Arisa, le confessioni: “Ho paura dell’amore ma non posso vivere nella solitudine”

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“Non si può vivere nella solitudine assoluta”. Ospite di Luca Casadei, Arisa, all’anagrafe Rosalba Pippa, si racconta con grande sincerità e senza filtri nella nuova puntata di One Podcast, disponibile da venerdì 20 settembre su OnePodcast e su tutte le principali piattaforme di streaming audio.

La cantautrice, spontanea e sincera, ripercorre insieme a Luca Casadei le varie fasi della sua vita con le emozioni e i momenti che hanno contribuito, nel bene e nel male, a farla crescere. Partendo dalla sua infanzia, racconta delle sue insicurezze di ragazzina sensibile e, a volte, incompresa, che pensava di doversi guadagnare l’amore altrui; parla della sua vita a Milano prima di diventare famosa e della relazione con Giuseppe Anastasi soffermandosi sul suo modo di concepire amore, paure e debolezze, rivelando tutta la sua fragilità e, allo stesso tempo, la sua grande voglia di esistere.

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Sul lavoro che sta facendo su sé stessa e sul suo rapporto con l’amore: “Io non voglio che nessuno mi voglia bene più di quanto io voglio bene a me stessa. Questa è una pseudo-patologia che devo superare, sto lavorando su me stessa: ho ripreso advert andare da una psicologa che, con pochissimi colloqui mi ha dato delle piccole direttive per riorganizzare il mio assetto emotivo […] Ho sempre preferito l’amicizia all’amore, perché l’amore mi spaventa molto. Io sono una persona molto libera, a parte gli oneri lavorativi. Però accettare di includere delle persone nella mia libertà è una cosa che reputo necessaria, che mi serve. Bisogna farci tempo quindi, perché non si può vivere nella solitudine assoluta”.

Una spettatrice si sente male, Arisa interrompe il concerto per chiamare l’ambulanza: “Va tutto bene? Un bacione”

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Su quando è nato il nome “Arisa” e sul momento in cui è diventata Arisa: “Per la prima volta ho scritto il nome Arisa a 16 anni su un libro di grammatica, perché avevo programmato tutto: avevo organizzato il mio progetto fino al primo Sanremo. Arisa period l’acronimo delle iniziali della mia famiglia. Ho pensato che io, in realtà, non ero altro che il risultato della mia famiglia. Poi, quando facevo l’estetista in Basilicata, a un certo punto è arrivato Mogol con la sua scuola, con Gioni Barbera. Per questa borsa di studio io mi sono sentita di mollare tutto e partecipare: ho cominciato a credere un po’ di più nelle mie potenzialità, perché la gente mi ascoltava e mi diceva: “mamma mia, però! Facciamo cantare lei”. Quando ho sentito la mia voce per la prima volta amplificata nelle orecchie e sono riuscita a plasmare il suono, lì ho capito che avevo scoperto un gioco incredibile, meraviglioso, che riusciva a mettermi in connessione con tutto il mio corpo e con l’ambiente circostante. Io in quel momento, anche se già mi chiamavo Arisa, sono diventata Arisa”.

Arisa: “Sono fatalista, ma quanto è difficile aiutare le persone che amiamo”

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Su quando con il suo ex fidanzato, il cantautore Giuseppe Anastasi, si sono presentati a Sanremolab: “Ho conosciuto il mio primo ragazzo, abbiamo scritto delle canzoni, siamo andati a Sanremo. La prima volta ci sono andata da sola con un pezzo scritto da me, però non è andata bene. L’anno dopo, invece, siamo tornati con un brano di Giuseppe, Sincerità. Anche lui concorreva con un suo brano che si chiamava Fino a Natale. Eravamo andati insieme per avere più possibilità: se lui fosse passato, per me sarebbe stato okay, se fossi passata io, comunque sarei passata con un suo pezzo. Ho vinto io e, purtroppo, ci sono stati tra noi un po’ di problemi, anche a causa delle persone che abbiamo avuto intorno. Quando ho vinto Sanremolab non ero felice e gli dicevo testuali parole: “Adesso diventeremo un assegno circolare, ci lasceremo” e così è successo”.

Viva Rai 2, Arisa cade durante l’esibizione di “Baciami stupido”

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Su come period il loro rapporto e su cosa è cambiato dopo che lei ha vinto Sanremolab: “Prima eravamo noi due da soli, non avevamo un’etichetta e non avevamo nulla: eravamo poverissimi, mangiavamo anche riso in bianco per settimane, però ci amavamo. Avevamo un’intesa importante, ci appartenevamo: vivevamo con gli stessi soldi, lavoravamo l’uno per sostenere l’altro. Avevamo poco però ci bastava ed period già un dono. Poi, dopo che ho vinto Sanremolab, l’equilibrio è venuto a mancare: io avevo tantissimo riconoscimento, lui lo chiamavano: “il fidanzato di Arisa”. Le persone che lavoravano con noi spesso mettevano zizzania, facendolo sentire inadeguato”.

Sui suoi rapporti di lavoro e sulla sua concezione di come debbano svilupparsi: “Ho cambiato molti rapporti di lavoro negli anni. Prima di tutto perché la mia thought difficilmente coincide con quella degli altri, purtroppo. Le persone mi vedono in un modo, ma io mi vedo in un altro. Ho sempre paura che non ci siano persone disposte a lavorare con me perché io sono particolare. Adesso devo cercare dei accomplice che non vogliano impormi una direzione, ma che vogliano ascoltare. Devo dargli anche io del materiale, mi devo mettere nella condizione di essere convincente, di dare una visione concreta di quello che voglio fare”.

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