Tatami, in esclusiva streaming su MYmovies il movie che ha conquistato Venezia 80. Il racconto potente, vibrante, di una lotta impari eppure necessaria

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È un movie imperdibile, quello dell’iraniana Zahra Amir Ebrahimi e dell’israeliano Man Nattiv, coppia registica inedita per un’opera che ha conquistato non a caso Venezia 80.

Potente, vibrante, sa restituire sullo schermo tutta la claustrofobia asfissiante di chi vive sotto regime e, insieme, la forza di una protagonista non addomesticabile impossibile da dimenticare.

Leila non è una vittima, ma una combattente che sul tatami delle vita sceglie di lottare contro il regime che opprime lei e i suoi connazionali. Un regime che pretende di scegliere per le persone calpestandone i diritti e che va combattuto a partire dal basso, da chi determine un giorno come tanti di dire basta a soprusi e minacce, mettendo tutto a repentaglio per il diritto di una vita libera.

Ora, esistono diversi movie su eroi ed eroine che battendosi contro tutto e tutti riescono nella loro impresa impossibile. Ebbene Tatamiora disponibile sulla piattaforma streaming MYmovies ONE – si distacca da tutti, perché determine di saltare ogni retorica e, con il suo bianco e nero efficace quanto raffinato, sceglie di narrare la battaglia di una donna iraniana, una campionessa di judo con il sogno di vincere la medaglia d’oro. Sogno che viene prima “autorizzato” formalmente da suo marito – senza il cui consenso non sarebbe potuta neanche partire – e poi osteggiato fortemente dall’Ordine supremo iraniano.

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Leila (la bravissima Arienne Mandi) dovrebbe rinunciare advert arrivare alla finale dei Mondiali di judo per il rischio di scontrarsi con una campionessa israeliana. Basta questo a scatenare un’escalation inquietante di violenze e minacce per persuaderla a ritirarsi dalla gara. Una scelta che vale non una, ma tante vite: la sua, quella della sua famiglia arrestata a Teheran, quella della sua allenatrice e della relativa famiglia.

Incontrollabili reazioni a catena che evidenziano l’aporia che il movie mira a portare sotto gli occhi di tutti, cercando un’empatia universale senza stratagemmi ricattatori o furbeschi: una donna – in questo caso iraniana – non è mai libera. Neanche di vincere, neanche di provare.

C’è sempre qualcuno sopra di lei a decidere per la sua sorte, perché nemmeno a una campionessa è riconosciuto il diritto di operare la più basica delle scelte, tutto deve essere controllato e manovrato dall’altro, da chi determine per le donne e per le loro famiglie trattandoli come burattini.

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La ribellione allora è necessaria e si fa contagiosa, nella sua sete di giustizia, fino advert arrivare dritta allo spettatore, che non può che tifare perdutamente per questa guerriera indomita – lontana dalle supereroine patinate che vanno di moda sul grande schermo, vicina al sudore delle donne che incontriamo tutti i giorni, intente a lottare con fatica per una vita migliore con le risorse e le paure che hanno.

La co-regia fa miracoli, sa inchiodare le emozioni in primi piani che restano impressi, come pure seguire le lotte corpo a corpo sul tatami in cui ci si gioca molto più che una semplice medaglia. Specie perché dietro la cinepresa c’è (anche) una donna che è un’iraniana esule proprio come la protagonista, costretta a una vita altrove per non sottostare al clima di minacce e ritorsioni del regime iraniano.

Sceglie di metterci la faccia oltre che la firma Zahra Amir Ebrahimi, sostenitrice e portavoce delle rivolte delle donne iraniane, ritagliandosi anche il ruolo della coprotagonista, l’allenatrice pavida che scoprirà solo verso la wonderful un coraggio che non sapeva di avere.

Il lieto wonderful non è scontato e non consiste nel mero coronamento di un sogno sportivo, perché prima delle medaglie contano i diritti ed è per quelli che vale la pena combattere, tutte e tutti insieme, da ogni parte del globo terrestre.

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