Darren Star, showrunner di ‘Emily in Paris’: “Intercourse and town? Venne dopo l’affaire Clinton – Lewinsky. Tutti parlavano di sesso”

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Darren Starr è nato a Potomac nel Maryland 63 anni fa, figlio di una giornalista freelance e di un ortodonzista. Sognava il cinema ed è arrivato a creare negli anni Novanta alcune tra le serie di maggior successo della television americana: Beverly Hills, 90210; Melrose Place e Intercourse and town. Che ha rivoluzionato il racconto della sessualità e dei desideri delle donne e che gli ha fatto vincere due Emmy.


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La sua ultima creazione è Emily in Paris, la serie più bistrattata dai critici (soprattutto francesi) ma molto, molto amata dal pubblico. Che dal 12 settembre torna su Netflix con la seconda parte della quarta stagione, ultimi cinque episodi, di cui due girati a Roma. Dove siamo stati in esclusiva sul set e abbiamo incontrato lo sceneggiatore e produttore.

Emily in Paris… in vacanza a Roma. Lily Collins in Italia si innamora di Marcello

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Perché voleva portare Emily a Roma?

“Oltre a Parigi, Roma è la città romantica per eccellenza in Europa. Gli americani, ma anche nel resto del mondo, fantasticano su Roma. Sentivo che period il momento per lo present di uscire da Parigi e farsi un giro in Europa ed ero convinto che Emily avesse bisogno di un po’ di avventura”.

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L’concept dello present l’è venuta pensando alla sua gioventù a Parigi e a Roma ha avuto qualche avventura?

“Sono venuto molte volte a Roma, molte volte in Italia, non parlo italiano purtroppo ma il vostro paese è bellissimo e l’ho visitata un po’ dappertutto: Toscana, Capri e Amalfi, la Sicilia ma Roma cattura delle emozioni che mi sembravano perfette per Emily. Un racconto in stile Hollywood classica che ha creato l’immaginario di Roma basti pensare a Vacanze romane. Io sono cresciuto con il cinema italiano e volevo che la serie fosse un omaggio a quel mondo”.

Emily è cambiata in questi anni, come Roma e questa parte del suo viaggio la cambieranno ancora?

“Emily è maturata molto in queste quattro stagioni e ora vivrà la sua storia romantica a Roma. Sta uscendo dalla sua zona di conforto per amore ed è in grado di far parte di una storia di successo lavorativo in modo inaspettato. Per lei venire a Roma è una sfida perché Parigi ormai è diventata un po’ casa sua e portarla through da lì significa metterla di nuovo alla prova”.

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Ci parla di Marcello?

“All’inizio per Emily Marcello è soltanto una scintilla di romanticismo, lo incontra per caso e poi lo continua a incrociare come un segno del destino. E il viaggio a Roma è dovuto al suo invito. Eugenio Franceschini è fantastico, per me period molto importante che Marcello fosse interpretato da un vero attore italiano non da un italo americano per esempio, non si può far finta in questi casi. È un ruolo importante e abbiamo scelto lui perché è un ottimo attore e porta un’aura di italianità che period quello che cercavamo”.

Nello present la Francia è raccontata attraverso la moda, l’arte, la cucina cosa vedremo della cultura italiana?

“C’è la moda italiana perché Marcello appartiene a una famiglia che da numerous generazioni lavora nel tessile, c’è il cibo che è una delle ragioni principali per cui si viene in Italia, inutile nasconderselo. Vedrete ci saranno un paio di sequenze in cui il cibo è molto importante. Si creerà una sorta di competizione tra Roma e Parigi perché Marcello vuole mostrarle i posti di Roma di cui è orgoglioso e ci sarà un po’ la stessa dinamica che c’period nelle prime stagioni tra americani e francesi ma questa volta tra francesi e italiani”.

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Il forged a Roma (Foto di Giulia Parmigiani) 

Di Parigi avete mostrato i luoghi iconici ma anche degli angoli non così conosciuti. Avete fatto lo stesso con Roma?

“Certamente Emily va nelle location classiche di Roma, ma abbiamo anche voluto mostrare dei luoghi fuori della città. Abbiamo creato una città fittizia dal nome Solitano, abbiamo girato vicino a Ostia antica dove abbiamo ricreato un villaggio che ha un significato importante nella serie”.

In questi ultimi trent’anni la scrittura per la televisione è cambiata moltissimo. Dal suo primo lavoro a Emily in Paris quali sono i cambiamenti più importanti?

“La cosa più liberatoria è il fatto che oggi come oggi si fa con la televisione quello che è stato fatto per tanti anni nel cinema. Il livello produttivo della television è arrivato a eguagliare quello del cinema, oggi come oggi c’è molta più ambizione. Quando ho iniziato, ma anche solo vent’anni fa, fare Emily in Paris girata totalmente a Parigi sarebbe stato impensabile. Come venire a girare a Roma… la televisione è diventata la lingua culturale dominante dell’leisure. Con Intercourse and town per me è iniziato questo percorso, non posso immaginare un posto migliore di HBO per avere libertà creativa all’epoca e sono stato veramente fortunato perché con quella serie abbiamo fatto tutto quello che abbiamo voluto. Compreso girare a Parigi. Oggi le aspettative del pubblico televisivo sono molto più alte e ci sono talmente tante opzione che devi consegnare agli spettatori qualcosa di veramente speciale. La competizione è alta”.

Quando ha realizzato che raccontare storie period il suo destino?

“Mi è sempre piaciuto scrivere e ho deciso di studiare scrittura creativa e cinema, ho sempre amato il cinema e avrei voluto diventare sceneggiatore cinematografico fin da bambino. Sono stato fortunato”.

Per Shonda Rhimes c’è un modo di dire tra gli scrittori: scrivi come se tutti quelli che ami fossero morti. Perché uno scrittore, uno sceneggiatore deve sentirsi libero di scrivere quello che vuole senza remore. Cosa ne pensa?

“Sono d’accordo, i miei genitori sono ancora vivi e lo erano quando ho scritto le prime puntate di Intercourse and town e sono venuti alla prima dello present, non devi mai censurarti come autore”.

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Tra i talenti con cui lei ha lavorato negli anni c’è la costumista Patricia Discipline, così importante per Intercourse and town e poi per Emily in Paris.

“Ho iniziato a lavorare con lei proprio per Intercourse and town, credo che sia un genio. Il guardaroba period un elemento fondamentale dello present ma lei lo ha portato advert un altro livello. Il nostro è uno scambio, lei mi ispira e a sua volta è ispirata dalla sceneggiatura, abbiamo lavorato a molti present comprese le prime stagioni di Emily in Paris. Ora c’è Marylin Fitoussi che Patricia ha portato nello present, hanno lavorato alcuni anni insieme e ora è rimasta lei che è veramente brillante e sta facendo un ottimo lavoro anche nella stagione di Roma. Sono ben consapevole che molti guardano lo present per i bellissimi abiti creati da lei”.

Intercourse and town ha veramente cambiato la televisione e sicuramente come venivano raccontate le donne in television. Qual è stata la scintilla che ha portato a questo cambiamento?

“Quando ero molto giovane ho fatto dei grandi present come Beverly Hills, 90210 e Melrose Place, poi ho lavorato a Central Park West che è durato solo un anno sulla CBS, ma mi ha dato la possibilità di girare a New York. Lì ho avuto l’concept di una serie non convenzionale, ho immaginato Intercourse and town come un movie indipendente per la television, all’epoca non si proponevano serie television alla HBO, ma io sapevo che una serie così in qualche modo sarebbe stata censurata altrove e invece quello period proprio quello che io volevo vedere. Non avrei mai pensato fosse qualcosa di commerciale, tutto il contrario, non avrei mai – ma proprio mai – pensato che avrebbe avuto il successo che ha avuto. E poi proprio mentre pensavo a questo present c’è stato lo scandalo di Monica Lewinsky e Invoice Clinton e io ho pensato che il sesso period nella conversazione, tutti parlavano del presidente e del sesso orale nella stanza ovale. Ho realizzato che period il momento giusto per uno present più adulto in television. E che la chiave sarebbe stata sì il sesso, ma anche la commedia. Un po’ come period accaduto nel cinema, basti pensare a tutti i movie di Woody Allen, volevo qualcosa del genere in television”.

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