Joe Wright: “Mussolini mi ha ricordato l’uomo che non voglio essere”

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VENEZIA – Joe Wright, il cui primo interesse è stata la pittura, autore di movie su affreschi storici e letterari, da Orgoglio e pregiudizio a Anna Karenina, Espiazione e L’ora più buia, si è rivelato la scelta giusta. Il cineasta inglese, 52 anni, ha trasformato la trasposizione di M. Il figlio del secolo in una serie potente e originale. Lo incontriamo in una villa sul lungomare.

Che reazioni si aspetta?

“Non lo so, penso che faremo incazzare la gente, ma è un bene. Con i movie ci sono le proiezioni di prova con il pubblico, per valutare le reazioni. Stavolta no, quindi sono molto curioso”.

‘M. Il figlio del secolo’, la serie a Venezia 81. Luca Marinelli: “Mussolini cercava il pubblico come fanno i politici di oggi sui social”

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Poco fa diceva alla stampa straniera che Luca Marinelli è il più bravo attore del mondo…

“Credo lo sia. Può fare qualsiasi cosa, ha un’immaginazione così potente che può farci credere che lui sia Mussolini. È quasi un trucco di magia. Ci siamo molto avvicinati durante le riprese. Sono fortunato advert avere avuto un posto in prima fila per la sua efficiency”.

La scelta di far parlare Mussolini direttamente in digital camera come nasce?

“Lui ha ingannato tutti, non ha mai raccontato la verità, la sua period una continua esibizione. In questo modo invece il pubblico capisce cosa sta pensando mentre cube l’opposto. Così ha controllato la narrazione fatta alla nazione. Alla high-quality forse ha convinto anche sé stesso. E poi nel libro ci sono telegrammi, notizie, lettere: cercavo uno stile che riflettesse la narrazione prismatica, che fosse in linea con l’estetica futurista dell’epoca. Le musiche dei Chemical Brothers si sposano con l’avanguardismo degli anni Venti, restituendo quella modernità febbrile con cui il fascismo veniva percepito”.

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2024 Sky Studios Ltd – Sky Italia srl – The Appartment srl 

La stampa estera, i giornali francesi e inglesi, applaudivano l’avvento del fascismo come una rivoluzione italiana bellissima, degli “spaghetti”. Nessuna percezione della violenza che si stava consumando.

“Penso che agli italiani sia stata venduta una falsa narrazione della loro storia. Quando ero qui a girare la serie sono rimasto scioccato da alcune conversazioni con italiani che dicevano, beh, Hitler period una mela marcia, Mussolini period migliore, ha fatto molto bene al Paese, peccato abbia fatto quell’errore…”.

La serie ‘M. Il figlio del secolo’, ecco le prime immagini: Luca Marinelli è Mussolini

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Al di là del ritratto carismatico di Mussolini, la serie mette in scena la violenza che è parte fondante del fascismo.

“E’ con la violenza che Mussolini è salito al potere. Non commettiamo alcun errore al riguardo”.

…e una serie di omicidi, torture, episodi che confliggono con la narrazione revisionista della destra.

“Tutti quelli messi in scena sono dati di fatto. Ovviamente c’è una drammatizzazione, ma ciò che succede è reale. È un monito per tutti: questo è ciò che accade quando lasci che qualcuno strumentalizzi le tue legittime preoccupazioni. È quello che Mussolini ha inventato, ed è ciò che altri stanno facendo ora”.

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I populisti?

“Mussolini ha inventato il populismo di estrema destra. Mentre eravamo in preproduzione, l’attuale governo ha vinto le elezioni. Prima di allora avevamo deciso che i dialoghi sarebbero stati tutti in lingua italiana ma che Mussolini si sarebbe rivolto in inglese alla telecamera. Il giorno dopo il risultato elettorale sono andato da Marinelli e gli ho detto: voglio che ogni singolo italiano capisca ogni singola parola. Confesso: abbiamo pianto insieme. E poi abbiamo capito che avevamo una missione: raccontare questa storia nel modo più onesto possibile. Sembrava una responsabilità enorme, culturale, anche da parte di tutta la troupe. Perché la questione al centro è la narrazione: chiunque controllerà la narrazione, vincerà la discussione”.

Il carisma di Mussolini, anche nella serie, è un’arma a doppio taglio?

“Etichettarlo come malvagio sarebbe stato pericoloso. Dopo le atrocità nella prigione di Abu Ghraib, George Bush è andato in television e ha detto: ‘Queste persone hanno la malattia nell’anima. Sono malvagi’. Come se dire questo lo assolvesse dalla responsabilità. Invece è importante vedere questi personaggi come umani, il peggio dell’umanità ma pur sempre umani. E quindi assumersi la responsabilità. Altrimenti accadrà ancora e ancora. Da qui viene l’intenzione di umanizzare Mussolini: permettere al pubblico, in alcuni momenti, di essere sedotto, per poi togliergli il tappeto sotto ai piedi. Si applica una distanza critica, per dire: pensa alle tue reazioni, pensa a come ti ha appena conquistato. Pensa al pericolo estremo dell’empatia”.

Mussolini è stato sottovalutato?

“L’errore è rappresentare certe determine in modo caricaturale, dipingerle come pagliacci: non lo sono. Donald Trump non è un pagliaccio, Boris Johnson non period un clown. Vanno presi sul serio. Mussolini period intelligente e spietato, non period un idiota. Sapeva cosa stava facendo. E aveva un’incredibile capacità di sopravvivere e lo ha fatto perché non aveva una bussola morale: non importava che avesse tradito il suo Paese, i suoi amici, sua moglie, sé stesso. Ciò che contava di più period la sua sopravvivenza e il controllo sugli altri. Ho sempre pensato che il titolo del movie di Leni Riefenstahl, Il trionfo della volontà, fosse fantastico: è vero, è il trionfo della volontà, quella volontà che tira fuori tutto dalla vita, distrugge qualsiasi cosa sul suo cammino, compreso il suo stesso senso di moralità, per raggiungere il suo obiettivo di potere”.

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(agf)

La serie si conclude con un silenzio più potente di ogni esplosione.

“Quando ha preso il potere non c’period il vuoto intorno, al contrario: abbiamo permesso che accadesse. Tacendo, pensando che sarebbe andata bene, che avremmo potuto controllarlo in seguito. Non abbiamo affrontato le nostre responsabilità. Tutti noi abbiamo permesso che accadesse”.

Margherita Sarfatti ha contribuito a lungo all’agenda di Mussolini, anche se lui la sminuiva.

“I maschi tossici danno ascolto advert alcune donne ma Mussolini sentiva che Sarfatti sapeva quale fosse il suo posto. Tra loro c’è una costante lotta di potere, perché lei è più forte di lui. E lui deve continuare a spingerla verso il basso mentre la ascolta, mentre accetta i suoi consigli. Mentre lei sa che le sono precluse possibilità perché è una donna. Non è andata bene neanche a lei, fu perseguitata dalle leggi razziali e alla high-quality dovette lasciare il Paese”.

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Ha ritagliato uno spazio importante alla figura di Giacomo Matteotti.

“Una figura che non conoscevo. Sono rimasto impressionato da lui e da sua moglie. Come coppia, come famiglia: altruisti, hanno dedicato la vita ai più deboli. Period il loro tratto distintivo”.

Lei ha un legame personale con lo studio di questo periodo storico.

“Mio padre è nato nel 1906, troppo giovane per combattere la Prima guerra mondiale, troppo vecchio per la Seconda. Ma è sopravvissuto a tutto, ne è rimasto segnato. In qualche modo ha voltato le spalle alla società, fondato una compagnia teatrale di marionette, girava il mondo, non dipendeva da nessuno. Period il suo modo di affrontare la Storia. Con questi movie ho potuto guardare allo stesso periodo da prospettive various, capire il mondo in cui è vissuto e da cui è venuto”.

Cosa ha capito, anche di sé stesso?

“Ci sono i fatti materiali della storia di Mussolini dal 1919 al 1925. E sono affascinanti. Ma sotto c’è una storia metaforica sul culto della mascolinità. Mi sembra che il fascismo sia la politicizzazione di tutto questo. Di quel culto della mascolinità tossica. Ho voluto umanizzare Mussolini per dire che è il peggio di tutti noi ma è in tutti noi. Sul set mi sono dovuto confrontare con quei lati di me stesso, che esistono, e mi ha aiutato a ricordare l’uomo che non voglio essere. Un grande promemoria”.

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