Barbe-Nicole Ponsardin, più nota come Madame Clicquot Ponsardin o Veuve Clicquot a soli 27 anni nel 1805 si ritrovò sola (il marito ufficialmente morto di febbre tifoide potrebbe essersi suicidato) con una figlia di tre anni e una enorme tenuta nelle le colline della Champagne.
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Alla morte del marito si oppose alla vendita delle terre come voleva suo suocero e, in memoria del suo sposo e con una determinazione fuori dal comune per una donna di quell’epoca, prese in mano le redini dell’azienda trasformandola in uno dei più grandi successi della storia francese. La vedova Cliquot ha continuato a gestire i suoi affari fino alla sua morte, a 89 anni, nel 1866 anno in cui la Maison Veuve Clicquot Ponsardin commercializzò 750.000 bottiglie. Grazie alla sua tecnica remuage sur pupitres (che consisteva di separare i lieviti dal vino), lo champagne Clicquot acquistò limpidezza. Ora la sua storia è un movie, Madame Cliquot nelle sale il 12 settembre con protagonista l’attrice americana Haley Bennett.
Come ha creato il suo personaggio?
“Ero così emozionata di fare un movie in Francia e di girare in un vigneto. Io ho amici in Toscana che vivono accanto a una vigna e io quando posso li vado a trovare. E quando vado da loro mi piace mettere le mani nella terra e del movie mi piace questo lato rozzo e per niente glamour della storia di Barbe-Nicole. È una storia che potrebbe essere ambientata ovunque e se noi abbiamo fatto bene il nostro lavoro è un personaggio che può arrivare a tutti, a prescindere dalla lingua in cui è raccontata”.
Lei è un’americana che ha già interpretato un’altra icona della Francia: period Rossana in Cyrano di Joe Wright. Cosa significa abbracciare un’altra cultura, un’altra epoca per un’attrice?
“Quando affronto un personaggio del genere tendo a pensare più a cosa mi accomuna che alle differenze. Sono alla ricerca di una verità universale all’interno della storia e della strada per raccontarla in modo onesto. Io lavoro sempre con un’thought di connessione che è il mio portale per la recitazione. Questa storia ha un’eredità francese, ma allo stesso tempo credo contenga molti elementi universali in cui tutti si possono riconoscere, a dirla tutta il movie dovrebbe funzionare anche togliendo il suono, come fosse un movie muto”.
Come si è preparata?
“Ho letto il libro The widow Clicquot: the story of a Champagne Empire and the lady who dominated it e ho trascorso molto tempo nei vigneti. Essendo la produttrice del movie ho passato a preparare il movie molto più tempo di quello che solitamente accade per altri movie in cui sono solo interprete. Abbiamo lavorato a stretto contatto con tutti gli attori del forged che si sono dimostrati molto devoti al progetto. Quello che ho amato nello sviluppare questo progetto è stata la possibilità di prendere decisioni che vanno ben al di là del mio personaggio. Come decidere dove avremmo girato… ma noi non stavamo facendo né un documentario né uno spot pubblicitario, abbiamo realizzato un movie. Abbiamo avuto la benedizione del model Clicquot ma abbiamo realizzato un movie indipendente lontano dalle logiche degli studios”.
Non si tratta di un’operazione alla Barbie insomma.
(journey) “No certo ed è stato molto liberatorio che non lo fosse. Non è stato come lavorare con la Mattel, avevamo sicuramente più libertà e meno pressione. Ho avuto l’opportunità di visitare le vere location nella zona dello Champagne, di entrare dentro l’azienda, ho avuto accesso ai manufatti storici incredibili, ai diari di Madame Clicquot, a documenti fondamentali per la storia di questa azienda e di questa donna. Il mio obiettivo period celebrare questa donna e far sì che più persone conoscano la sua storia perché è altissimo il numero delle persone che non sanno assolutamente nulla di lei anche se bevono il suo champagne”.
