I Cccp e il suon dell’avvenire

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Il suon dell’avvenire tocca l’Italia 40 anni fa. In quei primi anni ottanta che Umberto Eco volle definire “grandiosi” perché grandiose erano le domande: quelle dell’Europa che interrogava se stessa nel crepuscolo della Guerra Fredda; quelle dei partiti la cui vita interna divenne una lunga, estenuante e inefficace seduta di autocoscienza collettiva; quelle dei ragazzi non riducibili al modello yuppies imposto dalla scaltra alleanza tra televisione e commercio. Il suon dell’avvenire period ed è quello della chitarra punk o giù di lì di Massimo Zamboni, period ed è quello della voce fatta di preghiere o giù di lì di Giovanni Lindo Ferretti. Il suon dell’avvenire period ed è quello dei Cccp.

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“Siamo arrivati tardi o troppo presto e comunque il nostro tempo non assomiglia al vostro”, cantava Ferretti in una canzone mai registrata o registrata male da qualche ignaro archivista in qualche concerto nella Padania profonda o nella Berlino ancora divisa. Luoghi di confine, in cui osservare i germi del futuro già all’opera. Frontiere da esplorare con una convinzione: che ciò che poteva risultare una semplice canzone distorta period anche qualcos’altro. L’esito di uno studio, la sintesi dopo una analisi. Un’opera fatta da chi girovagando non voleva altro che un luogo, un rifugio, per poter far fronte a quel domande “grandiose”. Non avendo la pretesa di fornire risposte, ma continuando a porle a se stessi e agli altri. L’avvenire, del resto, è di chi sfugge a ciò che noto, di chi ricerca il nuovo. E di chi lo fa da una prospettiva “punk”, laica: irriverente e svincolata da ogni forma di ideologia.

Felicitazioni! è allora non solo il nome della mostra che si inaugura a Reggio Emilia: è un augurio a chi oggi può riascoltare quelle canzoni che Massimo Zamboni, non esagerando, ha definito “pale d’altare”: canzoni che schiudono dimensioni in cui è ancora possibile meravigliarsi, sorprendersi del bello. “Succedeva così: le nostre individualità si annullavano senza confondersi”, ha ricordato Ferretti nella nuova edizione del Libretto Rozzo dei Cccp e dei Csi. Il suon dell’avvenire è quello in cui non c’è auto-affermazione ma c’è un incontro. E allora ciò che si mette in mostra con “Felicitazioni!” è qualcosa di vivo e che solo in modo laterale ha a che fare con documenti che testimoniano una parabola musicale. Felicitazioni! è un auspicio: a chi vorrà incamminarsi, attraverso le domande altrettanto “grandiose” che il nostro tempo pone, verso un nuovo avvenire. E, perché no, ascoltando e diffondendo punk a tutto quantity.

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