‘Ainda estou aqui’ a Venezia 81, la forza delle idee contro la dittatura. La recensione di Alberto Crespi

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Walter Moreira Salles, classe 1956, è uno dei più noti cineasti brasiliani. È diventato famoso nel 1998 per Central do Brasil, un movie che aveva rimesso il Brasile sulla mappa del cinema mondiale dopo anni di oscurità. Nel tempo, Salles è diventato un cineasta internazionale ma i suoi movie “americani”, chiamiamoli così, non sono stati delle grandi riuscite: advert esempio, il suo adattamento di On the street di Kerouac (2012, un progetto dietro il quale si erano persi registi a frotte) aveva solo confermato l’assoluta impossibilità di portare quel romanzo sullo schermo senza cadere nei cliché. Un po’ meglio period andata con I diari della motocicletta (2004), il famoso road-movie sul viaggio di Ernesto Che Guevera e Alberto Granado. Ma è legittimo dire che, pur avendo avuto un’educazione cosmopolita (di famiglia ricca, ha studiato negli Stati Uniti), Salles si trova meglio quando lavora nel paese natìo.

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(afp)

Sono ancora qui (in portoghese Ainda estou aqui) è per molti versi il suo lavoro più ambizioso e importante, e segna un ritorno alla regia dopo più di dieci anni. Racconta la storia vera di Rubens Paiva, un ex deputato rapito e ucciso dalla dittatura militare che insanguinò il Brasile dal 1964 al 1985. Sappiamo molto, anche grazie a notevoli movie, della giunta argentina e dei desaparecidos di quel Paese. Sappiamo meno del Brasile, e il movie di Salles è un utilissimo ripasso. Inizia nel 1970: Rubens Paiva vive sereno a Rio de Janeiro con la moglie, quattro figlie e un figlio: è un ingegnere, ex deputato del partito laburista, impegnato in attività politiche clandestine ma non coinvolto nella resistenza armata. Un brutto giorno, Paiva viene portato through di casa e nessuno saprà mai più nulla di lui. La moglie Eunice e una delle figlie vengono pure arrestate, ma rilasciate dopo alcuni giorni da incubo in una delle caserme dove la giunta segrega e tortura gli oppositori. Quando Eunice torna a casa, lo scopo della sua vita sarà scoprire cosa è successo al marito, rendere giustizia se non altro alla sua memoria.

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(agf)

Come dicevamo poc’anzi, Salles viene da una famiglia facoltosa e in questo movie fa un’operazione molto corretta: descrive un mondo che ben conosce, fatto di oppositori borghesi e benestanti, di intellettuali che lottano contro i militari prima di tutto con la forza delle idee. Sono ancora qui ha un impianto molto tradizionale, potrebbe persino ricordare certi movie di “impegno civile” realizzati in Italia negli anni 70. La prigionia di Eunice è ricostruita in modo quasi insostenibile, e in generale il movie è un bel ritratto di una donna coraggiosa e invincibile: dopo la scomparsa del marito, Eunice Paiva è diventata una militante dei diritti civili e una delle massime esperte dei diritti delle popolazioni indigene dell’Amazzonia. La interpreta un’attrice portentosa, Fernanda Torres: nell’ultimissima parte del movie, quando il personaggio ha più di novant’anni, Salles ha richiamato un’altra attrice fantastica, la Fernanda Montenegro che quasi trent’anni fa period stata la toccante protagonista di Central do Brasil.

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Ainda estou aqui

Regia di Walter Salles

Voto: tre stelle su cinque

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