Alain Delon è morto, addio all’icona del cinema francese

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Alain Delon è morto nella sua casa di Douchy. A darne notizia i tre figli Alain Fabien, Anouchka e Anthony. L’attore francese aveva 88 anni. Nato a Sceaux, a pochi chilometri da Parigi, nel 1935, Alain Delon aveva il dono di una fotogenia che pareva fatta apposta per il cinema.

Ci arrivò dopo un’adolescenza inquieta, l’esperienza da militare in Indocina e vari mesi di prigione per indisciplina, quando aveva da poco superato i vent’anni.

Gli inizi e i quei primi personaggi da seduttore

All’inizio della sua lunga carriera, però, la bellezza rischiò di essere un handicap: oltraggiosa, perfino esagerata, sembrava destinargli solo personaggi di seduttore e rubacuori. E così fu per i primi movie, Fatti bella e taci di Marc Allégret (1958) o Le donne sono deboli di Michel Boisrond (1959). Però Delon ebbe presto la fortuna di incontrare René Clément che, con Delitto in pieno sole (1960), ne scoprì il lato oscuro facendogli interpretare il Tom Ripley di Patricia Highsmith: da allora doveva prestare il volto a una lunga progenie di belli e dannati, uomini taciturni segnati dal destino che lo avrebbero consegnato alla fama internazionale.

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L’ascesa e Luchino Visconti

L’ascesa proseguì grazie alla sinergia tra ottime scelte e incontri con alcuni tra i più grandi registi del cinema europeo. Nel 1960 interpreta il personaggio del titolo, il dostoevskijano Rocco Parondi, in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, per il quale, tre anni dopo, sarà il principe Tancredi Falconeri nel Gattopardo (nel 1967 Visconti lo avrebbe voluto anche per Lo straniero dal romanzo di Camus, ma l’attore period indisponibile).

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(afp)

Negli anni Sessanta il cinema se lo contese, offrendogli movie d’autore come L’eclisse di Michelangelo Antonioni (1963), al fianco di Monica Vitti, e storie di malavita quali Colpo grosso al casinò, dove ebbe l’occasione di recitare per la prima volta assieme al suo idolo Jean Gabin. Non poteva mancare l’appello delle sirene di Hollywood, che alla metà del decennio gli offrì parti da co-protagonista in diversi movie (L’ultimo omicidio, Né onore né gloria, Texas oltre il fiume); non di grande rilievo, però, e che lo dissuasero dal puntare sulla carriera americana. Saggia scelta, perché nel 1967 Alain iniziò la collaborazione col secondo dei suoi mentori cinematografici, Jean-Pierre Melville, che con Frank Costello faccia d’angelo ne magnificò il personaggio migliore: un uomo silenzioso e spietato, mezzo criminale mezzo samurai, romanticamente tinto di maledettismo.

Delon diventò l’interprete esemplare dei personaggi nichilisti del grande regista, in versione sia di criminale (I senza nome, 1970) sia di poliziotto (Notte sulla città, 1972). Più tardi avrebbe replicato lo stesso character in una serie infinita di polar più o meno riusciti, un paio dei quali diretti da lui stesso (Per la pelle di un poliziotto, Braccato), ma senza mai riuscire advert eguagliare lo stile di Melville.

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(afp)

La rivalità mediatica con Jean-Paul Belmondo

Nel frattempo, ormai popolarissimo, period diventato un valore aggiunto per l’industria cinematografica, comparendo in un movie di successo dopo l’altro: basterà citare La piscina (1969), Il clan dei siciliani (id.), il fortunatissimo Borsalino (1970) in coppia con l’altra star francese Jean-Paul Belmondo, con il quale aveva condiviso per anni una scaltra rivalità mediatica.

Nel 1972 Alain presta il volto al più romantico dei suoi character: il professor Daniele Dominici, poeta maledetto e insegnante precario innamorato di una studentessa nella Prima notte di quiete di Valerio Zurlini. Lo stesso anno segna l’incontro con Joseph Losey, il terzo regista che, dopo Visconti e Melville, offrirà a Delon alcuni dei ruoli più memorabili: Ramon Mercader nell’Assassinio di Trotsky e, più tardi, Mr.Klein nel movie dal titolo omonimo.

Tra le decine di titoli che seguiranno nei due decenni successivi, da segnalare almeno Un amore di Swann di Volker Schlondorff (1984), nella parte del proustiano barone di Charlus, e Nouvelle Obscure (1990) di Jean-Luc Godard: opere, tuttavia, non tra le migliori dei due registi. La sua ultima apparizione sul grande schermo porta la information del 2008 e il titolo Asterix alle Olimpiadi, dove incarna uno stanco Giulio Cesare.

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(afp)

Una vita privata movimentata

Fin qui il cinema; ma la vita privata di Alain Delon non fu meno movimentata (e talvolta drammatica) di quella sullo schermo. Celebre, ai tempi, la sua relazione con Romy Schneider, al centro di un’operazione mediatica che definì i due attori la coppia più bella del mondo. Lasciata Romy sposò Francine Canovas, in arte Nathalie Delon, da cui ebbe il figlio Anthony; seguì una lunga love-story con la collega Mireille Darc, poi con Anne Parillaud. Infine si risposò, questa volta con Rosalie Van Breemen, che gli diede altri due figli (un quarto, mai confermato, lo avrebbe avuto dalla cantante Nico).

La battaglia tra i figli

In un’intervista il più giovane, Alain-Fabien, definì il padre un uomo anaffettivo e violento. Delon period simpatizzante dell’estrema destra e amico di Jean-Marie LePen. Nel 1968 fu coinvolto nel “caso Markovic”, lo jugoslavo già sua guardia del corpo trovato ucciso da ignoti. Alla metà degli anni 2000 soffrì di una grave depressione, di cui la stampa diede largamente notizia.

Nell’ultimi anni si aprì una battaglia familiare tra i figli Anthony Delon, la sorella Anouhka, il fratello Alain Fabien per il padre, su dove la star del cinema francese avrebbe dovuto essere curato e seguito: in Svizzera come voleva la figlia o in Francia come invece spingevano gli altri due.

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Ritirando la Palma d’onore al competition di Cannes, nel 2019 Delon disse: “Penso a questo premio come alla wonderful della mia carriera, alla wonderful della mia vita”.

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