Come effetto secondario, ma non meno importante, dell’ascolto consecutivo delle 30 canzoni in gara al Pageant, c’è una sensazione netta e bellissima, ovvero che quest’anno a brillare di un’energia speciale e luminosa sia la rappresentanza femminile. Non è una questione numerica, anzi, come al solito la partecipazione non è elevatissima, nove presenze appena su 30, dieci se aggiungiamo la metà femminile dei Ricchi e Poveri, in proporzione ancora meno dell’anno passato visto che il numero dei concorrenti è aumentato. Eppure sembra esserci qualcosa in più, una forza potente e vitale, che forse viene da lontano e potrebbe lasciare immaginare dei cambiamenti futuri.
Quest’anno ci sarà un piccolo esercito formato da Annalisa, Emma, Angelina Mango, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia, Clara, Loredana Bertè, BigMama, Rose Villain e sembra una squadra vincente dalla quale arriva energia, voglia di protagonismo, combattività. È una bella notizia perché il mondo della musica — e sono dati evidenti — rimane a prevalenza maschile, da tutti i punti di vista, e come sappiamo non è una questione risolvibile imponendo quote rosa o obblighi di alcun genere. In musica non funziona così, quello che servirebbe è un cambiamento di mentalità, un diverso approccio culturale, ma le cose si muovono anche grazie alla forza dei protagonisti. Ed è probabile che il Pageant di quest’anno possa lasciare una scia positiva. Sono solo in nove, di numerous generazioni, di stili diversi, ma la sensazione è che siano tutte lì per dire la loro con forza, per affermare un potere che non c’è, ma che ci dovrebbe essere.