata da Lucrezia Guidone.
Per la quinta e sesta stagione ci saranno molti cambiamenti, ha assicurato il produttore, tanti nuovi ingressi nella serie e nell’IPM ma anche un nuovo regista dopo tre stagioni firmate da Ivan Silvestrini (la prima period stata diretta da Carmine Elia). “Abbiamo fatto fatica nella prima stagione perché period qualcosa di nuovo – cube Sessa – c’period un linguaggio diverso poi è arrivata la potenza di Netflix che ha amplificato la presenza della serie e il pubblico di Netflix che ha una natura di ascolto molto differente di quello della Rai 2 è un goal differente. Ora dobbiamo stare molto attenti a conservare questo preziosissimo scrigno”.
Tutto senza dimenticare come è nato il progetto dopo che la sceneggiatrice (che all’epoca lavorava nella cleaning soap Un posto al sole) aveva fatto un’esperienza dentro il carcere minorile di Nisida. “La narrazione è quello che resta – racconta – Credo che fosse Baricco che lo diceva, tu assimili dalla realtà e quella verità la restituisci ma non nei fatti, non perché io ho raccontato le storie nei dettagli veritieri di quei ragazzi. Anzi perché ne ho percepito, toccato con mano la loro esperienza, il loro sentire. Nel momento che tu catturi un personaggio dentro di te poi quello ti guida nella narrazione, non è il fatto di per sé ma come arrivi a raccontare quel fatto perché alla high-quality le storie sono sempre le stesse: qualcuno si innamora, qualcuno muore, però dipende da come lo racconti, quanta verità riesci a mettere in quella storia, in quell’innamoramento, in quell’omicidio. E la verità è sempre complessa e sfaccettata”.
