‘M. Il figlio del secolo’, Luca Marinelli: “Io antifascista, ho raccontato Mussolini, affabulatore criminale”. Antonio Scurati: “Quello spettro si aggira ancora per l’Europa”

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C’è un momento in cui Benito Mussolini, incarnato da uno straordinario Luca Marinelli, guarda dritto il pubblico e cube: “Guardatevi intorno, siamo tra di voi”. M. Il figlio del secolo, la serie tratta dal libro Premio strega di Antonio Scurati, è decisamente l’evento più importante e forse l’opera più compiuta presentata in questa edizione della Mostra che giustamente apre le porte a forme di narrazione altre dal cinema.


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E sicuramente è la prova della carriera per un Luca Marinelli straordinario: “Il più grande attore del mondo, abbiamo raggiunto una sintonia assoluta. Con la sua fantasia ci fa credere di essere il duce” racconta Joe Wright, il regista di movie come Espiazione e L’ora più buia che firma le otto puntate che traducono in immagini il bestseller internazionale sulla nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere del Duce. Scritta da Stefano Bises e Davide Serino, prodotta da Sky Studios e The Condo, la serie (su Sky e Now dai primi del 2025) ritrae Mussolini come un animale capace di risorgere più volte dalle proprie ceneri, abbracciando il periodo che va dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al discorso in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti.

“Credo che lo spettro del fascismo si aggiri ancora per l’Europa – afferma Scurati – ma non sono stato io a evocarlo con il romanzo o Wright con il movie. Sono altre forze storiche e altri soggetti. Ciò che l’arte democratica e antifascista può fare non è evocare il fascismo ma disperderlo e fugarlo”. Quanto alla serie, aggiunge lo scrittore, “ho sempre pensato che il cinema fosse il naturale prolungamento del romanzo, un romanzo documentario che rimane fedele ai fatti storici creando una cornice romanzesca. La mia ricerca period per una forma d’arte popolare”. Per l’autore “period fondamentale raccontare il fascismo con uno sguardo nuovo, ma sempre da antifascista, che fosse accessibile a tutti”. Sulla trasposizione television “c’erano dei rischi rispetto alla dimensione spettacolare e credo che siano stati brillantemente superati. Il movie conserva la sua vocazione a rappresentare in forma nuova, coinvolgente e mobilitante le coscienze dei lettori e spettatori per farli conoscere e capire quale seduzione potente fosse il fascismo cent’anni fa e far provare repulsione”.

‘M. Il figlio del secolo’, la serie a Venezia 81. Luca Marinelli: “Mussolini cercava il pubblico come fanno i politici di oggi sui social”

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Luca Marinelli tratteggia un Mussolini carismatico, a volte grottesco. “Io, antifascista convinto, per sette mesi ho dovuto sospendere il giudizio, è questo il compito di un attore, ed è stato dolorosissimo per me. Vengo da una famiglia antifascista, sono un antifascista, sono cresciuto così. Ho voluto prendermi questa piccola responsabilità”. “Ma – aggiunge – non ho mai pensato di farne il male assoluto. Credo che definire quelli come lui il diavolo o dei pazzi, sia una maniera per allontanarli da noi e farci sentire salvi. E invece credo che siano persone che vengano da dentro di noi, che sono come noi. Io più che altro ho esplorato le sue scelte. Il fatto che lui fosse cosciente delle sue azioni: nessuno l’ha spinto, indotto. Lui ha deciso di essere un criminale e questo è stato. Si è macchiato di crimini orrendi”.

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Nel costruirlo però, prosegue l’attore, “ho voluto mettere, perché gli apparteneva, la ricerca di empatia negli altri. Che è la stessa dei politici di oggi, quando si mettono davanti ai loro telefoni e cercano il pubblico, cercano di arrivare in prima persona in casa della gente. Mussolini tutto questo l’ha inventato e c’è qualcun altro che lo ha sviluppato. L’altra faccia del populismo period quella sua voglia di essere amato, quella period sicuramente la parte più – non so se chiamarla così – grottesca. In questa parte c’è un po’ di umorismo oscuro che gli appartiene e che oggi è molto presente in tanti politici che scherzano: ma non c’è nulla da scherzare”.

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2024 Sky Studios Ltd – Sky Italia srl – The Appartment srl 

Joe Wright spiega che non ha voluto scindere l’uomo e politico: “Per me sono un tutt’uno, il fascismo per me è la politicizzazione della mascolinità tossica di Mussolini, delle sue relazioni a casa, con gli amici, con la sua comunità, con la sua Nazione e col mondo”. La scelta della narrazione in prima persona serve – ragiona Wright – per dividere Mussolini nella sua perenne messa in scena verso gli altri dai suoi reali pensieri. Il registro più umoristico, cube Marinelli “è una traiettoria scelta che Joe mi aveva preannunciato, Del resto Mussolini viene definito un certo punto ‘una bestia da palcoscenico’. Poi però arriva il suo cambiamento, alla fantastic del quarto episodio, quando minaccia il pubblico: raggiunto il suo posto, non guarda più in faccia nessuno”.

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2024 Sky Studios Ltd – Sky Italia srl – The Appartment srl 

Marinelli spiega di aver voluto far parte del progetto “innanzitutto per come mi è stato presentato: passare attraverso l’importante libro di Antonio Scurati, approcciarmi alla meravigliosa e coraggiosa trasposizione del libro. Sapere che tutto sarebbe stato guidato da un artista gigantesco come Wright, mi ha fatto sentire le spalle coperte. Abbiamo affrontato questo lavoro fianco a fianco, e questa la cosa più importante per me. Non avrei fatto un metro senza questa persona”, cube indicando Wright. E a chi gli chiede della polemica e censura a cui è stato sottoposto Antonio Scurati nel discorso preparato per il 25 aprile sulla Rai: “Trovo vergognoso quello che è successo: siamo in un Paese democratico e non in una dittatura”.

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Gaetano Bruno è Giacomo Matteotti 

“La cosa più importante per me – continua l’attore – period che arrivasse il progetto: abbiamo tutti grande ignoranza, io per primo, della Storia, non abbiamo fatto i conti col passato, la Storia si ripresenta oggi, soprattutto perché non abbiamo davvero conosciuto quello che ci ha preceduto. Per questo conta lo studio, la scuola, la curiosità: conoscere il passato per diventare persone capaci di decidere quel che vogliamo fare”. Per prepararsi, spiega, “ho attinto dal libro di Scurati, dalle testimonianze video dell’Istituto Luce di quel periodo, anche se erano molto controllati: vediamo solo un aspetto trionfante e glorioso ma da alcuni dettagli ho colto aspetti di grande violenza che appartenevano a Mussolini. E soprattutto il testo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, archeologo che fu costretto a diventare guida quando Hitler venne in visita a Roma: dalla sua descrizione fuori dai denti, da antifascista, vengono fuori particolare su come period veramente”.

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