Ghali, giro del mondo tra rap e pop: “A trent’anni riparto dagli inizi. Qui sto, e qui resto”

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E’ il momento di Ghali: non solo il New York Occasions ne ha celebrato la storia e l’impatto sulla scena italiana (dopo le sue esercitazioni di salvataggio migranti sulla nave ong Mediterranea), non solo Forbes lo ha inserito tra i 30 beneath 30 più in vista d’Europa, ma dopo la pubblicazione di No common music di SadTurs e KIID, per la sua etichetta Sto Data, che lo qualifica definitivamente come scopritore di talenti, arriva a sorpresa anche il suo nuovo album, Pizza Kebab Vol.1, con il quale il rapper milanese, trent’anni, punta a replicare e se possibile migliorare il successo dei album precedenti, con i quali ha conquistato 50 Dischi di Platino e 15 Oro. L’album conta quattordici nuove tracce, in bilico tra rap, lure e pop, con un deciso sguardo verso il passato, verso le origini del suo mondo musicale, ma allo stesso tempo con uno sguardo aperto verso il futuro.

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La cowl di ‘Pizza Kebab Vol. 1’

 

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Pizza Kebab Vol. 1 è il frutto di un lungo periodo di studio, ragionamenti, visioni, di un lungo viaggio che lo ha fatto arrivare fino agli Stati Uniti passando per Corea, Messico, Tunisia, Egitto, Marocco, guardando il mondo, ascoltando suoni e ritmi, cercando di mettere insieme linguaggi e sonorità various. Così, con la produzione dei giovanissimi talenti a cui ha dato spazio, KIID e SadTurs, e con la collaborazione di Rabat Draganov e Evening Emotions, Ghali ha realizzato un album di connessioni, tra tradition, mondi, linguaggi e personaggi, come quelli che appaiono nell’album, da Luchè a Geolier, da Tony Effe, Dylan e Aspect Babu a Digital Astro fino a Simba La Rue, Soolking e lo stesso Dragonov.

Dopo la lite allo stadio Ghali fa tempo con Salvini, anzi no: ecco cosa è successo

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C’è la lure in primo piano, dunque, con il brano d’apertura Sto, “la coming-of-age-story” come lui la definisce, “di Ghali bambino che gli altri vedono come tunisino, che a vent’anni è un ghetto boy, a venticinque una star e oggi a trenta fa tabula rasa e riparte dagli inizi: qui sto e qui resto, e l’etichetta Sto significa tutto questo”. Poi si passa a Paura e delirio a Milano con i tre amici della Darkish Polo Gang, con un titolo che richiama Hunter S. Thompson e un brano che parla della “Milano di oggi, in preda a paranoie securitarie, ostaggio di notti selvagge e giovani dei quartieri”. Machiavelli, con Simba La Rue, è nata invece al rientro da un viaggio in Egitto, proprio all’inizio della lavorazione del disco, “una traccia pesantemente onirica, rappata quasi are available in un sogno REM, piena di visioni cupe e criminali, un rosario di angosce represse e rabbie espresse”, mentre Sotto controllo, con Luchè, è basata su “un ritornello scanzonato, le rime sono ficcanti, la canzone s’incide nelle reti neurali dell’ascoltatrice/tore”.

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(fotogramma)

Da un provino fatto in casa è nata invece Coco, una canzone d’amore, mentre Tanti soldi con Geolier è un classico gangsta rap. Ci sono poi Zuppa di succo di mucca, che prende di mira l’ossessione da cibo, Dimmi la verità, una ballata sul cambiamento, sulla crescita, sul diventare adulti. Safi Safi con Dragonov, cantata in francese e in italiano, “un inno alla gioventù multietnica dell’Europa mediterranea”. Dopo l’inserto sonoro 2:30 AM in cui si parla “di una Rolls Royce che potrebbe scomparire nella notte brava di Gotham”, arrivano Celine Celine con Digital Astro, e Senza pietà, che Ghali presenta come una canzone sul “disorientamento della condizione giovanile contemporanea”, prima di arrivare al finale con Buonasera, con il cantante algerino Soolking, e Peccati, che chiude l’album con una “confessione personale e un’invocazione di perdono”.

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