Il boato della bomba e la strage di piazza della Loggia, il docufilm degli studenti del Dams sarà proiettato a Venezia

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1974. La strage di Brescia, arriva il docufilm sulla strage di piazza della Loggia. E sarà proiettato alla 81 edizione della Mostra di Venezia, venerdì 30 agosto alle 18 presso l’Lodge Excelsior. “L’concept nasce dagli studenti, non è un progetto didattico”, spiega Massimo Locatelli, coordinatore del corso di laurea in Self-discipline delle arti, dei media e dello spettacolo (Dams- Università Cattolica).
“E’ un lavoro professionale”, sottolinea Fabio Piozzi che ha preparato i giovani nella produzione e postproduzione.
1974. La strage di Brescia ripercorre cinquant’anni di storia a partire da quel 28 maggio in cui una bomba fascista in piazza della Loggia fece otto vittime e centinaia di feriti.

“Tutto nasce da un incontro con Manlio Milani per un’intervista di cinque minuti” racconta il regista Carlo Porteri, anima del progetto nato in modo autonomo dai ragazzi del Dams. Manlio Milani, che nella strage perse la moglie Livia Bottardi, è presidente dell’associazione Casa della Memoria. “Mi ha stupito la passione civile che hanno messo nella realizzazione del docufilm, significativo per tutti e non solo per Brescia”.
Nel documentario c’è un prima e un dopo, compreso tra il increase economico, le radici del ’68, la strategia della tensione, le altre stragi precedenti a piazza della Loggia, comprese quelle dimenticate, e il complesso iter giudiziario tramite l’esposizione delle tre piste d’indagine, per concludere con la sentenza del 2015. Il capitolo finale vuole portare il pubblico a una riflessione sull’oggi e sull’eredità culturale di quel tragico periodo. Il racconto è poi affidato ai testimoni. “Quelli che erano presenti allora e che ci hanno lasciato un bagaglio culturale e umano”, afferma l’assistente alla regia Marina Di Maggio: oltre a Milani, il senatore Alfredo Bazoli, che rimase orfano della mamma Giulietta Banzi Bazoli, Marco Fenaroli, Mario Capponi, Diletta Colosio in piazza come sindacalisti e i politici Paolo Corsini e Mario Labolani, che raccontano le tensioni di quel periodo.

Il politologo Vittorio Emanuele Parsi racconta gli effetti del periodo delle stragi nel contesto politico-sociale internazionale. E poi ci sono le interviste alla sindaca Laura Castelletti, al regista Silvano Agosti e alla direttrice del Giornale di Brescia Nunzia Vallini, che riflettono dell’impatto che la strage ha avuto sulla coscienza cittadina e il valore ereditario del ricordo sulle nuove generazioni. Ma anche il lungo iter giudiziario per arrivare alla verità narrato dall’avvocato Piergiorgio Vittorini.

Vittorini, memoria storica del processo, fa notare: “Le sentenze sono sulla carta ma sono l’esito finale di un dibattimento, fatto di parole. I ragazzi hanno ridestato le parole e questo mi ha commosso – e aggiunge – ho visto dopo 50 anni dei giovani che guardano al futuro, perché la memoria non basta. Ho colto un bisogno di costruire guardando avanti». Con la proiezione a Venezia, il docufilm, che ha ricevuto la consulenza del produttore e distributore One other Espresso Imaginative and prescient, è pronto a prendere il largo.

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