Il punto di vista è quello di Ernest. Già il titolo originale, Un petit frère, lo sottolinea. È sua la voce narrante già presente all’inizio che accompagna alcuni dei passaggi decisivi di questa ‘storia di famiglia’. Ernest è il figlio più piccolo di Rose, una donna che è venuta in Francia dalla Costa d’Avorio nel 1989, portando con sé sia lui sia suo fratello maggiore Jean.
Due fratelli è ora disponibile in streaming con MYmovies ONE.
Due fratelli non è una storia sulla ricerca e sulla difficoltà d’integrazione. O almeno non soltanto. Così come non sono accentuati da parte della regista Léonor Serraille gli sguardi sulla periferia tranne nella scena in cui Ernest, ormai adulto, viene fermato dalla polizia proprio vicino casa sua perché è uscito senza documenti. Però viene spesso sottolineata la distanza tra le proprie origini e la Francia, tra il tentativo di realizzare i propri sogni e la realtà cercando comunque di mantenere sempre la propria identità. “Io non appartengo a nessuno” afferma a un certo punto Rose, proprio per rivendicare la sua autonomia e anche la sua libertà.
Due fratelli, presentato in concorso al 75° Competition di Cannes, è un viaggio nel tempo, tra passato e presente, che segue il punto di vista dei tre protagonisti Rose, Jean ed Ernest. Ha la fisicità e il romanticismo tra André Téchiné e Christophe Honoré, ma è anche intenzionalmente trasparente, pudico e mai invasivo nelle storie di tre personaggi che sembrano raccontarsi in prima persona are available in un diario familiare.
Rose, Jean ed Ernest sono determine invisibili e silenziose e sembrano già appartenere all’universo privato della regista che per questo movie si è ispirata alla vicenda del suo compagno. Per questo privilegia l’intimità quando parla di maternità, di illusioni (come il trasferimento della famiglia da Parigi a Rouen), di tensioni evidenti nel comportamento di Jean e nella sua rabbia implosa e incapacità di adattarsi.
Serraille, al suo secondo lungometraggio dopo l’ottimo esordio di Montparnasse. Femminile singolare del 2017 che ha vinto la Digicam d’Or al 70° Competition di Cannes (anche questo disponibile in streaming su MYmovies), cattura istantanee nel tempo che poi diventeranno frammenti importanti nella storia sia individuale sia familiare dei protagonisti: l’immagine della madre e dei due figli piccoli vicino al finestrino durante il viaggio che li porta in Francia, Rose che piange sul terrazzo dell’lodge dove lavora come addetta delle pulizie, la fuga di Jean dall’appartamento della sua fidanzata, altro esempio di come ognuno di loro sembra sentirsi sempre inadeguato non solo nei confronti di un paese e anche di città dove vivono da tempo ma anche davanti a quello che provano.
Due fratelli trova anche lo spazio per frammenti di un’educazione sentimentale, tra il libro di Flaubert letto a casa di amici di Ernest adolescente e il fugace bacio con una coetanea a cui piacciono tutti i movie di Winona Ryder. I modelli (cinematografici e letterari) e le citazioni sono però soprattutto dei passaggi, casuali, veloci. Perché Serraille preferisce soffermarsi sul climax emotivo di questo triangolo familiare, fatto spesso di sguardi rubati (Jean che guarda la madre dal vetro del negozio di dischi mentre fuma), del tempo della vita che unisce separa e, forse, ricompone i conflitti e riallaccia i legami di sangue. Sotto questo aspetto, i tre protagonisti interpretati da Annabelle Lengronne, Stéphane Bak e Ahmed Sylla, contribuiscono in modo determinante a mostrare le loro relazioni, anzi i loro rapporti, come autentici.