Da Venezia la lettera dei lavoratori dello spettacolo al governo: “Non ci riportate all’anno zero”

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“Siamo lavoratrici e lavoratori del cinema e dell’audiovisivo italiano, siamo artisti, siamo tecnici, siamo maestranze e da mesi denunciamo la preoccupante situazione di stallo che affligge l’intero comparto produttivo – inizia così la lettera che i lavoratori dello spettacolo hanno inviato al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al Sottosegretario Lucia Borgonzoni e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni – Dopo le manifestazioni di piazza, a Roma e in molte altre città, dopo l’intervento alla serata dei Nastri d’Argento, ci ritroviamo anche qui, all’81 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, a rappresentare le pesanti difficoltà in cui versano i 250.000 lavoratori e lavoratrici del nostro settore. Senza lavoro da mesi, con il Codice dello Spettacolo rinviato, senza sostegno al reddito, senza un welfare adeguato”.

Nastri d’argento, sul palco la protesta dei lavoratori spettacolo: la solidarietà dei premiati, da Paola Cortellesi a Elio Germano e Michele Riondino

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L’emergenza è scattata advert aprile quando l’industria audiovisiva ha organizzato un incontro che raccoglieva tutte le rappresentanze delle categorie sotto il titolo ‘Vogliamo ancora un domani’ per lanciare l’allarme e chiedendo il sostegno pubblico. A questa giornata sono seguite altre iniziative come quella della protesta il 4 giugno dal nome ‘Siamo ai titoli di coda’ che denunciava che il 60% del comparto dei lavortori period disoccupato. Oggi alla Mostra del cinema di Venezia la lettera che esprime il forte dissenso del mondo del cinema verso le riforme proposte dal governo, evidenziando “la preoccupante situazione di stallo che affligge l’intero comparto produttivo”.

Il testo è stato letto durante un incontro organizzato all’Italian Pavilion dall’Associazione Italiana Registi (AIR3) dal titolo “Stati Generali del Cinema Indipendente“, è firmata da un ampio numero di associazioni del settore e le stesse ribadiscono “con rinnovata forza, la richiesta non più procrastinabile di compiere analisi puntuali per mettere in campo tutti gli strumenti necessari atti a scongiurare il crollo dell’occupazione in particolare nel settore della produzione cinematografica.” I professionisti del cinema denunciano il drastico calo della produzione domestica e la mancanza di un welfare adeguato dovuta anche al rinvio del Codice dello Spettacolo, fattori che si aggiungono anche advert una forte diminuzione di produzioni straniere in Italia.

“Crediamo che, per evitare una forte crisi del Cinema italiano, sia necessario aprire un dialogo costruttivo sui decreti relativi al tax credit score. Questi, così come concepiti, renderanno pressoché impossibile, per le piccole e medie imprese, ottenere i finanziamenti indispensabili per produrre un movie. Cosa che, oltre a mettere a rischio i livelli occupazionali, decreterà, nella maggior parte dei casi, il fallimento e la chiusura di una parte di esse che fino advert oggi ha dato la possibilità ai nostri giovani talenti di debuttare, esprimersi e sperimentare nuovi linguaggi prosegue la lettera che si conclude citando BertolucciRicorderemo il mondo attraverso il cinema il cinema è la nostra identità, la nostra storia, e non permetteremo al cinema di tornare all’Anno Zero”.

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