Dargen D’Amico pop e impegnato, leggero e politico. Si presenta sul palco all’una del mattino, completo grigio tempestato di peluche, orsacchiotti appesi a busto e caviglie, canta la sua Onda alta e al termine risponde “…e ascolti bassi” advert Amadeus che sottolineava l’“alto gradimento” da parte del pubblico dell’Ariston, chiara ironia per l’ora tarda in cui gli è toccato di esibirsi.
Ma il capolavoro pop e trasversale lo compie mentre raccoglie i fiori di rito dalle mani del presentatore e direttore artistico: “Permettimi di dedicare questi fiori alla mia nipotina che in questo momento si trova a Malta per una borsa di studio. Perché ci sono tanti bambini nel Mediterraneo che non possono fare come lei, sono sotto le bombe e muoiono di sete e di fame. Cessate il fuoco!”, ha concluso, con chiaro riferimento a quanto sta accadendo nella striscia di Gaza a seguito dell’attentato di Hamas in Israele il 7 ottobre scorso e dopo l’offensiva decisa dal governo di Benjamin Netanyahu con i bombardamenti a tappeto sul popolo palestinese.
Il debutto del rapper milanese è assolutamente in linea con il brano Onda alta presentato in gara, il racconto di una barca di immigrati in navigazione verso Malta, con il mare in burrasca e senza le necessarie dotazioni di protezione. Una storia di emigrazione che Dargen D’Amico ha vissuto anche nei racconti della sua famiglia, in parte emigrata dalla Sicilia a Milano e in parte emigrata all’inizio Novecento in America in cerca di fortuna.