Dalla passerella al palcoscenico, da modelle a cantanti. A Grace Jones e Carla Bruni il salto è riuscito, a Kim Kardashian e Tyra Banks invece no. Sono tante le prime mannequin che hanno cercato di trasformarsi in popstar, alcune con successo, altre meno. E a volte ci riprovano: a 18 anni di distanza dal suo primo album, Paris Hilton tenta di nuovo. L’ex modella che iniziò nell’agenzia di Donald Trump ha appena pubblicato il suo secondo disco Infinite Icon. E se con il disco di debutto Paris aveva collezionato critiche feroci ma venduto 800 mila copie e raggiunto il sesto posto nella classifica Billboard 200, per il nuovo disco si è circondata di importanti produttori come Jesse Shaktin e Greg Kurstin, e colleghe famose come Megan Thee Stallion e Sia, cercando di consolidare il suo posto nel mondo della musica, anche se nella prima settimana in classifica non si è vista.
In poche hanno saputo lasciare il segno. La più famosa, forse anche quella dotata di maggior carisma, è ancora Christa Päffgen, in arte Nico, la modella tedesca che nei primi anni Sessanta a New York divenne la musa di Andy Warhol e la cantante con i Velvet Underground di Lou Reed e John Cale.
Un’artista che ha rappresentato una svolta nella percezione della modella-musicista, lasciando un’impronta indelebile con il suo album di debutto da solista intitolato Chelsea Woman. Nico ha incarnato un’estetica cupa e malinconica, lontana dal glamour della moda: per la sua voce profonda e la sua interpretazione oscura si è meritata l’appellativo di “sacerdotessa delle tenebre” e ha dimostrato che non basta essere belle per avere successo nella musica, serve anche una profonda creatività.
Se Nico resta il modello per eccellenza di questa transizione, il suo esempio è stato seguito a metà degli anni Settanta da Grace Jones, dopo una fortunata carriera da prime mannequin tra New York e Parigi. L’artista giamaicana ha dominato la scena prima nella disco music e poi, negli anni Ottanta, con grande capacità nella scena new wave e post-punk con un’immagine sempre audace.
Altre determine di grande fascino sono riuscite nel grande salto come Carla Bruni, cantautrice con un destino da Premiére Dame. Ex modella, è passata dalle passerelle degli anni Novanta a una carriera di cantautrice, culminata con l’album Quelqu’un m’a dit, che ha ottenuto grande successo grazie al suo stile people raffinato e alla sua inconfondibile voce.
E se Samantha Fox ha saputo conquistare il pubblico negli anni Ottanta, il gioco non è riuscito a Naomi Campbell che negli anni Novanta, pur collaborando con importanti produttori, non ha avuto fortuna con il suo unico album Child Lady.
Più di recente ci hanno provato con risultati imbarazzanti Kim Kardashian, che nel 2011 ha tentato con il singolo Jam (Flip It Up) e Tyra Banks che ci ha provato a più riprese a colpi di singoli.
Tra le ultime si sono affacciate sulle scene la model delle isole Comore Nadia Mladjao, che si è fatta conoscere con il nome d’arte di Imany. E la modella franco-polacca Petite Meller, biondissima bellezza diafana naturalizzata israeliana arrivata al successo qualche anno fa con una canzone, Child love, grazie a un video pubblicato su Youtube che ha catturato l’attenzione non solo per il suo sound innovativo ma anche per il suo immaginario visivo.
Anche lavorare con artisti affermati non garantisce il successo: Evan Dando dei Lemonheads, che ha collaborato con la supermodella Kate Moss in un progetto musicale, riconosce che il fascino della celebrità non sempre si traduce in talento musicale.
Ciò che fa la differenza è l’impegno e allora modelle con una vera passione e talento musicale riescono a emergere, come quella della prime mannequin Karen Elson, ex moglie di Jack White, che ha intrapreso una convincente carriera musicale e inciso tre album molto belli tra il 2010 e il 2022. Altre restano solo determine incompiute nel mondo del pop.