Tax credit score, come cambia la legge per il cinema

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Dopo le polemiche della scorsa settimana, l’annuncio di tagli al cinema (in parte poi rientrato) e quello di una riforma del sistema di sconto fiscale per le produzioni arrivano le modifiche del governo alla Legge Cinema e il cambiamento della tax credit score: la percentuale di spesa su cui applicare l’agevolazione per le opere cinematografiche è al 40% ma l’aliquota può scendere. Lo prevede la bozza della legge di bilancio al capitolo relativo al tax credit score. L’articolo prevede infatti che possa essere rimodulata “per esigenze di bilancio o “in relazione alle dimensioni di impresa o gruppi di imprese nonché “in relazione a determinati costi eleggibili o soglie di costo eleggibile, ferma rimanendo la misura massima del 40 per cento”.

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“Un movie da 30 milioni non può beneficiare come uno da 10”

Lucia Borgonzoni ha annunciato che il ministero è al lavoro per introdurre un descalator del tax credit score. “La norma serve a poter inserire uno strumento, discusso e in valutazione con tutte le associazioni del comparto audiovisivo, per rendere il sistema più efficiente” – precisa il sottosegretario “un descalator legato agli investimenti. La valutazione parte dal fatto che un movie da 30 milioni non può beneficiare di un 40% come uno da 10. Inserire un parametro decrescente senza creare problemi al settore e lasciandolo competitivo rispetto ai mercati nostri diretti competitor”.

Multe da 10 a 50 mila euro e sostegno ai piccoli cinema

Un altro articolo della bozza, prevede multe da 10 a 50mila euro per le dichiarazioni infedeli per i soggetti che certificano i costi sui quali viene applicata la Tax credit score del 40% per il cinema. Infine, novità sul fronte degli interventi per salvare i piccoli cinema: “Alle imprese di esercizio cinematografico, secondo le disposizioni stabilite con decreto adottato ai sensi dell’articolo 21, è riconosciuto un credito d’imposta in misura non inferiore al 20 per cento e non superiore al 40 per cento delle spese complessivamente sostenute per la realizzazione di nuove sale o il ripristino di sale inattive, per la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale cinematografiche, per l’installazione, la ristrutturazione, il rinnovo di impianti, apparecchiature, arredi e servizi accessori delle sale”, si legge nella bozza della Legge di Bilancio, che conferma le misure esistenti ma introduce un rafforzamento dell’intervento per gli esercizi più piccoli: “In favore delle piccole e medie imprese l’aliquota massima di cui al precedente periodo può essere innalzata fino al 60 per cento”. In un altro passaggio della bozza si parla di tetto al tax credit score sui compensi di registi, attori e sceneggiatori.

Tetto su compensi registi, attori e sceneggiatori

In un altro passaggio della bozza si parla di tetto al tax credit score sui compensi di registi, attori e sceneggiatori. “Il credito d’imposta massimo onnicomprensivo riferibile al compenso attribuito al singolo soggetto in qualità di regista, sceneggiatore, attore e altra figura professionale” individuata nei decreti attuativi del tax credit score del cinema” si legge nella bozza della legge di bilancio “non può eccedere l’importo massimo previsto” dal parametro individuato per i dipendenti pubblici ovvero “il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione”, cioè 240mila euro annui.

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Borgonzoni: “Favino ha ragione sugli attori italiani. Soldi a movie stranieri solo se con italiani”

In seguito alla questione che ha tenuto molto banco alla Mostra del cinema di Venezia quando Pierfrancesco Favino aveva detto che non capiva perché un personaggio come Enzo Ferrari fosse interpretato dall’americano Adam Driver, il sottosegretario ha detto a La Stampa: “Le agevolazioni fiscali rimarranno più alte solo per i movie stranieri che hanno almeno un regista, un attore o uno sceneggiatore italiano. Ci sono storture da correggere. Quando in Italia arriva un attore, regista o sceneggiatore straniero gode di un credito di imposta del 40%, ma in realtà paga il 30% di tasse. Gli davamo indietro più di quello che pagava effettivamente. Il tax credit score rimarrà al 40% per i movie internazionali in Italia solo se queste produzioni comprendono un attore, sceneggiatore o regista italiano. Altrimenti scenderà al 30%. Un sistema di premialità per chi chiama sul set professionisti italiani. La polemica di Pierfrancesco Favino su Ferrari period giusta. Dobbiamo spingere i produttori a scegliere storie di italiani. Aumenteremo anche i contributi selettivi in questa direzione”.

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