Quante direzioni, stratificazioni, vite può avere un pageant di cinema? MyFrenchFilmFestival è qui, di nuovo, per farcelo scoprire: nato nel 2010 come vetrina on-line, intercettato e rilanciato da Unifrance – l’organizzazione statale volta alla promozione del cinema nazionale a livello globale –, potenziato ogni anno dal numero sempre crescente di servizi on-line e paesi aderenti, il MyFrenchFilmFestival arriva all’edizione numero quattordici con ancora una volta l’intento di mostrare il meglio del recente e recentissimo (e giovane) cinema francese.
E MYmovies ONE sarà la piattaforma italiana advert ospitare la rassegna 2024, con ben 23 titoli sparsi tra lunghi, medi e corti, per un’esperienza di visione che a livello internazionale sarà condivisa con altri milioni di spettatori su circa 80 portali streaming. Divisa in otto sezioni tematiche, la selezione del MyFrenchFilmFestival propone opere di tutti i generi, formati e stili.
Partiamo da chi può ben vantare una sorta di spirito di rappresentanza, e cioè Jane B. par Agnès V., documentario-dialogo epistolare-omaggio che Agnès Varda ha costruito per/dedicato a Jane Birkin, dopo la lettera che Birkin scrisse a Varda in quel 1985 che la vide trionfare a Venezia con Senza tetto né legge.
Un’aura di complicità e vicinanza che sembra pervadere anche Fifi di Jeanne Aslan e Paul Saintillan, storia dell’adolescente Sophie e del rapporto che instaura con il fratello maggiore della sua amica Jade dopo che la prima è entrata di nascosto nella loro casa di Nancy vuota per l’property. Apparizioni, ritorni, vuoti e pieni attraversano La Bête dans la jungle di Patric Chiha, liberamente tratto dall’omonimo racconto di Henry James, qui ambientato in un’enorme locale notturno dove una donna e un uomo aspettano per venticinque anni mentre la musica attorno a loro cambia.
Ci spostiamo nella campagna lontana dai centri più famosi con Chien de la casse e Tremendous Bourrés: il primo, regia di Jean-Baptiste Durand, è il viaggio di fratellanza e gelosia di Canine e Mirales quando nella loro vita tutta in giro per strade e incontri in piazza non arriva Elsa a rubare il cuore del giovane Canine, costringendo ogni cosa a riformarsi attorno advert un duo forse spezzato; il secondo, a firma Bastien Milheau, è una commedia adolescenziale alle soglie dell’property e dell’età adulta, con Janus e Sam incaricati di portare l’alcol alla festa di effective anno del liceo.
Due rapporti familiari, due riflessioni su cosa ci tiene uniti: Rodéo di Joëlle Desjardins Paquette vede il padre Serge prendere con sé la figlia Lily dopo una burrascosa separazione e insieme viaggiare lungo le strade del Canada verso il sognato Badlands World’s Greatest Truck Rodeo; Polaris di Ainara Vera invece si attacca alla decisione di Hayat, capitano donna di una nave che attraversa la rotta artica, decisa a mettere da parte la sua vita per tornare dalla sorella Leila che ha appena partito e spezzare così il ciclo negativo della loro famiglia.
Infine, tra i lunghi, c’è Le paradis di Zeno Graton, indagine sulla forma che può prendere l’amore quando a inseguirlo è un ragazzo come Joe, diciassette anni e in attesa di uscire dal riformatorio, che si innamora del nuovo arrivato William.
Nutrita, variegata e multisensoriale la schiera di medi e corti presenti in questa edizione: c’è l’animazione di Atomic Hen, Câline e Dans la danse, tra polli mutanti, abusi su minori e il puro movimento cinetico del corpo; l’affondo sociale di Charbon e La lutte est une fin, con le traversie dei rider costretti sempre advert inseguire e un collettivo che usa la boxe per le più profonde rivendicazioni politiche; l’property (ancora e sempre) come momento di passaggio per i protagonisti di Les grandes vacances e Oasis, tra solitudini gioiosamente cercate e solitudini tragicamente imposte.
E poi di nuovo l’animazione di Deux amis, Entre deux sœurs e La grande arche, con i loro animaletti del mondo in miniatura, un trio di sorelle e i monumenti de La Défense a Parigi; Fairplay e la sua imperante corsa al successo che è solo privata e niente più; il flusso di coscienza tra un’adolescente e un tacchino in Jeanne Dinde; i rapporti sociali lenti e veloci, calmi e su di giri di Rapide; la filiazione indiretta e fin dove questa può arrivare di La vie au Canada; uno dei primi lavori dietro e davanti la cinepresa di Sophie Fillières e Sandrine Kiberlain, – e interessante recupero di inizio anni ’90 – Des filles et des chiens.