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La nuova supereroina Echo – nativa americana, sorda e con una gamba amputata – è arrivata su Disney+ nel momento di massimo scontro negli Stati Uniti sulla cultura woke e sul rigetto, cavalcato dalla destra, del politicamente corretto. Il personaggio di Maya Lopez, introdotto nei fumetti Marvel nel 1999, si è affacciata l’anno scorso in Hawkeye, ora ha una serie tutta sua: ne racconta il passato da ex criminale di New York che riscopre le sue radici di nativo americana in Oklahoma. Esplorare diversità, nuove tradition e identità non è solo appannaggio del politicamente corretto, ma anche ricerca di espressioni artistiche nuove: in Echo Maya e la sua interprete Alaqua Cox sono parte integrante della storia che si vuole raccontare e la serie riesce a consegnare la sua celebrazione delle identità femminili, indigene e disabili, radicandoli nei personaggi che sono organici e scritti con cura. Il motore della serie è la sua protagonista Alaqua Cox.
Nel nostro incontro – esprimendosi con un interprete del linguaggio dei segni, ci racconta: “Maya è una persona indigena sorda che ha una famiglia biologica e una famiglia adottiva, e sta cercando di riconnettersi con la sua famiglia dopo aver scoperto il tradimento dello ‘zio’ Kingpin. Torna nel luogo natio, cerca di riscoprire una vita più complicata e profonda, soprattutto i suoi legami di sangue e ancestrali”. Come Maya Lopez, Alaqua Cox è nativ americana, sorda, e ha una protesi al posto di una parte della gamba, elemento che è stato aggiunto al personaggio. Le due donne sembrano avere molto in comune “entrambe abbiamo un trauma childish con cui siamo venute su. Io sono cresciuta sorda e ho perso una parte della gamba, da bambina ho dovuto subire diversi tipi di interventi chirurgici e questo in qualche modo mi ha reso una guerriera. Maya ha vissuto la morte di sua madre e tanti eventi tragici, entrambe siamo dure e toste, e questo me l’ha fatta sentire molto vicina”.
La serie è decisamente brutale, adulta, ed è dura anche Alaqua. Gli autori stringono la connessione con la serie Daredevil (Netflix), da cui mutuano l’arcicattivo Wilson Fisk, alias Kingpin, Vincent D’Onofrio, adorato dai fan. “Qui Kingpin è simile alla serie originale, è più grintoso ed emozionante”. Charlie Cox (Daredevil) appare mascherato per un combattimento acrobatico che Alaqua è riuscita a sostenere grazie al retaggio sportivo, a basket e pallavolo praticati alla Wisconsin Faculty for the Deaf. “Ho fatto ogni tipo di sport, ho un fratello maggiore che è un atleta e mi ha aiutato negli allenamenti. Abbiamo trascorso l’adolescenza lottando, questo mi ha reso forte. Ho lavorato con gli addestratori degli stuntman senza sosta: coreografie, colpi, combattimenti e mosse specifiche”.
La serie è rilevante anche per il numero di voci dei nativi americani dietro le quinte, che contribuiscono a dare forma al racconto. Sebbene Killer of the flower moon di Martin Scorsese sia considerato uno dei migliori movie del 2023, per alcuno, tra cui il coprotagonista di Echo, Devery Jacobs, manca la prospettiva giusta. Si è dichiarato contrariato dalla rappresentazione e il trattamento dei personaggi Osage. Senza negare il valore e le buona intenzione di Scorsese, ci si interroga se questa fosse la sua storia da raccontare e perché ai registi nativi americani non viene mai information la piattaforma, le risorse o i soldi per raccontare le loro storie.
Per la regista di Echo, Sydney Freeland, la rappresentazione ha un ruolo fondamentale nella narrazione: lei stessa è di origini Navajo e ha incoraggiato il workforce creativo advert attingere dalle tradition realmente esistenti dei nativi americani. In particolare, lo present reinterpreta il personaggio di Maya secondo la cultura della tribù Choctaw (nei fumetti period invece della comunità Blackfeet). Gran parte della troupe ha frequentato le lezioni di linguaggio dei segni, prima delle riprese. “Questa consapevolezza ha avuto un impatto diretto su come la serie è stata girata – ha spiegato Freeland – influenzando il modo in cui i personaggi venivano inquadrati durante i dialoghi” Per Jacobs il linguaggio dei segni è stato usato anche come un modo per evidenziare l’eredità dei nativi americani, incorporato nella lingua dei segni indiana delle pianure, che risale alla colonizzazione.
La serie è l’ultimo simbolo di un nuovo corso: dopo la fase iniziale dell’universo Marvel in cui gli eroi, a partire da Iron man, 2008, erano maschi e bianchi, dopo un decennio la svolta per diversificare i personaggi e rispondere alle varie tipologie di pubblico. Black Panter, Shang-Chi e Ironheart, ancor più donne in She-Hulk, Ms Marvel e Captain Marvel. Echo è un altro passo per lo studio, anche perché farà parte della timeline principale dell’Mcu. Tutto questo però è coinciso con una stanchezza del pubblico Disney e una serie di attacchi frontali della destra repubblicana: Ron De Santis ha criticato il carattere woke dei personaggi omosessuali o non binari di Lightyear e Elementary.
Disney ha perso il primato del fatturato, passato a Common, il boss Bob Iger ha chiesto un cambio di rotta,: invece di puntare su messaggi positivi, tornare alle origini, la cosa più importante è l’intrattenimento. In realtà l’agenda inclusiva è più economica che idealista: le persone non bianche – specie afroamericane e latine – sono più propensi a guardare i cinefumetti. L’thought è avvicinarsi al pubblico di giovani americani che è sempre più diversificato. L’ultradestra – specie in questa lunga campagna elettorale in vista delle presidenziali del 5 novembre – ha deciso di scendere in campo, con piattaforme – dal DailyWire+ a Bentkey – con movie, serie e cartoni che difendano la società tradizionale dai nuovi valori che inquinano la tradizione americana, una vera industria pensata per contrastare le idee liberali, con una attenzione al pubblico dei ragazzini cresciuti nella casa di Topolino.