Dopo Gabriele Muccino, anche Tinto Brass raccoglie il grido di Nanni Moretti, che durante la serata di premiazione della Mostra di Venezia ha invitato produttori e registi advert essere “più reattivi nei confronti di questa nuova pessima legge sul cinema”. La legge in questione è il decreto Sangiuliano che restringe il tax credit score per il cinema, annulla l’automatismo tra produzione e credito d’imposta, favorendo le main e mettendo in difficoltà le piccole produzioni.
“Andrebbe abolita”, taglia corto Brass, “period nata come uno strumento per incentivare la produzione cinematografica ma si è trasformata in una trappola mortale”, continua il regista. “Invece di promuovere la qualità, ha spinto tutti a realizzare movie solo perché c’erano soldi e agevolazioni fiscali – osserva-. Il risultato? Un’ondata di opere mediocri, movie che non riescono a piacere né al grande pubblico né ai palati più raffinati”. E, rivolto al nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli, il maestro dell’eros conclude: “E’ fondamentale che la cultura sia uno spazio aperto e libero, capace di accogliere ogni forma d’arte, anche quella che provoca e sfida lo established order”.
Critico nei confronti del tax credit score anche l’attore Stefano Fresi che è intervenuto sul tema durante la conferenza stampa di presentazione di Kostas, la nuova fiction che vedrà l’attore vestire i panni di un commissario greco e che andrà in onda da domani su Rai1. Anche Fresi si rivolge a Giuli con la richiesta di “rivedere la legge sul cinema”.
Perché, continua l’attore, “è dettata più da un piglio di disfare qualcosa che sembra essere appartenuto all’altra bandiera, piuttosto che a costruire qualcosa che sia una difesa di un’azienda che è assolutamente in attivo del nostro Paese. Considerarlo non dal punto di vista della politica, destra o sinistra. C’è qualcosa da salvare? Lo faccia”.