Roberto Sergio, advert Rai: “Pino Insegno resta. Su Fedez nessuna epurazione ma ci sono problemi da risolvere”

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Fedez non è stato epurato dalla Rai”. “Pino Insegno non viene chiuso”. “A Gennaio arriverà Giletti”. È un fiume in piena l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, intervistato in occasione di Ceo for all times, ha parlato anche della ripresa del programma di Fiorello in autunno, di un programma affidato a Baudo e Arbore e dei rapporti con la politica e della Rai che “Non è telemeloni”.

“Pino Insegno rimane”

“Sono indignato per la violenza quotidiana nei confronti di Pino Insegno – ha detto Sergio – Ha una storia professionale di 40 anni, è un professionista serio, e ha voluto affrontare una sfida in una programmazione complessa non molto distante dalle precedenti in quella fascia. Non viene chiuso. Non è telemeloni e lui rimane e prosegue la sua attività con Il mercante in fiera” su Rai 2 ha assicurato smentendo quelle che definisce come “notizie false o indirizzate magari in qualche modo dall’interno dell’azienda, amplificate ogni due minuti da vari weblog. Questo è un gioco inaccettabile”, ha esclamato.

“Fedez avrà spazio in futuro”

“Fedez non è un epurato, è una persona che avrà spazio in Rai anche in futuro”, ha spiegato l’advert ribadendo che “il suo è un caso particolare, nel senso che la notizia di Fedez che non partecipa a Belve

viene ufficializzata non quando la cosa accade ovvero dieci giorni prima del suo ricovero, ma casualmente durante il suo ricovero. Purtroppo, quando si tratta di Rai, c’è sempre la volontà o la tendenza a voler strumentalizzare con artifizi particolari le scelte che vengono fatte”.

Aggiunge però Roberto Sergio: “Nel momento in cui non sono stati definiti alcuni rapporti e Fedez proviene da un Primo Maggio in cui ci sono state contestazioni e querele tuttora in itinere e dalle vicende del Competition di Sanremo dove sinceramente, almeno per alcuni aspetti, la sua presenza non ha brillato, il caso deve essere prima risolto e poi, quando lo sarà, tornerà a essere uno dei tanti che parteciperà ai programmi della Rai. Non c’è una volontà di chiudere con lui e mi dispiace che la cosa sia stata collegata ai suoi problemi di salute e mi auguro di poterlo ascoltare e incontrare”.

Il ritorno di Fiorello

Da ‘vittima’ di Fiorello (“Mi coinvolge negli spot a mia insaputa”), Sergio si prepara a festeggiare il ritorno di “Rosario amico carissimo” con Viva Rai2, dal 6 novembre: “Chi avrà voglia di svegliarsi, di partire con il buonumore, lo vedrà alle 7, poi si potrà rivederlo su RaiPlay, ma ci saranno altri momento in radio e television dove sarà possibile vederlo”, ha annunciato.

Arriva Giletti

“Rai, Mediaset e La7 si stanno ‘scambiando’ un po’ di persone – ha premesso l’advert – da noi è arrivata Caterina Balivo, c’è Nunzia De Girolamo e nel prossimo anno arriverà Massimo Giletti, che oggi ha fatto un video divertente dicendo ‘riparto da zero‘, una battuta che significa che sta per arrivare. Nel prossimo anno avremo Giletti”, ha ribadito Roberto Sergio.

“C’è uno scambio continuo”, ha sottolineato l’advert Rai, affermando che “chi se ne è andato lo ha fatto per scelta, chi per scelta professionale chi per scelta economica: ma poi non si può dire che l’azienda ti manda by way of o ti avrebbe condizionato se fossi rimasto… Nessuna autocensura da parte della Rai”, ha assicurato.

Quanto al caso Foa, ha spiegato, “ha fatto un errore di cui si è scusato, in una puntata dove vi è stato un insieme di errori anche della filiera di controlli interni della direzione radio: Foa si è scusato e non è stato ‘epurato’, come qualcuno ama dire…”.

Baudo e Arbore

“Il prossimo anno, il 3 gennaio, saranno i 70 anni della television, e quindi della Rai, il 6 ottobre compirà 100 anni la radio”: due occasioni per le quali “sarà valorizzato in maniera infinita tutto l’archivio televisivo e radiofonico: riporteremo alla luce tutto quello che c’è” ha promesso Sergio, ricordando anche che il cda ha appena validato la scelta di “creare a Torino una sede advert hoc per tutti i nostri materiali digitalizzati”. “I due personaggi che terranno il fil rouge saranno Pippo Baudo e Renzo Arbore, due determine storiche che racconteranno la television e la radio”.

I rapporti con la politica

“A differenza di qualche mio predecessore, la prima cosa che ho detto è l’inverso di quanto detto da loro: io parlo con la politica, ma la politica non mi condiziona. Francamente, io non mi sento condizionato e non mi sento assediato: noi siamo liberi di fare nostre scelte”. Sergio ha sottolineato che “non puoi non parlare con la politica se hai una commissione di vigilanza che vigila sull’azienda e se oggi la governance è indicata per quattro consiglieri su sette dai due rami del Parlamento, uno dai dipendenti e due dall’azionista”.

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“Mi viene da sorridere – ha aggiunto l’advert di viale Mazzini – quando sento dire che adesso la Rai è governativa: negli ultimi cinque anni, gli ultimi due mandati sono stati ‘governativi’ nel senso che il ministro dell’Economia ha indicato il presidente e l’amministratore delegato della Rai. Ma questo – ha sottolineato Roberto Sergio – non significa essere di parte, significa avere relazioni corrette con chi deve decidere della vita dell’azienda in quanto servizio pubblico. Io non ho mai ricevuto condizionamenti, parlo quotidianamente con la politica e faccio le scelte che ritengo giusto fare Poi, come tutti, posso sbagliare”.

La parità di genere

“Ho il 60 per cento dei vice direttori donna, il 40 per cento maschi. È un percorso che si sta seguendo. Nel momento in cui fai scelte, però, devi vedere chi hai in azienda in questo momento, se hai a disposizione persone che possano favorire la crescita femminile nei ruoli apicali. Sono d’accordo a incentivare la parità di genere, se hai persone di grande valore, ma non si può fare con la bacchetta magica. Va premiato il merito. Bisogna creare le condizioni per crescere e meritarsi il ruolo”, ha sottolineato Sergio. “Il mio capo employees è donna, ai vertici del advertising and marketing c’è una donna, sono tutte persone di valore – ha aggiunto – e io personalmente sono d’accordo sulla parità di genere”.

La riforma dell’informazione

La riforma dell’informazione della Rai “non è un tema attuale, ma è un tema che è alla nostra attenzione. Non è nel piano industriale di novembre”, ha poi aggiunto l’advert, ricordando che i passati direttori generali “sono caduti su questo tema”.

Un’azienda demotivata

“Abbiamo trovato un’azienda che period stanca, demotivata, in grande difficoltà, perché per troppi anni è rimasta ingessata e non ha avuto un piano industriale, dibattendosi più in polemiche esterne e interne che non in attività concrete quotidiane”ha aggiunto Sergio. “In questi nostri primi cento giorni – ricorda l’advert di Viale Mazzini – da quando siamo arrivati, io e il direttore generale Giampaolo Rossi stiamo lavorando e stiamo portando, auspicabilmente entro la nice di novembre, tutto quello che non accadeva: piano industriale, contratto di servizio, accordo definitivo sul canone in bolletta, l’extragettito per garantire la sostenibilità dell’azienda e gli investimenti sulle due filiere dell’audiovisivo e della digitalizzazione”.

Per Roberto Sergio, “prima non c’period l’interlocuzione con il Governo e con le istituzioni, non ci si parlava con il ministero dell’Economia: evidentemente, se non è accaduto nulla nei due anni precedenti, qualche problema di dialogo c’period…”.

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